martedì 8 giugno 2010

FRANCIS PARKER YOCKEY ED IL DESTINO DELL'EUROPA ALFONSO DE FILIPPI



ALFONSO DE FILIPPI

FRANCIS PARKER YOCKER

ed il destino dell'Europa

APPUNTI PER UNA PREMESSA





“Per Arnaldo (Mussolini), l’Europa correva tre pericoli mortali: il bolscevismo, la plutocrazia statunitense e la potenza delle razze di colore, una potenza fisica, una forza del numero….. La via indicata da Roma avrebbe potuto rappresentare l’ultima speranza per un continente condannato dall’incapacità dei suoi governanti democratici a fronteggiare questi pericoli” Marco Curzi L’Internazionale delle Camicie Nere(Mursia, Milano, 2005, pag. 393)



“Il Fascismo duro è sempre stato paneuropeo. Il tema dell’unità dell’Europa è già molto importante negli anni 30. A condizione che sia una “buona Europa”, non l’Europa dei mercanti, non l’Europa dei finanzieri o dell’internazionale comunista…un’Europa virile, eroica, bianca…” Zeev Sternhell La Destra alla conquista delle coscienze? in Diorama LetterarioAprile 1989.



Roger Eatwell Fascism a History(Pimplico, London, 2003) pag188 “Vi era sempre stato nel Nazismo un filone che era europeo più che nazionale, sebbene in un certo senso, tale antitesi sia falsa dato che molti nazisti vedevano la Germania come il leader naturale dell’Europa. Ma vi era anche un aspetto più genuino dell’europeismo nazista…” Pag. 193 Hitler “….mirava a un nuovo ordine europeo più che alla rinascita della Germania- Una Europa Ariana che sarebbe stata in grado di superare i mali gemelli del comunismo sovietico e del capitalismo americano”



“ Tutti i fascisti … parlavano di una crisi generale della civilizzazione europea… e non tanto di difendere o restaurare una civilizzazione ormai decrepita quanto di creare una nuova civiltà di uomini nuovifatti a loro immagine … Per quanto ciò possa sembrare pretenzioso, il punto era che i fascisti vedevano la loro missione rigenerativa sia a livello nazionale che internazionale; essi concepivano il loro ruolo in termini europei”Philip Morgan Fascism in Europe 1919-1945 Routledge, Gran Bretagna, 2003, pag. 161



“..la guerra del nazionalsocialismo era la guerra per l’indipendenza e l’unità dell’Europa contro gli imperialismi russo e americano e.., quale ne fosse il prezzo , essa avrebbe conservato all’Europa e all’uomo banco il suo posto nel mondo.”A. Romualdi Il Fascismo come fenomeno europeo (Edizioni de L’Italiano,s.a.i.pag. 184)



“Dal 1940 in poi il piccolo nazionalismo statale della maggior parte dei fascismi si trasformò progressivamente in un nazionalismo pluralista dai grandi spazi e pertanto, soprattutto a partire dal 1943, il nazionalfascismo si convertì in Eurofascismo H-W.Neulen L’Eurofascismo e la seconda guerra mondiale(Volpe, Roma, 1982, pag. 7).



“Riorganizzata su base razziale e dominata dalla Germania, l’Europa sarebbe diventata lo strumento della volontà nazionalsocialista di dominare il mondo. Tutte le scelte d’ordine tattico e persino le soluzioni di carattere provvisorio, come il mantenimento delle nazionalità europee, la divisione dell’URSS in territori coloniali da adibire a questo e quello scopo e la delimitazione delle rispettive sfere d’influenza dell’Italia e della Germania, restarono subordinate al concetto fondamentale di un’Europa, nuova potenza mondiale di fronte alla quale agli Stati Uniti non sarebbe rimasto altro da fare che dichiararsi vinti” AA VV Dizionario dei Fascismi (Bompiani, Milano, 2002, pag. 460.)

Occorrerà dirlo: sotto la svastica, nella fornace della guerra, aveva cominciato a nascere un’Europa diversa. Quisling, il capo del governo fascista di Norvegia, la prefigurò in un discorso del 1942 “L’Europa, stretta fra i due colossi che le sono cresciuti accanto, si troverà in pericolo se non sarà unita in una stabile federazione di libere nazioni.”Un’Europa “di libere nazioni”, però “unita”. Ovviamente, Quisling è divento sinonimo della vergogna collaborazionista Maurizio BlondetComplotti II(Il Minotauro, Milano, 1996, pag. 44. )



Domenico Losurdo Nietzsche, il ribelle aristocratico(Bollati Boringhieri, Torino, 2002, pag 841e segg. )“.ancora all’immediata vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale, un testimone diretto del nazismo- proviene dalle sue file-(H.Rauschning) sottolinea il pathospaneuropeodi questo movimento, che, in nome già della affinità razziale, a lungo insegue l’idea dell’alleanza con l’Inghilterrae con altri paesi coi quali pure avrebbe finito con l’impegnarsi in uno scontro mortale. Un inno all’uomo europeo scioglie Rosenberg, e quest’inno Goebbels continua ad intonarlo mentre i paesi europei sono impegnati in una lotta mortale l’un contro l’altro. Il fatto è che il Terzo Reich continua ad atteggiarsi ad autentico rappresentante della civiltà e della storia dell’uomo europeoe dell’aspirazione all’unità dell’Europa. Particolarmente espressiva, da questo punto di vista, è la figura di Himmler: egli rimase: sempre dell’idea che l’autorità, in Europa, dovesse appartenere ad un’elite razziale organizzata in squadre di SS, prive di legami di nazionalità.. Non si comprende nulla dell’irresistibile ascesa di Hitler, se non si tiene presente il bilancio al tempo stesso geopolitico e ideologico da lui tracciato della catastrofe del primo conflitto mondiale: bisognava porre fine a quella sorta di guerra di secessione che aveva dilaniato i popoli di civiltà superiore, attraverso un’opportuna delimitazione delle sfere di influenza coloniale e civilizzatrice, bisognava ricostruire l’unità in primo luogo dei popoli nordici……,in modo da fronteggiare congiuntamente la minaccia barbarica rappresentata sia dalla rivolta delle razze inferiori sua dalla rivoluzione promossa dai bolscevichi; essi stessi legati, da affinità razziale o elettiva, ai popoli di colore; la liquidazione di questi pericoli avrebbe posto fine una volta per sempre al ciclo sovversivo che da lungo tempo infuriava in Occidente, sventando il pericolo del suo tramonto e anzi gettando le basi per una sua rinascita e il superamento delle sue lacerazioni.” …. “Nel corso della seconda guerra mondiale, non mancano ideologi del Terzo Reich che invitano le popolazioni dei paesi occupati a superare le meschinità e i provincialismi dei conflitti nazionali per collocarsi dal punto di vista dell’ Europa unita; e nel far ciò si richiamano a Nietzsche”



Domenico Losurdo in Guerra preventiva, americanismo, antiamericanismo in Rosso XXIN. 17 Gennaio 2004,: “In ultima analisi, il terzo Reich si presenta come il tentativo, portato avanti nelle condizioni della guerra totale e della guerra civile internazionale, di reagire al pericolo del tramonto del suicidio razziale dell’Occidente e della razza superiore, realizzando un regime di white supremacy su scala planetaria e sotto egemonia tedesca.”




CAPITOLO 1°
UNO YANKEE FUORI DAL GREGGE.

L'autore di queste pagine meditava da tempo di scrivere un saggio su F.P.Yockey, adesso spera che questo tentativo possa costituire la base per un futuro più ampio lavoro. Per narrare le avventurose vicende dell'autore di IMPERIUM ci siamo serviti dell'opera di K.R.Bulton VARANGE THE LIFE AND THOUGHT OF FRANCIS PARKER YOCKEY- Renaissance Press P:O: box 1627 Paraparaumu Nuova Zelanda casa editrice presso la quale è possibile reperire alcune delle opere di FPY oltre ad una rivista ( THE NEXUS ora WESTERN DESTINY ).
FPY o Ulick Varange nacque a Chicago il 18 aprile 1917 in una famiglia di origini europee. Dimostrò fin dalla più giovane età una brillante intelligenza rivelamdosi anche un abile pianista; fra i suoi primi scritti ricordiamo ON THE PHILOSOPHY OF COSTITUTIONAL LAW ( 1938) e l'articolo THE TRAGEDY OF YOUTH pubblicato il 21 agosto del 1939 sul periodico americano SOCIAL JUSTICE di Charles Coughlin noto ecclesiastico cattolico, predicatore radiofonico, ed animatore di gruppi populisti antisemiti; questo articolo fu ripubblicato in YOCKEY : FOUR ESSAYS Nordland Press USA1971.
Nel 1940 appare il saggio LIFE AS AN ART in cui traspaiono influenze nietzschiane e spengleriane, concezioni elitaristiche e gerarchiche e riferimenti ad un ideale Impero dell'Occidente. In seguito avrebbe sostenuto di aver elaborato la propria filosofia politica – i cui principi riteneva assolutamente impersonali – e che definiva Imperialismo già verso il 1938, molto prima di aver toccato il suolo europeo. Nel 1939 partecipò ad un meeting delle Camicie d'Argento – un gruppo nazionalista americano guidato da W.D.Pelley e sarebbe entrato in contatto nello stesso periodo con gruppi quali il GERMAN AMERICAN BUND raggruppante i filonazisti tedescoamericani e AMERICA FIRST un gruppo isolazionista che si opponeva ad un intervento USA contro l'Asse1.
Anche gli autori più ostili a FPY ( M.A.Lee THE BEAST REAWAKENS Little&Brown, London 1997, Kevin Coogan DREAMERS OF THE DAY: FPY & THE POST WAR FSCIST INTERNATIONAL , Autonomedia USA 1999) riconoscono la sua grande intelligenza ( q.i.170) pur mettendone in risalto certi lati negativi del carattere; la mancanza di attitudini per la vita pratica, un'eccessiva autostima e la difficoltà di trovare un modus vivendi con gli altri. Ci è ignoto comunque se ed in che misura avesse rapporti con la Germania prima e durante la guerra.
FPY seguì un rigoroso curriculum studi laureandosi in legge, Summa Cum Laude,nel 1941 all'Università di Notre Dame. Nonostante fosse contrario all'intervento si arruolò e fu destinato ad un campo militare in Georgia. Qui un crollo nervoso l'avrebbe fatto congedare nel 1943, parrebbe che avesse simulato per evitare di essere mandato a combattere contro l'Asse, era indubbiamente tenuto d'occhio come politicamente sospetto.
Pazzo però non doveva essere in quanto che , tornato alla vita civile, ricoprì incarichi legali nel Michigan. Ci fu poi la svolta decisiva : riuscì ad ottenere un posto nella commissione per i crimini di guerra e fu inviato in Germania, come assistente legale per la pubblica accusa ad un processo contro esponenti nazionalsocialisti a Wiesbaden. Si può ritenere che intendesse aiutare gli imputati; sicuramente non fece molto contro gli stessi e ben presto gli fu comunicato che la sua opera non era più richiesta e da allora fu considerato un personaggio da tenere d'occhio. Anche negli anni seguenti FPY continuò a dare una mano ai presunti criminali di guerra.

