giovedì 19 aprile 2012
ECOFASCISMO di Ettore Marano
Col nome eco-fascismo si definisce una tendenza dei gruppi di ciò che viene definita destra radicale, ad un ecologismo più o meno esasperato. Nasce da una tendenza che si trovava nel primo fascismo, con l'esaltazione in STRAPAESE della vita rurale, esaltazione che da un punto di vita intellettuale si invera poi nell'assistenza al contadinato, nelle bonifiche ed in altri provvedimenti tesi al preservamento dell'ambiente. Nella Germania la sintesi fra politica ambientalista e nazionalsocialismo, presente nelle correnti giovanili della Germania sia Guglielmina, che Weimariana “Non si deve dimenticare che il nazionalismo ha tratto buona parte dei propri concetti base dal naturalismo integralista. In Germania, l'ultra-nazionalismo e le sue derivazioni antisemite si sono unite ad una mistica della natura imbevuta di paganesimo. Gli esempi non mancano: Ernst Moritz Arndt (1769-1860), fervente nazionalista, era anche un accanito difensore delle risorse forestali; Wilhelm Heinrich Riehl celebrava i diritti della natura selvaggia; lo scrittore Ludwig Klages (1872-1956), che nel 1933 ha denunciato a gran voce l'estinzione di alcune specie, la deforestazione, lo sterminio delle popolazioni indigene, l'utilitarismo economico e il cristianesimo, era anche e soprattutto un ultraconservatore e un estremista antisemita.” (cfr. Tito Spina: ECOFASCISMO : LA QUESTIONE DELL’IDENTITA’ E DELLE ORIGINI) , si concretizza nei libri di Walter Darrè tutti incentrati sul contadinato, tanto che uno dei libri di Darrè si intitola Il Contadinato Come Fonte Di Vita Della Razza Nordica, e nel più noto La Nuova Nobiltà di Sangue e di Suolo ( Blut und Boden) Darrè ministro dell'agricoltura sviluppò in Germania anche le tesi dell'agricoltura biodinamica, e fu fautore di una ecologia radicale basata sul lavoro agrario e il rispetto della natura e delle sue leggi, e della riorganizzazione della Germania unita, fondata su corporazioni rurali, fronte della difesa ultima contro l’urbanizzazione sfrenata, la smodata industrializzazione e la desertificazione. Ma l'ecologia negli anni trenta si sviluppa anche nell'opera legislativa di (Horribile Auditu per alcuni ecologisti!) un cacciatore inveterato, come il Maresciallo del Reich, nonché Gran Guardiaboschi del Reich, Hermann Goering, la cui legislazione contro la vivisezione e per i diritti degli animali è ancor oggi ritenuta all'avanguardia.
“Anche se la morte di Darré, avvenuta nel 1953, svelerà un doloroso fallimento, possiamo dire che la Germania nazista è stato, in fondo, l'unico paese a tentare di avviare una politica agraria che fosse svincolata dagli interessi plutocratici e capitalisti.”(Tito Spina opera citata).
Su questo ed altri aspetti del regime nazionalsocialista si devono consultare testi quali Nicholas Goodrick Clark Il Sole Nero e Le Radici Occulte Del Nazionalsocialismo ed il fondamentale Ecologia e Società nella Germania Nazista: Walter Darrè ed il partito dei verdi di Hitler, di Anna Bramwell , Reverdito Editore 1988; dopo la guerra nei movimenti che per comodità chiameremo di estrema destra radicale, o neofascisti una certa spinta ecologista, animalista a si ha sotto gli influssi di Maximiani Portas, un'intellettuale francese di origini greche, che stabilitasi nel primo dopo guerra in India adotta il nome di Savitri Devi, con cui è più conosciuta. È un'icona, come si direbbe oggi, del “neonazismo” in specie quello giovanile, e mischia elementi shivaitici ad una visione religiosa del Nazionalsocialismo, per cui Hitler essendo un avatar o una reincarnazione di Visnù, non può essere morto e ritornerà alla fine dei tempi. In una sua opera The Impeachment Of Man, accusa l'uomo di aver distrutto la natura e gli animali ed attacca la religione cristiana e tutte quelle del libro, per l'assunto che tutti gli esseri viventi siano al servizio dell'uomo, in quanto rappresentazione del Creatore.
In questo si riallaccia alla visione di Haeckel (1834-1919) padre dell'ecologia moderna il quale ha identificato quei caratteri organistici e biologici dello sviluppo del mondo, che danno la priorità assoluta all’essere vivente, scoprendo quegli elementi comuni alla visione “ biocentrica” e in opposizione all’antropocentrismo. Il postulato fondamentale, cioè l’unità della materia inerte e della materia vivente, attualmente è conosciuto come “olismo”( sempre Tito Spina, opera citata).
