sabato 18 giugno 2011

Rinascita sostiene la Banda del TAV? di Marco Cedolin

pubblico con un certo dispiacere l'ottimo articolo di Marco Cedolin, su un vero e proprio svarione fatto da un giornale, a cui ho collaborato, e che ho sempre considerato uno dei più intelligenti e controcorrente Rinascita. Devo pensare che a volte la voglia di un governo che faccia grandi opere obnubili alcuni redattori del giornale che per voler contrastare i NIMBY si arruolino nei Sodomiti Passivi Col Deretano Altrui di cui questa nazione è strapiena...


Marco Cedolin
Non senza un certo stupore, leggendo come faccio spesso l'home page del quotidiano Rinascita, mi sono imbattuto in un articolo, a firma Giuspe, dal titolo "I NO TAV nel tunnel della giustizia", all'interno del quale l'autore disserta a vario titolo sulla questione dell'alta velocità in Val di Susa, oltre a documentare la notizia dei recenti avvisi di garanzia, recapitati in questo periodo ad oltre una sessantina di persone che si battono contro il TAV.
La ragione del mio stupore è da imputarsi al fatto che apprezzando in linea di massima l'onestà intellettuale con la quale il quotidiano in oggetto viene generalmente costruito e conoscendo l'avversione della linea editoriale nei confonti della manipolazione mediatica, ben interpretata da una mia intervista sul tema, che Rinascita pubblicò lo scorso dicembre, ho faticato non poco a comprendere per quale ragione nell'articolo in questione venissero dispensate menzogne a profusione, nell'evidente tentativo di distorcere la realtà.....


L'autore scrive: "Il sottosegretario ai Trasporti, Bartolomeo Giachino, ha sfondato una porta aperta. “Nel Piano della logistica per la crescita economica del Paese – ha detto - il Corridoio 5 è fondamentale”. E’ una verità inoppugnabile. L’Europa ha messo in cantiere grandi vie di comunicazioni (corridoi paneuropei) e l’Alta velocità ferroviaria tra Venezia e Kiev è una tratta strategica. Così com’è strategico l’asse ferroviario che da Lione, passando per la Val di Susa, arriva in Ucraina. A chi potrebbe mai venire in mente d’opporsi a progetti di tal genere?"


Dimostrando chiaramente di non possedere la minima conoscenza dell'argomento, dal momento che il fantomatico Corridoio 5 ha al contrario una valenza molto relativa, poiché i traffici che dovrebbero interessarlo sono per larga parte interni ai paesi coinvolti e non transfrontalieri. A dimostrazione di ciò basti pensare che sull’asse Lisbona – Kiev transitano attualmente circa 300 TIR al giorno e si calcola che nei prossimi 30 anni si arriverà alle 1000 unità giornaliere, una cifra ridicola se paragonata alle decine di migliaia di veicoli al giorno che già oggi percorrono l’asse Trieste – Torino.
Inoltre i flussi principali al di là delle Alpi si muovono principalmente su una direttrice Nord – Sud in direzione dei porti del Nord Europa e non attraverso la direzione longitudinale Est – Ovest che viene identificata come Corridoio 5.
I traffici transfrontalieri fra i singoli stati hanno maggiore consistenza ma rappresentano la negazione di un sistema basato sul concetto dei corridoi, facendo preferire la costruzione di “maglie” imperniate sui singoli paesi.
Va anche sottolineato come il cosiddetto Corridoio 5 rispetto ad un eventuale corridoio che corra a Nord delle Alpi, presenta la complicazione di dovere attraversare la catena alpina ben due volte al prezzo della costruzione d’infrastrutture costosissime e devastanti dal punto di vista dell’impatto ambientale.
E stando alle parole di Marco Ponti, docente di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano, all’interno della direttrice Lisbona – Kiev il traffico passeggeri di lunga distanza, oltre ad essere estremamente esiguo se rapportato a quello interno ai singoli paesi, si muoverà con tutta probabilità in aereo e non in treno. Questo poiché, sulle tratte superiori ai 500 km. la ferrovia ad Alta Velocità non è competitiva con il trasporto aereo e lo sarà sempre meno in un contesto liberalizzato, poiché le tariffe dei voli tenderanno a ribassarsi come conseguenza della sempre maggiore concorrenza.
Sempre dalle parole di Marco Ponti si apprende che i traffici merci di lunga distanza, sull’asse denominato Corridoio 5 sono attualmente esigui e tali tenderanno a rimanere. La ferrovia costituisce per essi il mezzo di trasporto ideale, ma la velocità non rappresenta un requisito (basta osservare il successo delle ferrovie statunitensi con velocità commerciali nell’ordine dei 30 km/h) anzi concorre a determinare una lievitazione esponenziale dei costi, mentre invece alle ferrovie vengono richieste puntualità, costi abbordabili ed una maggiore assunzione di responsabilità sui beni trasportati. L’unica conseguenza di un simile progetto rischierà perciò di essere quella di favorire l’alternativa marittima.


E poi ancora all'indirizzo dei NO TAV: "Sono i moderni luddisti, i quali nell’Ottocento spaccavano i telai a vapore perché toglievano lavoro agli operai".