CAPITOLO 2°
IMPERIUM :
FILOSOFIA DELLA STORIA
E DELLA POLITICA
Nel 1947 il domicilio di FPY viene visitato dai servizi di informazione USA, per cui il nostro trovò più salubre prendere il largo., abbandonando la moglie due figliolette. Si stabilì in Irlanda ed ivi , a Brittas Bay, in una tranquilla locanda presso la riva del mare si mise a buttare giù le sue considerazioni.
Queste daranno vita alla sua opera fondamentale IMPERIUM: PHILOSOPHY OF HISTORY AND POLITICS, un grosso libro di più di 600 pagine che , in un primo tempo, uscì in due tomi; per curiosa coincidenza , come un altro suo compatriota di fede comune, Ezra Pound, egli scrisse la sua opera senza consultare alcun testo.
Si firmò Ulick Varange uno pseudonimo abbastanza significativo: ulick è in fatti un nome irlandese di origine danese significante ricompensa della mente, mentre Varange si rifa ai Vareghi, i vichinghi di Rurik, che invitati da elementi locali , scesero dal nord a civilizzare lo spazio russo ed a porre le basi del futuro impero moscovita.
I 2 nomi simboleggiano così l'unita del grande spazio europeo dall'Irlanda agli Urali.
Il libro è dedicato all'eroe della 2 guerra mondiale, un personaggio citato senza farne il nome. Il lettore che si cimentasse nella non spiacevbole lettura di IMPOERIUM non tarderebbe a riconoscervi il capo della Germania Nazionalsocialista.
Parlando ancora di questo eroe in una ulteriore opera , IL NEMICO DELL'EUROPA ( FPY THE ENEMY OF EUROPE;Liberty Bell Pubs.1981, pp.34-35)FPY dichiarerà “ egli rappresentò un nuovo tipo etico che ispirerà e formerà interiormente tutti i futuri uomini di primo piano dell'Occidente. Il biasimare i suoi errori dopo la seconda guerra mondiale è stato semplicemente spregevole. Ogni gazzettiere e parolaio sostengono di saperne di più del grande uomo. Costoro dicono che non avrebbero commesso questo o quello dei suoi errori. In effetti essi non sarebbero mai riusciti a raggiungere una posizione in cui avrebbero potuto combinare qualcosa! L' eroismo resta e non si spreca mai. Finché gli uomini sopravvivono ad un Eroe essi vengono influenzati da Lui e dalla Sua leggenda. egli vive nello spirito e continua ad agire sui fatti e sulle azioni”.
Analogamente si fa più volte riferimento al filosofo della nostra era in cui si può agevolmente riconoscere Spengler.
Il testo risente anche dell'influenza di Schmitt e vengono esaltate le concezioni geopolitiche di Haushofer.
Maestri spirituali sono anche Kjellen, Sombart, Le Bon Nietzsche, e vengono lodati Napoleone ed il Duce.
Per un'eventuale traduzione di Imperium in italiano rimangono le considerazioni all'opera dedicate da Evola in Presupposti Spiritali e Strutturali dell'Unità Europea, apparso nel 1951 sulla rivista Nazione Europa e ripreso in SAGGI DI DOTTRINA POLITICA, Mizar, Sanremo 1979, a cura di Renato Del Ponte2.
Evola iniziava col definire IMPERIUM “opera significativa” e continuava “....il Varange ...non è in termini puramente politici che vorrebbe difendere la la tesi dell'unità politica europea, a ciò egli parte da una filosofia generale della storia e della civiltà che si rifa ad Oswald Spengler” e dopo aver sunteggiato le concezioni dell'autore del TRAMONTO DELL'OCCIDENTE Evola continuava sottolineando come FPY seguisse lo Spengler non solo nelle linee generali della concezione della storia del Tedesco, ma “anche nel considerare il mondo europeo alla stregua di uno di questi organismi di civiltà muniti di vita propria, sviluppanti una loro idea, seguenti un proprio destino,. Inoltre lo segue nel constatare lo segue nel constatare che la fase ciclica in cui si trovano l'Europa e l'Occidente è quella della CIVILIZZAZIONE. Ma a differenza dello Spengler il quale, almeno in un primo tempo, con riferimento a ciò aveva lanciato la nota formula del tramonto dell'OCCIDENTE, egli3 cerca di capovolgere il negativo nel positivo...e parla di forze che obbedirebbero ad un imperativo di rinascita a valori irriducibili al materialismo ed all'irrazionalismo ed al razionalismo. Lo sviluppo ciclico al di là delle rovine del mondo di ieri e della civiltà del mondo del XIX° secolo, spingerebbe l'Europa verso una politica nuova , l'era della politica assoluta , della sovranazionalità e dell'autorità, quindi anche dell'IMPERIUM. Seguire questo imperativo biologico nell'Epoca della civilizzazione oppure perire sarebbe l'alternativa per la stessa Europa4.”
Continuava Evola “ ...seguendo un tale ordine di idee allo ieri , al passato apparterrebbero idealmente non solo la concezione scientista e materialista dell'Universo, ma altre sì Liberalismo e Democrazia, Comunismo ed ONU, stati pluralistici e particolarismo nazionalista. L'imperativo storico sarebbe di realizzare l'Europa come una unità di NAZIONE CULTURA RAZZA STATO, presso ad un risorgente principio di autorità ed a nuove, precise, biologiche discriminazioni fra amico e nemico, mondo proprio e mondo alieno=barbaro...”.
Dopo di che Evola passava a trattare uno degli aspetti più interessanti e suscettibili di approfondimento ed aggiornamento dell'opera di FPY “...varrà accennare a ciò che il Varange chiama patologia della civiltà. La realizzazione della legge interna e naturale di una civiltà quale organismo può essere ostacolata da processi di distorsione ( CULTURE DISTORTION) quando elementi estranei, al suo interno, ne indirizzano le energie verso azioni e fini che sono privi di relazione con le sue esigenze reali e vitali e che fanno invece il gioco di forze esterne Ciò trova applicazione diretta nel campo della guerra, l'alternativa vera non essendo secondo il Varangefra guerra e pace, ma fra guerre utili e necessarie ad una civiltà e guerre che questa civiltà alterano e disgregano. Il secondo è il caso quando non si scende in campo contro un nemico reale minacciante biologicamente l'organismo materiale e spirituale della propria cultura...ma quando una guerra scoppia all'interno di una civiltà come proprie accaduto per l'occidente con le ultime conflagrazioni mondiali. In esse dei capi di nazioni hanno preferito la rovina dell'Europa ed il fatale assoggettamento delle proprie nazioni a popoli stranieri o barbari d'oriente ed occidente piuttosto che cooperare con un'Europa nuova che tendeva a superare il mondo del XIX secolo ed a riorganizzarsi sotto nuovi simboli di autorità e socialità. L'effetto fatale ed ormai ben visibile di ciò non è stata la vittoria di alcune nazioni europee su bensì quello dell'Anti Europa , di Asia ed America sull'Europa in genere. quest'accusa colpisce in modo specifico l'Inghilterra, ma dal Varange viene estesa agli stessi USA, ritenendo egli che tutta la politica interventista statunitense si sia sviluppata per effetto di una distorsione di civiltà indirizzandosi verso scopi privi di un nesso organico con le necessità vitali nazionali.”
Possiamo ricordare qui quanto scritto dallo storico britannico John Barraclough HISTORY ON A CHANGING WORLD, Oxford 1955 pag,.183 “ la guerra 1939-1945, apparirà come il conflitto decisivo nel quale l'Europa suicidandosi cedette la sua supremazia sui popoli di colore.”
Nel già citato VARANGE THE LIFE AND THOUGHT OF FPY, Bolton scriveva “ ...FPY inizia dove Spengler si è fermato...utilizza l'analisi ciclica della storia: il fiorire e la caduta delle civiltà secondo le leggi organiche ma a ciò aggiunge il suo concetto della patologia culturale che include il parassitismo culturale, la distorsione culturale ed il ritardo culturale.” Tale terminologia si riferisce ai modi in cui le intrusioni aliene infettano lo sviluppo di una civiltà e la deviano dal suo destino organico del corso della vita proprio come la crescita di un albero puo non raggiungere la sua pienezza se esso viene strangolato dalle erbacce. Nel caso della civiltà occidentale - secondo IMPERIUM – il fattore deformante5 corrisponde alle mire del POPOLO NAZIONE CULTURA STATO ebraici, gli interessi dei quali sono in antitesi con quelli della cultura ospite.
Il destino dell'Occidente potrebbe venire realizzato solo qualora l'Occidente stesso si liberasse dalla morsa del nemico esterno e del traditore interno6.
Ma cos'è per FPY l'ebreo?
Leggiamo in IMPERIUM , pag.311 “...L'ebreo fa parte di una cultura diversa .quando nacque la cibiltà occidentale gli ebrei erano diffusi ingran parte di quest'area vicinissimi alla Spagn ed all'Italia. La civiltà araba che si trovava nel suo stadio finale aveva creato gli ebrei come un'unità e loro rano immessi in questa civiltà declinante. Per questo le idee forza della cultura occidentale non toccano le corde intime degli ebrei. Essi si mantengono separati da tutto ciò che è occidentale.”7
Pag.384, op.cit. “...In ogni settore della cultura occidentale l'ebreo ha sviluppato il proprio gusto e le proprie preferenze e qundo interviene nella vita pubblica dei popoli occidentali si comporta in maniera differente cioè secondo lo stile politico della RELIGIONE STATO NAZIONE RAZZA POPOLO ebraico.”
E secondo FPY sfocia inevitabilmente in una differenza riguardo alle mete da raggiungere in ambito storico un organismo estraneo non può che tentare di piegare quello ospite ai propri fini.