In questo brodo di cultura si capiscono le problematiche che danno origine al Green Libertarian Nazi Party di Bill White. Ma anche un'avversione nell'estrema destra per le energie nucleari, un'avversione per la civiltà presente, per l'industrializzazione selvaggia e la cementificazione. In America nei primi anni ottanta si vedrà un fiorire di piccole comunità razziali bianche una delle quali darà la base al movimento di lotta armata Order, capeggiato da Robert Matthews. Infatti anche le teorie del White Bastion ovvero della formazione di uno spazio vitale bianco nel nordovest americano si basa su una restaurazione di una civiltà a base prevalentemente contadina, perché nel contadinato i sostenitori della supremazia bianca vedono la base della civiltà occidentale bianca. Passando all'Italia i primi Gruppi Ricerca Ecologica negli anni settanta nascono nel settore più radicale del neofascismo italiano, quello che si rifa alla rivista Linea di Pino Rauti. E negli anni presenti settori sempre più pregnanti di quella che per comodità si chiama destra radicale guardano alle teorie della Decrescita Felice, ovvero del movimento creato da Maurizio Pallante che parte dal presupposto che la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui ad un aumento del Prodotto interno lordo (PIL) si riscontra una diminuzione della qualità della vita (http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_la_decrescita_felice) e che parte dalla constatazione che per produrre delle cose se ne sprecano in maniera irreparabile altre in misura maggiore dei presunti benefici prodotti.
Uno degli esempi portati che se un vasetto di yogurt a livello spicciolo può costare sui banchi di un supermarket diciamo 20 centesimi, fra utilizzo di materiale, carburante etc ci costerà a tutti noi a livello globale, molto di più che se ce lo facessimo in casa.
Possiamo anche pensare ad un'altra cosa che è di attualità. Il terremoto di Haiti ha portato alla luce i guasti del libero mercato, anche se ovviamente certe trasmissioni interessanti vengono relegate in orari di nicchia. In questa trasmissione fra l'altro si diceva che Haiti , paese produttore di riso, ormai importa il riso dal sud degli Stati Uniti (Arkansas fra l'altro, e non si vorrebbe pensare male , ma il Presidente USA che più ha imposto la politica economica ad Haiti era Clinton, governatore dell'Arkansas!), si parlava con coloro che vendevano il riso al mercato e tutti dicevano che pur essendo il riso Haitiano, incomparabilmente migliore di quello importato, comunque grazie alle politiche di libero mercato il riso di importazione costava meno e la gente del posto comprava quello, mentre gli americani compravano le piantagioni di riso...Quindi piano piano le risorse agricole del paese passavano in mano straniera, lasciando da parte il discorso se gli Haitiani possano avere o meno una classe dirigente interessata all'indipendenza politica del Paese, gli svantaggi in termini economici dati dalla cosiddetta libera circolazione delle merci sono grandi e portano alla completa dipendenza politica ed economica di un paese
Pure se il movimento viene studiato con attenzione da alcune frange della destra radicale in gran parte il movimento può essere considerato, per quanto queste distinzioni possano avere un senso, di una sinistra per quanto libertaria e non dogmatica.
Uno dei teorici a cui si riallacciano i seguaci del movimento, ovvero Serge Latouche, in Eco-fascismo o Eco-democrazia, del 2005, prospetta al posto di un'ecocrazia totalitaria che imponga alle masse un'ecologia radicale e provvedimenti impopolari, finalizzati alla salvaguardia del pianeta, una democrazia dei demoi, cioè cittadine di un massimo di trentamila abitanti che potrebbero fra loro portare ad una auto-sufficienza.
Un tipo di società del genere viene adombrata nel libro -saggio di Guillaume Faye Archeo-Futurismo, in cui dopo una convergenza di catastrofi naturali dovute alla modernità sfrenata , scioglimenti dei ghiacciai che porterebbero alla sommersione di diverse città fra le quali New York , carestie che porterebbero all'invasione dal terzo mondo di masse di affamati ed una serie di conflitti globali, etc. etc. il risultato sarebbe un mondo con una popolazione notevolmente diminuita, in cui la tecnologia sarebbe in mano ad una casta di super burocrati illuminati, mentre tutto il mondo e le economie ritornerebbero ad una sorta di società Amish, in gran parte pagana.
Ovviamente come detto sopra, la tecnologia sarebbe in mano a pochi eletti, magari la popolazione del globo diminuirebbe di almeno il 40%, e chi lo afferma a cuor leggero, ovviamente, si considera nel restante 60% , chi scrive invece pensa che certe cose non si possano far pagare a chi non ne ha colpa.
Altri parlano della specie Homo Sapiens Sapiens come la specie che porterebbe alla distruzione il pianeta, ma paiono non ricordarsi che questa specie è l'unica ad avere il raziocinio, quindi è l'unica che potrebbe portare , usandolo senza pensare all'avidità, ad una soluzione dei mali del pianeta...
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