venerdì 18 febbraio 2011
considerazioni su rapporti uomo donna
Sulla manifestazione di domenica scorsa sono usciti parecchi scritti. Utilizzerò per una mia analisi della società attuale italica quelli di Solange Manfredi,Andrea Chessa, Francesco Lamendola.
Iniziamo per galanteria con quello di Solange Manfredi ( Di cosa ci dobbiamo vergognare) :”Oltre un milione di donne ieri sono scese in piazza, e non solo donne, mobilitate per difendere i loro diritti e la loro dignità. Che tristezza!Sono bastate tre veline dei servizi e tre settimane di propaganda sui giornali per muovere la massa. Mai vista una tale mobilitazione, anche per altri e ben più gravi problemi. Non per la sentenza della Corte Costituzionale che stabilisce che si possono violare i diritti umani di cittadini o gruppi di cittadini e poi coprirli con il segreto di stato; non per la depenalizzazione del colpo di stato; non per aver ceduto la sovranità del popolo ad un organo sovranazionale ed autoreferenziale, ecc..Se c'è qualcuno che offende e calpesta la dignità delle donne sono proprie le donne. Noi ci siano offerte come merce, noi abbiamo fatto a gara per spogliarci sempre di più davanti a calendari, televisione, pubblicità. Noi corriamo a farci rifare le labbra a “canotto” e non certo perché siano belle, ed eleganti (non a caso quando una persona è elegante si dice: quella persona è fine). Le labbra a “canotto” hanno un solo messaggio da inviare al maschio che incontrano, e non è certo quello di trasmettergli la sensazione che da quelle labbra possano uscire discorsi colti ed intelligenti! Ma il problema è un altro, ed è ancora più grave. Siamo noi. I problemi che abbiamo sono gravissimi ma, davanti a qualsiasi violenza o abuso (i nostri diritti costituzionali vengono calpestati dal governo e dalla comunità europea ogni giorno) restiamo immobili. Poi arriva un burattinaio che, attraverso una campagna mediatica e manipolando le nostre frustrazioni, ci fa scendere in piazza in oltre un milione non per difendere il nostro diritto al lavoro, alla salute, all'istruzione, alla giustizia, ma alla dignità delle donne(?).”
E per commentare questo scritto già ci vorrebbe un saggio ponderoso, oppure potrebbe essere lasciato così, senza bisogno di altre parole!
Ma continiamo con le citazioni, Andrea Chessa (Donne , smettetela di piagnucolare non siete vittime!) “ Fanno ridere queste femministe improvvisate. Perché il ricordo non può non andare agli anni ’70, ’80 e anche oltre, quando si vedevano le donne “lottare”, diciamo così, per la libertà sessuale più esplicita. “La vagina è mia e me la gestisco io”: chi non ricorda questo slogan che centinaia di migliaia di donne urlavano nelle piazze, in nome della libertà sessuale più totale? Eccola, la vostra libertà sessuale! L’avete voluta? E adesso tenetevela!” In questo articolo che ricorda anche altre cose “Ma, a prescindere da questo, da tutto ciò che è stato scritto sui giornali, dalle intercettazioni, dai dibattiti spesso tristissimi e squallidi sui mass media e in TV, ciò che emerge è un esercito di ragazze, spesso giovani e giovanissime, che fanno di tutto per entrare, con le loro abilità erotiche, nelle grazie del Presidente del Consiglio. Del resto non era forse Gigi Sabani che raccontava, in tempi non sospetti, come dopo i provini per le comparse femminili delle sue trasmissioni si ritrovasse in tasca biglietti di questa o quella mamma che lo autorizzava a disporre della figlia come meglio riteneva opportuno, non escludendo l’ipotesi di letto?”
Piccola precisazione per l'amico Chessa, veramente lo slogan era “l'Utero è mio e lo gestisco io!”, sed transeat. Oddio che il femminismo specie quello degli anni settanta d'importazione yankee ma strumentalizzato dalla sinistra sia estrema che radical-chic abbia fatto dei danni è a mio modestissimo parere un dato di fatto, resta comunque la costatazione oggettiva che rispondeva ( malissimo a mio avviso) a problemi seri che le donne normali avvertivano, la discriminazione sui luoghi di lavoro, una mentalità fallocratica ( indice di fallocefalismo e di un timore della sessualità femminile. Per dirla chiaramente e crudamente quando io sento parlare di narura femminile tellurica e lunare, mi viene istintivo pensare che il maschio che le pronuncia abbia l'incoffessato timore che la fica abbia le zanne!) ed altri che se sono stati risolti ed io non credo, non lo sono stati certo per merito del movimento femminista! Anzi molto spesso le azioni femministe erano controproducenti.
Vogliamo oltretutto notare che lungi da essere femministi i film , yankees o meno, che parlano di donne occupanti posti di preminenza nel loro campo, le dipingano come o frustrate e patetiche arpie ( al cui confronto Cobram, il megadirettore galattico di fantozziana memoria, può essere considerato modello di sovrano illuminato e rispettoso della dignità dei subordinati) e nella vita privata come pessime mogli e madri, umanamente sia nel privato che nel mondo lavorativo delle stronze?