Tornando all'articolo di Evola che riassumeva IMPERIUM “...I ritmi si accelerano e per l'Occidente si tratta di riconoscere o no l'imperativo corrispondente alla fase attuale del suo ciclo. Quello di superare il frazionamento...e di far sorgere l'unità della Nazione stato europea formando blocco contro l'anti Europa. Il compito in un primo tempo sarà interiore e spirituale. L'Europa deve sbarazzarsi dei traditori, dei parassiti dei deformatori. Occorre che la cultura europea si disintossichi dei residui delle concezioni materialistiche, economicistiche, egualitarie e nazionalistiche del XIX° secolo. In un secondo tempo, l'unità rinnovata dell'Europa come civiltà dovrà trovare l'espressione in una politica corrispondente da perseguirsi anche a prezzo di guerre civili e di lotte contro le potenze che vogliono mantenere l'Europa sotto il loro controllo. Federazioni, unioni doganali ed altre misure economiche non possono costituire delle soluzioni, è da un imperativo interiore che deve sorgere l'unità imperativo che va realizzato perfino quando esso apparisse economicamente svantaggioso, il criterio economio non potendo più valere come ultima istanza nell'era nuova. In un terzo tempo potrà presentarsi il problema dello spazio necessario per la sovrappopolazione della Nazione Europa, per il che il Varange vede lo sbocco verso Oriente dove sotto maschera comunista si raccoglie ed organizza la potenza di razze secolarmente e biologicamente ostili alla civiltà Occidentale.”
Esaminiamo qualche argomento particolare. Scriveva M.Lee in THE BEAST REAWAKENS pag.96 “Yockey divergeva dall'Hitlerismo almeno riguardo ad un aspetto fondamentale. Egli criticava le concezioni razziali basate esclusivamente su fattori biologici come grossolane e provvisorie. Respingendo le concezioni razziali materialistiche basate sui fattori genetici e , FPY riteneva che la razza fosse innanzitutto una questione spirituale. La razza secondo FPY aveva meno a che fare con un ti po fisico quanto con l'ethos psichico ed il carattere innato di una società”. In realtà FPY si rifaceva alle concezioni di Spengler stesso il quale nei suoi ultimi scritti in polemica con il Nazionalsocialismo si scagliava contro le concezioni più o meno biologiche del razzismo. Per FPY i popoli al di fuori della civiltà occidentale sono barbari ma ciò non implica necessariamente una valutazione razziale.
Inoltre sopravvalutando l'influenza dell'ambiente egli giungeva a valutare positivamente le strambe teorie dell'antropologo ebreo F.Boas secondo cui il solo nascere nel continente nordamericano provocava ai figli degli immigrati mutamenti antropologici! Ciò non vuol dire che FPY fosse un antirazzista.
A pag.276 leggiamo “ alcune stirpi sono certamente più dotate di altre riguardo a determinate tendenze dello spirito. Le particolarità spirituali sono differenti così come le particolarità del fisico. Non bisogna badare all'altezza del corpo ma anche a quella dell'anima.”
Ricordiamo, peraltro, che FPY rimase sempre convinto dell'inferiorità dei negri rispetto ai bianchi, in questo in buona compagnia8, fra tutti Abramo Lincoln. Spesso per il nostro le cosiddette razze sono un prodotto della storia “ ….un gruppo che sia anche una comunità spirituale tende ad acquisire un aspetto razziale...nella storia d'Occidente la prima nobiltà tese a costituirsi come razza per completare la sua unità sul piano spirituale ”.
E così “ La razza influenza la storia fornendone il materiale, i suoi tesori di sangue, onore e forti istinti. Da parte sua la storia influenza la razza fornendo alle comunità protagoniste della storia uno stampo razziale oltre che spirituale” pag.2809 “ ...la gerarchia delle razze si basa sulla forza della volontà di potenza, in relazione alla realtà storica oggettiva. Così una gerarchia non può ovviamente avere una validità eterna.”pag.285 op.cit.
Soprattutto aver razza è sinonimo di aristocrazia “...gli uomini di razza sono diffusi in tutte le popolazioni ed ovunque in ogni comunità essi producono i guerrieri, i capi i creatori, nella sfera della politica e della guerra” pag.294.
Cogliamo qui solo qualche spunto come ci è consentito dalla complessità e dalla ricchezza di IMPERIUM. Nel libro si parla spesso e favorevolmente di socialismo nell'accezione spengleriana di PRUSSIANESIMO E SOCIALISMO (AR, Padova 1994)” ...socialismo è un principio etico e sociale e non un progrmma economico di qualche sorta.Esso è antitetico all'individualismo che produce il capitalismo. La concezione istintiva ed evidente è:ognuno per tutti”op.cit pag.79.
Si puo vedere come FPY , oltre alla critica fatta a Norimberga ed agli altri processi puo essere considerato come uno dei pionieri del cosiddetto revisionismo. A pag.53 leggiamo “… a proposito della massiccia propaganda postbellica sui campi di concentramento diffusa dal regime di distorsione culturale imperante a Washington. Questa propaganda proclamò che 6 milioni di appartenenti alla Cultura Nazione Stato Chiesa Popolo Ebraico erano stati uccisi nei campi insieme ad altre vittime.Questa propaganda era diffusa su scala mondiale e fu di una mala fede pensata ad hoc per una massa uniformizzata, ma era semplicemente rivoltante per ogni europeo capace di pensare con la propria testa.Tecnicamente non gli mancava nulla. Furono diffuse a milioni fotografie. Migliaia di quelli che avrebbero dovuto perire pubblicarono resoconti delle loro esperienze in quei campi. Centini a di migliaia si arricchirono col mercato nero nell'Europa del dopoguerra. Camere a gas mai esistite furono fotografate e si inventò una camera a gas semovente per suggestionare i soggetti appassionati di questioni tecniche.” Possiamo poi trarre da IMPERIUM alcune considerazioni sugli stati uniti e l'opera dei deformatori culturali.
Essendo gli USA una colonia europea essi si rivelarono i più indifesi di fronte agli elementi alieni all civiltà occidentale anche a causa della crescente tendenza alla multietnicità della loro popolazione. A pag.496 “...Mentre i deformatori culturali aumentavano il loro potere sociale , il processo di assimilazione venne ritardato per mantenere l'America in una condizione caotica di disarticolazione spirituale e divisione, gi sforzi difensivi da parte degli americani di sentimenti nazionalisti volti ad abolire o diminuire l'immigrazione vennero frustrati..” ed a pag.500 “ il movimento dei negri è un potente strumento di deformazione culturale e venne organizzato poco dopo l'avvento al potere dei deformatori nel 1933. in modo simile si frenò artificialmente il processo di assimilazione di recenti gruppi i immigranti, dato che ogni gruppo di mentalità estranea è uno strumento della deformazione culturale.” D'altra parte ( pag 514) “ il risultato della guerra di secessione fu che i negri vennero privati della loro sicurezza e consegnati alla schiavitù finanziaria e d una civilizzazione industriale matrice di problemi che loro rimangono incapaci di risolvere.”
Seguendo il discorso di FPY possiamo vedere come , grazie anche all'opera di gruppi bem identificabili, la situazione degli europei d'America si è andata progressivamente deteriorando come documentno libri quali THE DISPOSSESSED MAJORITY di W.Robertson, e WHICH WAY WESTEN MAN di W.G.Simpson e MY AWAKENING di D.Duke.
La situazione è ormai al punto che E. Carreto su IO DONNA poteva scrivere il 29 aprile 2000 “ nel 2030 i bianchi saranno in minoranza rispetto all'insieme delle altre razze.” ed indubbiamente qualche cosa di simile sta accadendo anche in Europa10.
Ricordiamo infine che l'ultimo brano di IMPERIUM l'unico a quanto ci risulta tradotto in italiano apparve nell'antologia I PROFETI DELL'IMPERO AMERICANO a cura di Piero Bairati, Einaudi Torino. Si tratta del Capitolo America pag.591-595. Ne cogliamo alcuni passi “...Fattore di debolezza dell?impero americano è il fatto che il disagio culturale legato al ritardo dell'America ha impedito il sorgere di un vero pensiero imperiale. Il pensiero imperiale non può svilupparsi in un paese saturato dalla propaganda pacifista , dalla follia dei piaceri considerati unica fonte di felicità e della mediocrità intellettuale come idea spirituale dominante...E non bisogna pensare che un pensiero imperiale cominci a svilupparsi perché un gruppo culturalmente straniero persegua lo scopo di utilizzare la supina popolazione americana come unità biologica per attuare la propria vendetta contro la popolazione occidentale. Un pensiero imperiale può nascere spontaneamente negli strati superiori. E proprio perché in America questi strati superiori mancano totalmente non sorgerà in America alcuna forma di Pensiero imperiale.” gli USA non possono essere altro che una nuova Cartagine e ripetiamo “anche nelle aree culturalmente più progredite dell'Europa non si è ancora compreso che l'America in quanto preda dello stravolgimento culturale dei suoi valori è nemica irriducibile dell'Europa.” Rimandiamo i lettori al sopra citato articolo di Evola per le critiche, in larga parte condivisibili che l'autore di RIVOLTA CONTRO IL MONDO MODERNO muoveva a FPY; possiamo qui riportare quanto si leggeva in un libro scritto alla fine degli anni 50 da Bardeche”...fra i fascisti americani non ci sono stati grandi dottrinari o grandi capi intellettuali . La prematura scomparsa di Yockey, l'autore di IMPERIUM ha lasciato un vuoto che non è stato colmato. IMPERIUM comntiene un certo numero di idee interessanti espresse troppo sistematicamente e che manifestano un certo settarismo intellettuale che limita certamente la portata di questo libro di valore tuttavia sul piano ideologico è uno dei più notevoli contributi del fascismo americano del dopoguerra.”
Intanto FPY stava stringendo contatti con colui che era stato uno dei protagonisti del Fascismo Europeo fra le due guerre: Sir Osvald Mosley.