Dimostrando di conoscere poco e male la storia del movimento luddista, il momento storico e le situazioni contingenti, nelle quali il luddismo si trovò a vivere, molto ben documentate nel libro Ribelli al Futuro, di cui all'autore consiglierei caldamente la lettura.


E di seguito "Non dobbiamo interrogare gli astri per prevedere brillanti carriere politiche dei “capi” della rivolta in Val di Susa contro l’Alta velocità. Chi tira oggi i sassi contro gli operai per impedire loro di lavorare, domani lancerà invettive in Parlamento ergendosi a verace difensore del popolo".


Osservazione del tutto gratuita e priva di qualsiasi fondamento, in primo luogo perchè se l'autore conoscesse almeno a grandi linee il movimento NO TAV saprebbe che di capi non ce ne sono mai stati, in secondo luogo perchè nessun attivista NO TAV è mai andato in parlamento in virtù della sua battaglia, nè con tutta probabilità mai ci andrà. Probabilmente l'autore ha fatto confusione con quegli esponenti di partito che cavalcando la lotta contro l'alta velocità hanno raccolto voti fra i NO TAV, riuscendo così ad andare in parlamento, per poi venire regolarmente defenestrati alla tornata elettorale successiva. Con l'ausilio della confusione però non si costruisce buona informazione.


E ancora "Se i“NoTav” dovessero riuscire a resistere bloccando il cantiere fino alla fine del mese, l’Italia ci rimetterebbe una barca di quattrini in aggiunta alla perdita di una preziosa occasione di inserimento sulle linee di sviluppo europee."


Sarei oltremisura curioso di conoscere a quale barca di quattrini il buon Giuspe faccia riferimento, ma a quanto mi pare di comprendere la "barca" sarebbe costituita dai 671 milioni di euro di finanziamento europeo, che fanno da contraltare alle svariate decine di miliardi di euro che il contribuente italiano dovrebbe spendere per costruire un'opera al cui riguardo nessuno (anche se Giuspe in tutta evidenza non lo sa) ha mai prodotto qualche stima che lasciasse intravvedere una prospettiva anche remota di ritorno economico.


E di seguito: "La battaglia in provincia di Torino delle Comunità montane di Val di Susa e Val Sangone e dei Comuni di Giaglione e di Venaus è una classica affermazione del nimby (non nel mio cortile) che nel caso “NoTav” diventa strumento di lotta politica per risalire a galla (gli sbarramenti elettorali, infatti, hanno lasciato fuori dal Parlamento partiti tipo Rifondazione comunista, Comunisti italiani e analoghi)."


Rendendo un pessimo servizio all'informazione, dal momento che la lotta contro il TAV, benché sia portata avanti da cittadini che difendono l'integrità del territorio in cui vivono (cittadini che Rinascita ritengo dovrebbe difendere e non insultare) tutto è, meno che Nimby, dal momento che i valsusini difendono in primo luogo il portafoglio di tutti i contribuenti italiani, dalla mafia del cemento e del tondino.
Per quanto riguarda le possibilità di tornare a galla da parte di partiti come Rifondazione Comunista ed i Comunisti italiani, preferisco stendere un velo pietoso, dal momento che anche le pietre (che non sono giornalisti) sanno bene che questi signori riuscirebbero a tornare in parlamento solamente qualora fossero a braccetto con SEL e con il PD, non certo in virtù del sostegno a battaglie come quella contro l'alta velocità.


Poi la perla finale: "In pole position per una… promozione, c’è tale Alberto Perino, considerato il leader dei “NoTav”.


Classica affermazione esperita da chi non ha neppure una vaga idea dell'oggetto delle sue parole, ma procede ad infamare, poichè la sua posizione ideologica gli suggerisce di fare così.
Alberto Perino, Giuspe mi permetta di renderlo edotto della cosa, è un bancario in pensione di 65 anni che da oltre 20 anni si batte contro il TAV, a detrimento del proprio portafoglio e dei propri affetti famigliari. Di occasioni politiche ne ha avute sicuramente molte più di quante il buon Giuspe ne abbia avute di stare zitto, ma non ha mai accettato compromessi, nè manifestato ambizioni in quel senso e ben difficilmente le manifesterà in futuro, anche se so che la cosa può deludere chi produce disinformazione, mentre al contrario dovrebbe sentirsi chiamato a battersi contro la manipolazione mediatica e le menzogne dispensate dai media mainstream.
Dulcis in fundo, i NO TAV non sono costituiti da "rifondaroli e affini", come suggerito nella didascalia posta sotto la foto dell'articolo, ma da migliaia di persone di ogni estrazione politica o di nessuna estrazione (come il sottoscritto) che da oltre 10 anni passano le notti al gelo, ricevono manganellate e rubano tempo al proprio lavoro e alla propria famiglia, anche per difendere il portafoglio del buon Giuspe. Chiunque abbia voglia di verificarlo personalmente è invitato a visitare la Maddalena, dove i giornalisti sono sempre bene accetti, a prescindere dalla testata che rap

Nessun commento:

Posta un commento