E tutto questo non è soltanto finzione filmica. E voglio mettere alcuni pintini sulle i, per le mie amiche. Il sottoscritto non è un assertore della superiorità del maschio sulla femmina e simili stronzate! Ho visto, per evitare di dire cazzate, fior di donne che ho rispettato ed ammirato, mogli e madri che riuscivano ad educare i loro figli facendosi strada nei loro campi di competenza, senza fare prestazioni in orizzontale e senza piagnucolarsi addosso per i bastoni fra le ruote che venivano messi loro.Lo so , perchè una di queste era mia madre, a cui andrò , finche campo ed anche oltre, debitore, per quello che di buono sono! Ho sempre pensato che , quando incontravo un maschilista e/o una femminista, nel 99,9% dei casi incontravo un uomo ed una donna che avevano seri problemi con se stessi. Una donna ed un uomo sicuri di loro stessi non hanno bisogno di dichiararsi superiori, se lo sono ce ne accorgiamo, e lo sono per i loro meriti personali non per il genere a cui appartengono. Penso quindi che l'uomo e la donna non siano superiori l'uno sull'altra o viceversa, ma diversi, con fini naturali diversi. E questo esula dai mestieri.
Un'altra cosa che però noto fra le donne, è l'assoluta mancanza di solidarietà. ( questo lo noto anche nel comportamento degli italiani in genere, non a caso si dice che il popolo italaino è di natura femminile!)Non esiste, o non l'ho mai vista affermarsi chiaramente, una solidarietà femminile. Da una parte può essere un'ottima cosa, al contrario di chi per complicità data dall'appartenenza allo stesso sesso, o da preconcetti sessisti, attua una politica di favoritismo verso certi gruppi, ma dall'altra vedo che molto spesso le donne non si danno una mano anche quando dovrebbero darsela, ma anzi sono le peggiori nemiche di altre donne. Per invidia ed altri sentimenti poco belli.
'altronde le labbra a canotto, i seni rifatti ed altre cose sono un tentativo di procurarsi vantaggi a scapito di rivali del proprio sesso. È ovviamente colpa del mio sesso d'appartenenza la brutta abitudine di valutare nelle donne solo la competenza nell'ars amandi e non nel campo lavorativo. Diciamo che molto spesso ci dimentichiamo uomini o donne che siamo, che quello che abbiamo in mezzo alle gambe serve ad : orinare, riprodurci e darci tanta, tanta gioia ma, ASSOLUTAMENTE, non serve a ragionare!
Continuiamo con l'analisi degli scritti, e giungiamo allo scritto di Lamendola: La donna emancipata e intelligente è la peggiore compagna possibile per l’uomo?
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=37311
Qui il Lamendola utilizza le idee di Friedrich Nietzsche, sulle donne e sui rapporti che con una donna intelligente possa avere un uomo.«Noi amiamo le donne quanto più ci sono estranee. AIMER LES FEMMES INTELLIGENTES EST UN PLAISIR DE PÉDÉRASTE.»
Bah, chi scrive fa sua l'analisi di Anacleto Verrecchia, uno dei maggiori studiosi di Schopenhauer, che diceva testualmente di Nietzsche : “se non si è voltato al momento della nascita , non ha mai visto come era fatta una donna!”, e lasciando perdere chi pensa come Massimo Fini, che l'unica femmina conosciuta da Nietzshe sia stata Federica, la mano amica, o chi pensa che il Friedrich i plaisirs di cui sopra li cercasse non amando donne intelligenti ma nerboruti maschioni.
Il fatto è che chi scrive non crede che la donna emancipata ed intelligente sia la peggiore compagna possibile per l'uomo. La femmina castrante e/o adorante non è una donna emancipata e/o intelligente, una donna intelligente ed emancipata non cerca il trionfo nell’umiliare chi è più grande di lei, ma caso mai di dimostrarsi degna se non pari a lui.
Grazie all'Intelligenza superiore e creatrice che il sottoscritto pensa esista, l'articolo di Lamendola finisce per dare a Nietzsche, un ragionamento sensato “Abbiamo visto che Nietzsche, in proposito, non è del tutto pessimista: secondo lui, anzi, esiste una strada sicura che conduce all’unione felice fra l’uomo e la donna, e che tale strada è l’amicizia. E, quando si porta la relazione tra i due sessi sul piano dell’amicizia, una amicizia, beninteso, che includa e none escluda tutto il resto, a cominciare dalla sessualità, si ragiona in termini di innalzamento e di arricchimento reciproco fra uomo e donna, non certo di abbassamento.”
Ah, il fatto di amare le donne specialmente se intelligenti non credo faccia di me uno di quei “ “progressisti”, “democratici” e “libertari”, che, quando le seguono nei loro vaneggiamenti, tentano spesso, forse inconsciamente, di nascondere a sé e agli altri il loro problema inconfessabile: l’omosessualità repressa che provoca in loro una “falsa coscienza”, nel senso sveviano di “cattiva coscienza”. Mi dispiace per il Lamendola,ma davanti a un membro maschile il mio non si inturgidisce...
Un acerta misoginia è simbolo anche quella di una omosessualità repressa...
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