CAPITOLO 3°
DA MOSLEY ALL’ELF

Sir Osvald Mosley già leader, prima della guerra , della British Union of Fascists tentava allora un rientro nella vita politica britannica con un nuovo partito, l’Union Mouvement, fondato il 7 febbraio 1948. FPY aderì al nuovo partito sperando di portare l’ex capo delle Black Shirts su quelle posizioni che riteneva più adatte alla lotta per la riscossa europea: nell’ambito dell’UM FPY si occupò dei contatti coi vari movimenti europei. In un primo tempo Mosley sarebbe stato colpito dalla viva intelligenza dello Yankee, ma ben presto FPY avrebbe iniziato a coagulare intorno a sè gli elementi più radicali del movimento in una corrente accusata , in primo luogo, di voler fomentare l’ostilità contro gli USA.
Così Mosley iniziò a diffidare di quell’Americano troppo estremista e dall’altro canto FPY fu ben presto deluso dall’ex duce inglese ritenendo che il suo anticomunismo viscerale lo portasse a divenire pro Churchill, pro USA, pro ebrei fino a voler mobilitare l’Europa intera in una guerra contro l’URSS.11
Il dissidio fra Mosley e Fpy sarebbe sfociato in uno scontro fra i due durante un meeting ad Hyde Park e la rottura divenne inevitabile12.
Durante la sua avventurosa e, per certi lati, misteriosa vita FPY collezionò una serie di invidiabili successi col gentil sesso e fu una delle sue amanti , la baronessa Alice von Pfungle, a fornire il denaro per la pubblicazione di IMPERIUM e fu nella dimora della stessa che il nostro , insieme ad altri dissidenti dell'UM, fondò un nuovo partito mirante ad estendersi a livello continentale: l'European Liberation Front.
Per questo movimento fu composto il manifesto intitolato THE PROCLAMATION OF LONDON.
La lettura di questo testo è ancor oggi interessante perché, per taluni aspetti, esso riassume concezioni espresse in IMPERIUM.
Il manifesto inizia enunciando “...l'idea dell'IMPERIUM d'Europa, la permanente e perfetta unione dei popoli e delle nazioni europee”.
Se essa non venisse realizzata non ci sarebbe futuro per l'Europa, e tutte le forze dell'antiEuropa vincitrici del 2° conflitto mondiale premono perchè non si realizzi. “ Gli USA temono sopratutto l'unione Europea e sanno che solo il Fascismo , nel XX° secolo, ha avuto la forza di realizzarla, sia pure adoperando la violenza più che la persuasione”13 .
Per il manifesto la civiltà europea ha costituito fin dai suoi albori un'unità spirituale , sopratutto di fronte a forze ostili e ad essa aliene: slavi, turchi, mongoli, mori, ebrei, saraceni.
In questo senso le crociate furono la prima espressione politica di unità Europea, allora “ l'Europa fu un'unità di potere in azione contro il mondo esterno in una unitaria autoaffermazione della sua giovane anima”.
Ma tale unità fu in primo luogo indebolita dalla rivalità fra impero e papato e dalla riottosità di alcune aristocrazie europee contro entrambe le autorità e poi dalla Riforma Protestante.
Contemporaneamente, secondo un disegno rintracciabile nell'ambito di ogni schema culturale, si approfondivamo le divisioni fra nazioni , divisioni che però non distrussero totalmente la comunità spirituale e culturale europea. La crisi esplose con il propagarsi della Rivoluzione dalla Francia in tutta Europa.
“ Questa rivoluzione segnò la vittoria della Democrazia , del Parlamentarismo sullo Stato, della Massa sulla Qualità, della Ragione sulla Fede, degli ideali egualitari sulla Gerarchia organica, del danaro sul sangue, del Liberalismo, del Pluralismo e del Capitalismo sfrenato sulle forze organiche della Tradizione, stato ed autorità , in una parola della civiltà e della cultura.”
Alla base di tutto ciò vi erano Materialismo e Razionalismo.
Ma FPY si illudeva che il trionfo di questi disvalori sarebbe durato poco. Già la Democrazia e il Liberalcapitalismo erano entrati in crisi. “ La pretesa del parlamentarismo liberalcapitalista democratico di aver diritto a governare per sempre è una menzogna organica”.
Il destino si manifestava col risorgere dell'Autorità “ la più alta personificazione delle antiche e sempre giovani e virili virtù di Disciplina,responsabilità, Dovere , Lealtà, fede. Di fronte al caos del Liberalcapitalismo si scaglia la la richiesta di un ordine etico socialista super personale. Al di sopra degli ideali egualitari della democrazia e del disordine del pluralismo si erge adesso l'imperativo della Gerarchia e dell'Impero. Distruggendo la concezione suicida sorge l'idea del monolitico POPOLO CULTURA STATO NAZIONE EUROPA quale preludio al più grande di tutti i compiti. L'espressione della volontà assoluta dell'Occidente ad un imperialismo politico assoluto”. FPY non capiva come l'essenza stessa della Zivilisation rendesse tutto ciò utopistico; è anche vero che è facile dirlo oggi , a mezzo secolo di distanza, mentre i popoli europei rischiano di sparire ed una “ macchia nera..sta invadendo l'Europa ed intaccherà fino al midollo la sostanza etnica dei nostri popoli tanto da impedire qualsiasi possibilità di risalita”14.
Per FPY il destino imperiale dell'Europa era stato ostacolato dalle lotte di classe e dall'emergere dell'influenza ebraica ( la quale, come si è visto, FPY riteneva totalmente ed irriducibilmente aliena alla civiltà occidentale) cogli effetti di ritardo e distorsione culturale.
Ciò portò ad un insieme di fenomeni degenerativi rappresentati dalla falsa cultura sorta negli USA e la sua diffusione in tutto l'Occidente15.
Così famiglia, società, coscienza di razza, entrarono in quella crisi di cui oggi noi vediamo gli effetti senza speranza di guarigione. Sul piano internazionale riassumeva il corso della disgregazione europea prodotto dagli opposti nazionalismi, da tali lotte fratricide tutti gli stati europei erano uciti sostanzialmente sconfitti ed il dominio mondiale ancora detenuto dall'Europa all'inizio del XX° secolo era ormai crollato.
Poi vi fu la grande guerra.16
L'ammiraglio Germanico von Tirpitz scriveva nel 1917: “ ...si tratta di vedere se vogliamo sopravvivere all'angloamericanismo o se vogliamo decadere a concime dei popoli, questa è la posta della poderosa lotta che conduce ora la Germania, non per la Germania soltanto. Ne va in realtà della libertà del continente europeo e dei suoi popoli contro la tirannide dell'angloamericanismo che tutto inghiotte”17.
“...materialismo, ateismo, lotta di classe,deboli ideali eudemonistici,suicidio razziale, atomismo sociale, promiscuità razziale, decadenza dell'arte, erotomania, disintegrazione della famiglia, perdita del senso dell'onore sia nell'ambito pubblico che privato,sciatto femminismo, fluttuazioni e catastrofi economiche,guerra civile nelle famiglie europee, degenerazione pianificata della gioventù per mezzo di film e libri abietti e l'introduzione di nevrotiche dottrine nell'educazione. Essi hanno cercato di far imputridire l'Europa, di attenuare i suoi istinti razziali, di privarla di eroismo,onore e virilità, del suo sentimento di avere una missione mondiale da compiere del suo senso di costituire un'unità culturale e persino del suo codice cavalleresco in campo militare . Essi desiderano paralizzare la capacità di decisione europea e distruggere la sua volontà di potenza portando la sifilide etica di Hollywood ad avvelenare il sacro suolo di Europa.”18
Agli occhi di FPY , un europeo nato in America, l'influenza degli USA appariva sempre più letale di un'eventuale occupazione sovietica.
Comunque gli sembrava allora ancora possibile un crollo dei nemici dell'Europa “...le rozze strutture di potere di Mosca e Washington non hanno passato perciò non hanno futuro. Esse sono prive di tradizione di una missione mondiale , senza una nazione che incarni un'idea , senza destino. Entrambi sono fenomeni informi, solo pallide imitazioni dell'unica vera missione mondiale che appartiene all'Europa” FPY era erroneamente convinto che vi sarebbe stata un 3à conflitto mondiale fra USA ed URSS ed auspicava , in tal caso, che l'Europa ed auspicava , in tal caso, che l'Europa restasse strettamente neutrale e , riprendendo un'espressione di Spengler, tale conflitto avrebbe dovuto interessare l'Europa “tanto quanto un conflitto fra due tribù negre in Sudan”.
Il Manifesto si concludeva con un incitamento alla battaglia finale “ un millennio di storia europea di gioia e di sacrificio, di eroismo e nobiltà ci spinge ad adempiere al nostro compito. Al sangue che è scorso nel sacro suolo di Europa aggiungeremo quello dei nostri nemici. Noi continueremo a lottare fin a quando l'Europa non sarà libera ed i suoi vessilli sventoleranno sul suo territorio da Galway a memel, da Capo Nord a Gibilterra”.
Sono anche interessanti anche alcune considerazioni di FPY , a livello globale. “ Su questo pianeta vi è solo un'alta cultura in grado di realizzare se stessa , quella occidentale. Al di fuori di questa restano solo culture morte i cui popoli sono tornati ad essere dei primitivi fellah come cinesi, indù ed islamici, selvaggi come gli africani e gli aborigeni americani, barbari come i russi e certe tribù dell'Asia centrale”. Esasperato eurocentrismo? Forse ma anni dopo un giornlista italiano poteva scrivere “...l'affermazione secondo cui avremo in avvenire uno scontro di civiltà non tiene conto che fr la nostra e le altre c'è una differenza sostanziale: la nostra , quella occidentale è viva , le altre sono morte, o meglio...la nostra civiltà è decadente le altre sono morte e sepolte”19.
L'opuscolo del proclama di Londra riportava anche un sunto del programma dell'ELF:
“ L'ELF combatte per nulla di meno di ciò che segue.
1.Liberazione della Gran Bretagna e dell'Europa dal regime dei traditori interni e del nemico esterno
2.integrazione della gran Bretagna liberata in uno STATO POPOLO NAZIONE europeo sovrano
3.immediata espulsione di tutti gli ebrei ed altri parassiti alieni dal suolo europeo
4.instaurazione di uno stato organico
5.purificazione dell'anima europea dall sifilide morale Hollywoodiana e dal Bolscevismo marxista moscovita.
6.Riconoscimento del ruolo fondamentale della famiglia e della maternità e protezione effettiva del benessere materiale e spirituale di ambedue.
7.Riconoscimento della gioventù quale avanguardia del domani, e perciò della sua educazione sistematica, senza eccezione , inclusa la possibilità per ogni giovane di estrinsecare le sue capacità, indipendentemente dalla sua posizione economica e sociale.
8.Affermazione del dovere al lavoro ed abolizione di ogni guadagno che non sia frutto del proprio lavoro.
9.Fine immediata della suicida guerra dell'esportazione ed abbattimento del dominio dell'interesse.
10.Abolizione della miseria.
11.Sfruttamento intensivo del suolo patrio e delle colonie d'oltremare contemporaneamente ad uno sviluppo razionale dell'industria al fine di asssicurare l'esistenza del popolo ed innalzare il suo tenore di vita.
12.Poiché il fronte di liberazione è l'unica forza in Gran Bretagna ad essere parte integrante dell'ELF, si oppone a tutti gli altri partiti presenti in Gran Bretagna.
Il tuo posto è nel Fronte. Marcia con Noi!”
Il vessillo del fronte era simile a quello del NSDAP con una spada puntata verso l'alto al posto della croce uncinata.
Com'è storia comune di questi gruppuscoli l'ELF ebbe una vita breve e tormentata a causa della penuria di fondi e dei dissidi interni.
Comunque FPY continuò a pubblicare fino a metà degli anni 50 un miniscolo periodico, THE FRONTFIGHTER.
Di questo foglio la neozelandese Renaissance press ha pubblicato nel 1997 i numeri 7-10-11-23 usciti dal 1950 al 1953. Si può notare come sulla testata, a fianco della data veniva riportato l'anno in numeri romani dell'Era Fascista.
Negli articoli appaiono critiche a Mosley e lodi al MSI che al lettore italiano , dopo mezzo secolo, dovrebbero apparire a dir poco ingenue.
L'obiettivo dello ELF veniva indicato nella costituzione di “un impero fascista europeo gerarchico monolitico ed eroico” riferendosi all'articolo citato di Evola apparso su Europa Nazione. Il barone veniva indicato come “ il più grande filosofo italiano vivente, fautore dell'autoritarismo” infine non mancavano attacchi alla menzogna dei 6.000.000 di ebrei morti.
Va ricordato che in Gran Bretagna , IMPERIUM venne letto ed apprezzato da due eminenti studiosi di storia militare quali sir Basil Liddel- Hart e F.C.Fuller, quest'ultimo un grande teorico dell'uso di mezzi corazzati, era stato in gioventù grande amico del mago Crowley ed in seguito collaboratore nella BUF di Mosley20.
Nell'ambito britannico l'influenza di FPY si manifestò nell'unico numero uscito di OUTRIDER un foglio edito dal suo collaboratore Guy Chesam a sostegno di un abortito National Front Mouvement.
Questo gruppo fondato da Andrew Fontaine si sarebbe scisso negli anni'60-'70 nel British National Party e nel National Front21.
Militanti dell'ELF sarebbero passati a gruppi quali la League of Empire Loyalists e la Northern League.







Capitolo 4°
Il Sozialistische Reichs Partei ed
Il Nemico dell'Europa.
L'azione di FPY , come si è detto, si basava sulla nocività dell'influenza USA sull'Europa. Scrive M.Lee
“ Invece della collaborazione con gli USA verso cui propendevano, nel dopoguerra, molti fascismi europei, FPY e l'ELF auspicavano un neutralismo flessibile ed u approccio paneuropeo ai grandi temi della geopolitica. A qualcosa di simile miravano il Maggior Generale Otto Enst Remer ed il Partito Socialista del Reich.”22
E fu proprio in Germania , che usando documenti falsi, si trasferì FPY dopo la rottura con Mosley.
Anche nel mondo germanico IMPERIUM aveva trovato attenti lettori: il teorico razzista Von Leers , esule in Argentina, il colonnello Hans Ulrich Rudel, l'asso degli stuka, e l'ex generale della Wehrmacht, Otto Ernst Remer. Questi nato nel 1912 venne molte volte decorato durante il II° conflitto mondiale, diventato maggiore nel 1943, comandante di un battaglione del reggimento Gross Deutschland, una delle unità più decorate della Wehrmacht, nel 1944 si trovav a Berlino e venne mandato dai congiurati ad arrestare Goebbels. Gli era stato detto che Hitler era stato assassinato dalle SS che volevano prendere il potere insieme ad altri capi nazisti. Goebbels stava parlando appunto con Hitler e lo passò a Remer. Il colloquio pare si svolgesse pressapoco così “ Maggiore Remer mi sente?riconosce la mia voce?” “Jawohl, Mein Fuehrer!”
“ Da questo momento lei è promosso colonnello e comandante la piazza di Berlino. Arresti tutti i traditori! “23
Nel gennaio 1945 fu promosso maggior generale ovvero generale di Brigata. Nel dopoguerra fu uno dei fondatori nel 1949 del Partito Socialista del Reich (SRP). Riguardo a questo movimento ed alla sua importanza nella Germania del dopoguerra, leggiamo il seguente passo dall'opera di F. Leoni I MOVIMENTI NEOFASCISTI IN EUROPA, Relazioni Roma 1970 a pag.37 “ Il Sozialistische ReichsPartei fu veramente il primo partito neofascista nella germania post hitleriana. I suoi capi erano il deputato Fritz Doris e l'ex generale delle SS24Remer ed altri. Collateralmente e con opera di fiancheggiamento sorsero le organizzazioni dei giovani, delle donne,dei lavoratori , il Reichsfront la Reichsjugend la Frauerbund e così via.
Affrontata con un programma nettamente radicale la lotta, il SRP ottenne successi elettorali di un certo rilievo soprattutto nelle antiche roccaforti del Nazionalsocialismo :Bassa Sassonia, Schlewig Holstein Brema. Il 23 ottobre 1952 però la corte costituzionale della Germania di Bonn decise lo scioglimento del partito accusandolo di neonazismo”.
Come riporta M.Lee25” Il SRP rigettava ogni forma di collaborazione con le potenze occidentali. Al contrario sosteneva l'idea di una Europa, terza forza indipendente , in opposizione tanto al comunismo quanto al capitalismo, guidata da una forte Germania riunificata. La linea nazionale neutralista di Remer toccava una corda assai sensibile un una notevole minoranza di tedeschi, nutrenti l'opinione che Adenauer anteponesse spesso gli interessi americani a quelli del popolo tedesco”.
Chiusa la vicenda SRP Remer venne condannato nel 1952 a tre mesi di prigione e si rifugiò in Egitto. Rientrato in patria nel 1954 dovette riparare in Siria fino al 1963. Nel 1985 fondò un movimento der BismarckDeutsche- Die Deutsche Freiheit Bewegung che chiedeva un nuovo trattato di Rapallo, riferendosi ai trattati che negli anni 20 aveano permesso una collaborzione fra Von Seekt e l'Armata rossa. Il gruppo pubblicò il MANIFESTO BISMARKIANO TEDESCO rifacendosi alle concezioni del fondatore della Germania Moderna che considerava il destino tedesco legato a quello russo.fra l'altro vi si leggeva che “ l'american way of life è per noi il sinonimo di distruzione della cultura europea ” e si opponeva al ruolo di ascaro nella NATO in una eventuale guerra contro l'URSS con la quale, invece, si chiedeva ua stretta collaborazione. Grazie all'attività del Generale le spie americane poterono notare un crescente sentimento antiamericano e neutralitico nella destra radicale tedesca. I servi USA sedicenti governanti della RFT, lo condannarono per revisionismo e dovette riparare ormai vecchio in Spagna dove morì l'8 ottobre del 1997, all'età di 85 anni. Come Borghese, come Degrelle rimase fino all'ultimo fedele a se stesso. Per lui si poteva dire veramente cheil suo Onore si chiamasse Fedeltà).
Tutto questo piaceva a FPY molto più dell'occidentalismo di Mosley. Entrato in contatto con dirigenti del SRP il nostrofece tradurre in Tedesco un suo nuovo scritto, sostanzialmente un seguito politico di IMPERIUM: il libro venne edito con il titolo DER FEIND EUROPAS ( il nemico dell'Europa). Questo libro venne messo al bando dalle autorità ( absit iniuria verbis!) ma alcune copie supertsiti hanno omsentito la traduzione in inglese, per i tièi di Liberty Bell, USA 1981.
Nell'autunno 1989 il contenuto del libro veniva sunteggiato in 4 punti:
1.l'Europa deve unirsi od opporsi all'URSS solo per i propri interessi.
2.L'Europa deve restare neutrale in caso di guerra fra USA ed URSS, potendo, a seconda dei casi, favorire l'URSS per ragioni strettamente politiche ma potendo anche aiutare gli USA in cambio della propria indipendenza ed unificazione.
3.Il dominio yankee sull'Europa è più nocivo di quanto lo sarebbe un dominio russo.
4.Se la Russia invadesse l'Europa questa potrebbe sopravvivere e conquistare spiritualmente i propri dominatori come la Grecia fece con Roma.
Si notino alcuni punti di contatto con l'Evola di Orientamenti. FPY vuole soprattutto ammonire gi europei:gli USA sono in mano ai deformatori culturali ed il dominio di costoro incontra solo una trascurabile resistenza.
Per questo “l'America è persa per l'Europa”.
Poi ribadisce che nei due conflitti mondiali tutta l'Europa è stata sconfitta. Passando in rassegna la storia europea degli ultimi anni , FPY scriveva che dopo il 1918 in Germania si era risvegliato l'ethos prussiano mentre in Italia era nato il Fascismo. Mussolini “ attuò la trasformazione dell'Italia infondendole l'ethos germanico prussiano socialista. Poiché il picolo nazionalismo ottocentesco non era stato ancora superato in Italia, come d'altronde altrove, Mussolini fu costretto ad associare il suo ethos di unificazione statale alla Roma imperiale. L'Italia e tutta la civiltà occidentale non hanno intima connessione con la Roma imperiale né alcuna relazione con essa. Comunque non è fuori posto menzionare la fonte di ispirazione del suo genio. Lo stesso Mussolini indicava Nietszche e Sorel come i suoi due ispiratori. Entrambi erano avversari del laissez faire, entrambi erano ostili al parlamentarismo ed alla democrazia; entrambi avevano spiccate tendenze all'autoritarismo.”26
È , quest'ultimo, nel quale le influenze spengleriane di PRUSSIANESIMO E SOCIALISMO edito i Italia per i tipi di AR , Padova, si manifestano più compiutamente.
L'impossibilità di una vera comunicazione fra diverse civiltà ed anche la rappresentazione del Duce riprendono le idee di ANNI DELLA DECISIONE, Ar , Padova, 1994.
Poco oltre leggiamo “ 1921 Mussolini irrompe nella storia. Prima aperta rivolta del Socialismo contro il Capitalismo, dell'autorità contro il denaro, della fede contro il razionalismo , della disciplina contro il laissez faire, della coscienza del proprio dovere contro l'edonismo, della Gerarchia contro l'eguaglianza, della volontà di Potenza contro la brama di arraffare” poi nel 1933 “ 30 gennaio Rivoluzione Europea . Ma nel 1933 con l'elezione di Roosevelt il potere viene assunto dagli ebrei. La politica americana si trasforma in maniera permanente tramite l'abbandono del nazionalismo isolazionistico e l'inizio una politica internazionalista di intervento . La simbiosi fra americanismo ed ebraicità va formandosi allora.”
Da queste premesse si giungeva alla seconda guerra mondiale ed alla sconfitta per l'intera Europa. Il tempo dei piccoli nazionalismi era passato ; ora l'intero continente doveva unirsi e liberarsi dai nemici interni ed esterni.27 Ma quale era il nemico principale? Quello più pericoloso per la vita dell'Europa? In un recensione del libro apparsa sul n° 30 del novembre 1981 della rivista canadese DIRECT ACTION si legge “ FPY si chiede chi sia a lungo termine il maggior nemico per l'Europa fra USA ed URSS: la Russia è il barbaro! Ma il barbaro è sempre portatore di più alte imprese: in lui è il seme di ciò che verrà. In nessun modo il marxismo ebraico può corromperlo totalmente o tenerlo schiavo. Dalle profondità della sua grande anima di barbaro egli riconosce la cultura e gravita verso di essa . Un'occupazione russa dell'Europa occidentale che si prolungasse nel tempo finirebbe per europeizzarlo. La russificazione dell'Europa durerebbe poco tempo e si dileguerebbe come sta per incrinrsi il marxismo ebraico. D'altra parte gli Usa sono il primitivo al penultimo stadio: il più pericoloso che sia mai esistito. Una massa totalmente ebraicizzata di primitivi dotati di una tecnica avanzata. Grandezza tecnica da una parte ed anima sterile ossia uno strumento negrizzato dell'ebreo deformatore culturale: il suo marchio nell'Europa è stata la corruzione totale.”
Già in Imperium,pag.594” l'America sotto il dominio dei deformatori culturali è il nemico principale dell'Europa.”
D'altra parte in DER FEIND EUROPAS ( pag.82) leggiamo che se la Russia avesse conquistato l'Europa si sarebbe trovata di fronte a due alternative strategiche”...la prima possibile sarebbe quella di un'interminabile serie di rivolte contro il dominio russo che finirebbe solo con la cacciata dei barbari...la seconda possibilità potrebbe scaturire da un regime più illuminato da parte russa...accordante agli europei una più vasta autonomia ed un trattamento magnanimo. In pochi decenni l'Europa verrebbe per forza di cose ad infiltrare e dirigere la Russia nel profondo sia dell'aspetto , tecnologico, economico ed organizzativo sociale ed infine politico e militare. Invece della russificazione dell'Europa, vagheggiata da Dostoevsky ed Aksakov ciò che accadrebbe sarebbe una rinnovata europeizzazione della Russia. Un tentativo russo di integrare pacificamente l'Europa nel suo accrescimento di potenza potrebbe sfociare nel sorgere di una nuova simbiosi russo-eropea la cui forma finale sarebbe quella di un IMPERIUM europeo”28.
Tutto ciò non mancava di una certa logica e viene da chiedersi se con la caduta del blocco sovietico l'Europa non abbia perso l'ultima possibilità di sopravvivenza. Si puo comunque notare che il neutralismo di FPY assumeva, col passare del tempo, tinte sempre più filosovietiche e cresceva i lui il distacco al suo paese natale: gli USA identificati da lui nei nemici principali dell'Europa e della civiltà occidentale.29
Anni dopo Alain de Benoist ne IL NEMICO PRINCIPALE ed. la Rocca di Erec, Firenze 1989, avrebbe scritto “ ...il sistema che considereremo come nemico principale è quello la cui esistenza e la cui continuità comportano, quali che siano le sue caratteristiche, la più profonda decadenza per i popoli, le cui manifestazioni provocano nel modo più irrimediabile la disgregazione sociale l'erosione dell'identità collettiva e la cui diffusione conduce con maggior certezza alla fine della storia. Il nemico principale sarà dunque il liberalismo borghese, l'occidente atlantico ameicano di cui la socialdemocrazia europea non è che uno dei più pericolosi succedanei.30”
“Per l'Europa erede di Roma il nemico principale è l'America erede di Cartagine31”
Tentando di costituire una sorta di internazionale fascista FPY viaggiò per tutta l'Europa occidentale: fu in Francia dove Maurice Bardeche che aveva molto apprezzato IMPERIUM tentò di invano di farlo collaborare con Renè Binet un ex Trotzskista passato al fascismo.
Costtui morto nel 1957 in un incidente stradale, fondò una miriade di gruppuscoli neofascisti,( Parti Republicain d'Unitè Populaire, Mouvement socialiste d'Unitè Française, le riviste LE COMBATTANT EUROPEEN e le NOUVEL PROMETHEE) d'orientamento socialdarwinista ( razzisti poulisti).
Fu fondatore insieme allo svizzero George Amaudruz del Nouvel Ordre Europeen ed autore di opere di un certo interesse quali THEORIE DU RACISME, SOCIALISME NATIONAL CONTRE MARXISME, CONTRIBUTION AD UNE ETHIQUE RACISTE. Secondo quanto narrò poi il Bardeche Binet e FPY non riusciron a mettersi d'accordo su chi dovesse essere il capo! FPY fu anche in Italia nel 1951 partecipò a Napoli al congresso del Movimento Italiano Femminile, fiancheggiatore del MSI. Forse FPY non immaginava la deriva conservatrice atlantica e filo sionista che detto Movimento avrebbe preso!



.





















Capitolo 5°
UN RIVOLUZIONARIO
IN CERCA DI RIVOLUZioni.
Nel 1950 FPY torna in Canada, accompagnato da un fascista italiano , Egidio Boschi, squadrista marcia su Roma, emigrato poi in America latina dovem durante la guerra, aveva operato a favore dell'Asse. FPY avrebbe voluto fondare una rivista Fourth Front , tentativo che abortì. Ebbe comunque contatti col fascista canadese Adrien Arcand. Costui prima della guerra aveva capeggito il Partito Nazionale Sociale Cristiano fusosi con altri gruppi nel Partito di Unità Nazionale, sciolto allo scoppio delle ostilità; Arcand ed altri suoi collaboratori erano stati internati. Finito il conflitto il fascista canadese, morto nel 1967 avrebbe tentato di far rivivere il Movimento32.
Nello stesso periodo FPY ritornò negli USA stringendo contatti con elementi nazionalisti, ma l'esoerienza gli procurò una stima assai bassa dell'estrema destra americana. Dapprima avvicinò G.L.K.Smith , collaboratore di Huey P.Long, governatre populista della Louisiana, ucciso da un ebreo. Smith aveva avversato l'intervento degli USA nel II° conflitto mondiale. Nel 1942 aveva fondato La Christian Nationalist Crusade ed il periodico The Cross & The Flag fortemente nazionalista ed antisemita. Durante la cacci alle streghe, sarebbe stato avvicinato dallo staff del senatore McCarthy il quale gli avtrebbe chuesto di scrivergli un discordo dietro compenso!
Nel 52 FPY conobbe un veterano dell'attivismo filo fascista , H.Keith Thompson, legato ad ambienti del German American Bund e America First ed avrebbe collaborato con i servizi di informazione tedeschi. Grazie a lui FPY incontro Frederick Weiss, veterano tedesco della Grande Guerra, trasferitosi oltre atlantico dopo la disfatta. Altra importante conoscenza fu lo scrittore tedesco americano George S.Viereck propagandista filotedesco in tutti e due i conflitti mondiali.viereck fece incontrare a FPY gli storici revisionisti Tansill e Barnes. Bisogna ricordare di Barnes I RESPONSABILI DELLA SEONDA GUERRA MONDIALE, Cappelli Bologna 1962. In quel periodo Thompson era registrato , secondo la legge Usa, come rappresentante in America del SRP e si mobilitava in difesa del Remer.
Fpy lo affiancò facendosi registrare come agente del SRP sotto il nome di Frank Healy. A nome di un comitato per la giustizia internazionale i 2 inviarono a Dean Acheson, allora segretario di stato, una lettera in cui si chiedeva il suo intervento per il rilascio dei criminali di guerra e per la cessazione delle misure contro Remer. Il Bolton riporta un brano della Lettera nella qiale traspare lo stile dell'autore di Imperium. “Il movimento nazionalsocialista fu solo una forma soltanto provvisoria, del grande, irresistibile movimento esprimente lo Spirito della Nostra epoca, il risorgere dell'Autorità. Questo movimento rappresenta l'affermazione di tutti gli istinti ed i valori che Liberalismo e Democrazia e Bolscevismo tendono a negare.” Nella lettera si riaffermava il ruolo storicamente destinato all'Europa. “O l'Europa porterà pace ed ordine l mondo o il mondo rimarrà nelle tenebre e nel caos.”
È fin troppo facile oggi, mentre si assiste all'inesorabile suicidio dei popoli d'Europa , tacciare FPY i utopismo ma un sogno pur se tale, rimane sempre nobile grande. Nello stesso tempoi FPY scriveva , firmandosi come Weiss, su fogli editi da una singolare figura di neofascista statunitense, James H. Madole, leader di un gruppuscolo Newyorchese , il National renaissance Party.33
Questo gruppo fu capeggiato da Madole dalla fine anni'40 alla morte del fondatore , avvenuta nel 1978. Rimasero famose nelle cronache della Grande Mela, i suoi tentativi di arringare le multicolori folle cittadine, tentativi frustrati da sinistrorsi, ebrei e negri che si scagliavano contro gli sparuti ma non per questo meno eroici militanti del NRP. Quest'ultimo fu l'antesignano di movimenti terza forzisti, ovvero di coloro che si pongono in maniera radicale contro il capitalismo ed il marxismo. Agli inizi antisemita ed anticomunista come simili gruppi dell'estrema destra americana, il partito sotto l'influenza di Weiss e FPY , cambiò idea ed accettò che l'URSS sotto Stalin , si fosse di fatto liberata dal dominio ebraico, diventando un baluardo contro il sionismo e la plutocrazia, posizione ovviamente eretica per l'ottusa estrema destra USA. Andando oltre Madole giunse a considerare il sistema sovietico un totalitarismo con aspetti positivi. Appoggiò varie dittature del 3° mondo giudicate comuniste , citando fra tutte il nazionalismo progressista di Nasse, che gli procurò appoggi finanziari da parte di ambienti arabi. Pur essendo razzista strinse rapporti con gruppi nazionalisti afroamericani con i quali organizzò comuni manifestazioni. Col passare degli anni Madole ed il suo gruppo scivolarono, pur non abbandonando le manifestazioni di piazza, in un occultismo teosofico, dovuto anche al rifiuto del giudeo cristianesimo. Alla destra USA FPY si rivolse con il saggio DESTINY OF AMERICA. Adattandosi alla mentalità dei lettori si iniziava esaltando i pionieri ed i combattenti della guerra di indipendenza, e perfino le aggressioni al Messico ed alla Spagna in nome della supremazia bianca. Ma FPY affermava che le tradizioni europee erano fortemente avversate dai liberals a cui si aggiungevano nuovi immigrati di origine ebraica. FPY ribadiva così il concetto della estraneità del popolo ebraico alla civiltà occidentale, estraneità che lo portava fatalmente ad assumere un ruolo parassitario e di distorsione culturale nei confronti della cultura ospite. Con la fase di Zivilisation gli ebrei erano riusciti a raggiungere in Occidente ruoli direttivi. “Una civilizzazione basata sul denaro non tollera un'aristocrazia. Gli ebrei e la plutocrazia predicarono l'uguaglianza in quanto non doveva restare alcuna barriera all'impiego del denaro. Ma la loro eguaglianza portò ad una nuova ineguaglianza ,il potere del padrone del denaro sullo schiavo economico incatenato dal salario sul banco del lavoro. La libertà dell'ebreo era quella di spremere il sangue delle nazioni, la fraternità voleva dire che l'ebreo doveva esser accettato come uguale, pur mantenendo in sé il suo senso di appartenenza e la volontà di rivalsa.”
Ma se l'ebreo aveva favorito la caduta delle barriere della Kultur la stesa caduta lo aveva esposto al più grande dei pericoli insiti nella zivilisation, quello dell'assimilazione. Allo scopo di impedirla fu inventato il Sionismo. Più che la migrazione e la creazione di un enorme ghetto in Palestina lo scopo sionista era quello di preservare l'identità del popolo ebraico disperso nel mondo, ed in questa ottica andava vista la massiccia migrazione ebraica nel Nuovo Mondo. Secondo il nostro infatti “ durante il cinquantennio trascorso dalla fondazione del sionismo , circa 10 milioni di ebrei erano stati sbarcati sui lidi americani per prendere biologicamente ed economicamente il posto degli americani , per vivere come parassiti nell'organismo americano, per compiere opera di distorsione dei valori nei riguardi del modo di vivere sociale e spirituale della nazione”. Si era giunti ad una situazione nella quale gli USA erano dominio ebraico. L'ascesa al potere di F.D.Roosevelt aveva aggravato la situazione e l'America ha assunto una fisionomia semitica.
Proprio in questo periodo il FBI notò un sostanziale mutamente nelle posizio0neideologiche di weiss, da una posizione antisovietica ad un graduale appoggio all'URSS. Il Bureau avrebbe compreso che era FPY , sempre oggetto di interesse, a scrivere certi articoli sotto il nome dell'amico.
Nel corso del 1952 FPY ritornò in Germania a rendere visita ai camerati tedeschi ed andò a Praga ad assistere la processo contro dirigenti epurati di origine ebraica accusati di deviazionismo, tradimento e sionismo. Un articolo pubblicato anonimo nel 1952, WHAT IS BEHIND THE HANGING OF THE ELEVEN JEWS IN PRAGUE? ( cosa c'è dietro l'impiccagione dgli 11 ebrei a Praga?),riassume le sue impressioni sul processo. Sostanzialmente FPY vedeva nel processo un segno della crescente frattura fra Mosca e l'ebraismo, e dando per scontata l'identificazione fra USA ed ebraismo, riteneva che tali sviluppi avrebbero potuto creare una una situazione favorevole alla lotta di liberazione europea. Nel suo saggio il nostro ricordava come sia Mosca che Washington avessero salutato con favore la fondazione di Israele, ma notava come la situazione fosse cambiata. L'URSS era stata accusata di antisemitismo e Stalin di voler imitare Hitler. Mosca aveva rifiutato di far controllare dall'ONU il suo arsenale atomico, come proposto anche agli USA. Poi Stalin aveva cominciato l'epurazione degli ebrei e di questa il processo di Praga era il punto conclusivo. “Perciò il continuare a parlare di difesa contro il bolscevismo appartiene ormai al passato e pure parlare di difesa dell'Europa è una sciocchezza mentre ogni pollice di suolo europeo era controllato da mortali nemici dell'Europa, coloro che ne volevano ad ogni costo la sua estinzione politica e culturale.” FPY giungeva a a sostenere che l'URSS staliniana era un baluardo contro il dominio mondiale sionista americano. Profeticamente prevedeva il progressivo avvicinamento del mondo islamico a Mosca, costretto a ciò dal sostegno incondizionato
dato da Washington a Tel Aviv. E concludeva “ i processi hanno reso più facile il compito dell'ELF. Questo movimento è stato il ,primo a mettere in guardia l'Europa dal pericolo di estinguersi nella schiavitù datale da un alleanza teoricamente con l'America in realtà con la Cultura Stato Nazione Popolo Razza ebraica. Noi ripetiamo il nostro messaggio all'Europa : nessun europeo deve imbracciare le armi se non per un'Europa sovrana. nessun europeo deve combattere un nemico a vantaggio di un altro nemico. l'Europa ha un solo scopo attuare il suo destino. ovvero riconquistare la sua sovranità riaffermare la sua missione : stabilire il suo IMPERIUM dare al mondo un'era di pace ed ordine europei.34”
Secondo il Bolton FPY avrebbe poi confidato al Thompson di aver agito come corriere per ,i servizi cechi, durante gli anni 50. si poarla anche di un suo viaggio a Mosca ma non ci son po prove a riguardo.
Tornato FPY riferì ai camerati le sue impressioni su quello che riteneva fosse la nuovA politica sovietica e riusci ad influenzare il NRP e la rivista antisionista Common Sense. Il resto della destra USA, per cui il nostro nutriva un sempre più crescente disprezzo rimase su posizioni becere anticomuniste. Dopi il viaggio a Praga l'attività d i FPY restò misteriosa mentre la sbirraglia si interessava vieppiù a lui. In questo periodo conseguentemente al suo antiamericanismo cresceva in lui un interesse per per i regimi del 3° mondo nei quali sperava di trovare alleati nella lotta contro l'imperialismo USA.35
rivoluzionario in cerca di rivoluzioni come venne definito , l'autore di IMPERIUM sarebbe apparso in momenti cruciali in paesi interessanti. Soggiornò in Egitto, lavorando al ministero dell'informazione diretto da Sadat, simpatizzante dell'asse durante la guerra, successore di Nasser ed ucciso per i suoi cedimenti verso Israele. Al Cairo avrebbe collaborato con numerosi esuli europei rifugiatisi sulle rive del Nilo, sperando che costoro potessero ritornare in Europ a per riprendere la lotta. Ma tali attività e l'ammirazione nutrita per Nasser, non impedirono che il clima nordafricano gli divenisse insopportabile. In seguito avrebbe vistato Cu8ba dopo la vittoria di Castro, prendendo contatto con elementi del nuovo regime. Di questo periodo un saggio Il MONDO IN FIAMME. Una stima della situazione mondiale36.
L'opera si basava sulla convinzione dell'ineluttabilità di un conflitto mondiale fra occidente e socialismo. In quest'ottica il nostro esaminava le possibilità di vittoria delle forze in campo. Riguardo agli USA scriveva “Considerando la completa mancanza di coscienza morale del popolo americano, le possibilità di rivolta contro la dominazione ebraica è completamente da escludersi.”inoltre “ i sionisti possiedono due menti che funzionano indipendentemente l'una dall'altra. Come sionisti sono votati alla distruzione della civiltà occidentale, ma come padroni degliUSA devono , a malincuore, serbare agli USA stessi il predominio tecnologico e politico distruggendo la tempo stesso l'anima americana. In una parola essi operano al, contempo contro e a favore della civilizzazione occidentale.”
Notevole l'attenzione data agli avvenimenti nel 3° mondo. Si sottolineavano due fatti “ primo la rivolta araba guidata da Nasser . Secondo la formazione di regimi nazionalisti e neutralisti diretti da brillanti statisti, quali Tito, Nehru, Ayub Khan in Pakistan, Ibrahim Abboud in Sudan, Sekou Tourè Sukarno, nkrumah ed altri, essi sono alla testa di stati troppo deboli per poter lottare contro una superpotenza. Ma vogliono tutti l'indipendenza dei loro popoli. Il significato della loro azione sta nel fatto che essi diminuiscono il il potere giudeo americano senza accrescere quello dell'alleanza russo-cinese.” E Fpy auspicava fermenti simili in America latina. Anni dopo caduto il muro ci sarebbe stato chi avrebbe scritto “ necessità vitale sarà in futuro l'annichilimento della superpotenza mondialista talassocratica e non solo per gli eurasiatici ma per tutti popoli della terra che vorranno liberarsi dalla schiavitù politica, dallo sfruttamento politico, dalla morte spirituale”.37
Appare chiaro il nesso fra queste posizioni e quelle di FPY.
CAPITOLO 6°
LA FINE DEL DRAMMA.
La vita avventurosa di FPY volgeva ad una tragica conclusione. Nel giugno del 1960, FPY tornato negli USA , trovò alloggio da un conoscente di S.francisco, un certo Scharf, forse ebreo, il cui ruolo nella vicenda non fu mai chiarito. Avendo smarrito una valigia il nostro telefonò all'aeroporto ma il bagaglio trovato, fu aperto dagli impiegati che trovarono diversi passaporti con generalità diverse ma con le fotografie di un'unica persona : FPY. Ovviamente la polizia venne informata il ed il 16 giugno gli agenti irruppero nella casa e FPY venne arrestato dopo aver tentato di fuggire. Il giudice Karesh un rabbino affibbiò ad a FPY una cauzione spropositato per il reato di falsificazione di documenti: 50.000 $.
FPY non poté pagare e restò in carcere. Intanto ogni sorta di poliziotti convergeva sul carcere e ben presto iniziarono le manovre per farlo passare per infermo di mente in modo da evitare uno scomodo processo. Il 17 giugno morì per avvelenamento. Riteniamo che si sia dato la morte per non tradire neppure involontariamente, ciò che aveva fatto ciò in cui aveva creduto e i suoi camerati.
Forse egli avrebbe fatto proprie le parole di un altro suicida Muller Van Der Bruck. Ich Rette Unser Sache. Io salvo la nostra causa. Fra le ultime persone che ebbero la possibilità di visitarlo vi fu W.A:Carto che negli anni seguenti animò varie iniziative della estrema destra dell'estrema destra USA , fra le quali la Noontide Press che stampo varie edizioni di IMPERIUM38.
FPY si consacrò totalmente alla causa europea. Oggi la sua opera può apparire alquanto datata e suscitare molte riserve ma si può dire che la vita e l'opera di FPY si inseriscono a pieno titolo in quel filone del Fascismo europeo, la miglior definizione del quale resta quella data da Adriano Romualdi.” Il Fascismo nel suo significato europeo fu la coscienza profonda della decadenza cui andava incontro l'Europa e la volontà di porvi rimedio con mezzi totali e violenti”.39
Per questo vi sono ancora in questa Europa putrefatta uomini che, pur con tutte le loro contraddizioni non possono non dirsi fascisti. mentre la figura dell’autore di Imperium merita ancor oggi di essere ricordata con ammirazione da chiunque si consideri un “buon europeo”.



(1)Cfr Julius Evola: l’Uomo e l’operaVolpe, Roma, 1968, pag. 26.

















APPENDICI
Mattias Gardell Gods of the Blood –the pagan revival and white separatismpagg. 168-170 “Yockey considerava la civiltà come un Essere organico dotata di un’anima dalla quale derivava la sua particolare individualità. Come ogni altro organismo, una civiltà passava attraverso le successive fasi della sua gestazione, nascita, crescita, maturazione, realizzazione, declino e morte. La storia mondiale era la memoria della vita e della morte di otto civiltà superiori, definite come Le forme vitali al vertice della gerarchia organica di cui le piante, gli animali e gli uomini sono i gradini inferiori… Yockey, in tal modo, rifiutava la visione lineare della storia, comprendente anche la concezione hegeliana di un progresso infinito culminante nella civiltà occidentale come coronamento della creazione.”Quella della civilizzazionenon era per Yockey una fase peculiare della vicenda della civiltà occidentale, ma una fase comune alla vita di ogni cultura superiore.le quali, come ogni altra forma di vita, erano destinate a declinare e a morire. Dato che tutte le civiltà superiori appartenevano ad uno stesso genusesse avevano alcuni aspetti in comune, ma differivano tra loro secondo i caratteri peculiari alle proprie anime individuali. La reazione delle varie “anime delle civiltà”agli accadimenti storici, ai flussi delle popolazioni e all’ambiente erano diverse. Cosa più importante, ogni “anima di civiltà”sviluppava la propria espressione religiosa che perdurava lungo il lasso di vita della civiltà e determinava la sua scienza, la filosofia, la morale, e le espressioni artistiche, le strutture statali e gli aspetti della civilizzazione. Yockey considerava che le razze fossero dei materiali per l’espressione delle civiltà, diverse tra loro per il loro grado di volontà di potenza,e che fossero entità sia biologiche che spirituali. “alla base vi è il forte, primitivo pulsare del ritmo cosmico in una data stirpe; al di sopra il Destino di una Superiore Civiltà che plasma, crea e guida. Lungi dall’essere entità permanenti le razze erano considerate come costruzioni fluide della civiltà che potevano trasformarsi secondo l’evoluzione del processo organico di questa. Così, la differenziazione delle varie razze bianche in auge nel XIX secolo (Alpina, Nordica, Teutonica, Anglo-Sassone, Mediterranea e via elencando)rifletteva la “crisi di civiltà”materialistica di codesta epoca, mentre, prevedeva Yockey, dal trionfo imperiale della alta cultura dell’Occidente sarebbe emersa una vigorosa razza pan –europea.

Decisivo per codesto trionfo sarebbe stato il grado in cui si sarebbero potuti trovare rimedi atti a curare la “malattia”che minacciava gravemente la cultura occidentale. Nella sua “patologia culturale”Yockey identificava malattie collegate tra loro: il “parassitismo culturale”, il “ritardo culturale” e la “distorsione culturale”. Il parassita apparteneva ad una forma vitale che viveva nel corpo di un’altra forma vitale alle sue spese, tali sarebbero stati i gruppi negri, ebraici ed asiatici nell’ambito dell’Occidente: Il danno che la loro presenza procurava aumentava secondo il suo effondersi e il crescere della sua attività nell’ambito della vita della cultura ospite, fenomeno che provocava una distorsione nello sviluppo organico della civiltà e un ritardo nel compiersi del suo sviluppo. Secondo Yockey, il parassita più dannoso tra quelli che infestavano la cultura occidentale, inclusa la sua colonia americana, era costituito dagli ebrei, nei loro confronti vi era un solo rimedio possibile.. L’antisemitismo è del tutto analogo nella patologia culturale alla formazione degli anticorpi nel sistema sanguineo del corpo umano. In entrambi i casi, l’organismo tenta di resistere alla presenza di una vita ad esso estranea. Entrambi i fenomeni sono inevitabili, espressione organicamente necessarie del suo destino. Impegnati in una millenaria guerra contro l’Occidente, gli ebrei si erano avvantaggiarti della crisi di maturazione della civiltà occidentale, cioè della fase di civilizzazione, promuovendo idee devianti e pericolose quali la democrazia, l’egualitarismo, il femminismo, l’umanismo, il capitalismo e i comunismo. L’America essendo solo una colonia della civiltà occidentale e perciò priva di una propria Idea guida(cioè di ogni più alta espressione che porta un proprio contributo alla storia mondiale), aveva trovato difficile resistere a queste forze estranee e nocive. Culturalmente debole ma militarmente forte, l’America(gli USA) era caduta sotto il dominio dei parassiti, questi avevano usato il suo potente impulso imperialistico per giungere a dividere l’Europa dopo che la prima ondata della “resurrezione dell’autorità” aveva avuto inizio con l’ascesa al potere di Adolf Hitler. Yockey rimaneva, in ogni modo, convinto che una forza organica insita nell’organismo si stesse accumulando.Un profondo Si sta diffondendo nell’Occidente un profondo ed ardente desiderio di liberasi dalla sporcizia e dall’impurità dalla politica dei partiti, dalla lotta di classe, dall’usura finanziaria e dalla completa assenza di spirito eroico. L’Occidente sarebbe ritornato alla purezza della propria anima per adempiere al suo estremo compito organico, la creazione della Cultura-Stato-Nazione-Popolo-Razza-Impero dell’Occidente come base per l’adempimento del suo Imperativo Interiore di un Imperialismo AssolutoL’eroismo, la rinascita della religiosità e un duro socialismo razziale avrebbero caratterizzato uno stato autoritario destinato a sferrare “la più grande delle guerre della storia contro i barbarie realizzare un nuovo, totaleeautoritario Imperialismo che avrebbe piantato la bandiera dell’Occidente sulle più alte vette e sulle più remote penisole”

.-





“L'unica soluzione per il futuro dell' Europa e, in effetti, per la stessa
Civiltà Occidentale è un IMPERIUM EUROPA -Un Impero europeo. Un'Europa non di banchieri e burocrati, ma un'Europa di Grandi Politiche a livello
planetario. Un Imperium di Regioni e non di nazioni-stato artificiali. Un
Imperium modellato sul Sacro Romano Impero, con un'autorità centrale che incarni l'elemento Politico e quello Spirituale. Un centro al quale tutti gli Europoidi faranno riferimento e rimarranno avvinti. Un punto centrale cui tutte le regioni dell'Impero si sentiranno organicamente unite, pur mantenendo le loro specificità. Mantenendo le loro libertà d'iniziativa, le loro diversità e interazioni, caste, classi, caratteri, personalità,
gerarchie tutti convergeranno verso un'IDEA superiore. Una lingua comune ci legherà tutti: il Latino!” Norman Lowell Europa: L’Imperium o la mortepag.54



“Noi vogliamo un’Europa potente, indipendente e rispettata inglobante tutte le nazioni del continente boreale da Brest a Vladivostok… Questa Europa, come diceva il Generale De Gaulle, va dall’Atlantico agli Urali, ma anche fino a Vladivostok, tracciando l’arco settentrionale delle nostre solidarietà culturali e dei nostri interessi comuni… Questa Europa arricchita dalle culture greca e latina, magnificata dal cristianesimo, sublimata dalla Rinascenza, questa Europa trasmessa di generazione in generazione fino a noi ed ai nostri figli, ingloba, certamente, l’immensa Russia. La Francia, la Germania, l’Italia, noi tutti abbiamo bisogno delle gigantesche risorse in energie fossili della Siberia. La Russia, quanto a lei, che è entrata da tempo nella notte glaciale dell’inverno demografico, ha bisogno di uomini, di ingegneri, di operai, di coloni per trasformare lo spazio siberiano e contenere l’espansione demografica cinese. La grande Europa continentale ha, incontestabilmente, le dimensioni per bilanciare la superpotenza americana e contribuire a stabilire un equilibrio”Jean Marie Le Pen alla Convenzione del Front National, Arras, 15 Marzo 2009.


BIBLIOGRAFIA

Opere di F.P.Yockey

Imperium,the Philosophy of History and PoliticsNoontide Press,USA,1969

The Proclamation of LondonThe Nordland Press,USA,1970,ed italianaIl Proclama di LondraEffepi,Genova,2005

Four Essays Nordland Press,USA,1971(comprende The Tragedy of Youth,What is behind the Hanging ot the eleven jews in Prague,The Destiny of AmericamThe World in Flames

The Enemy of EuropeLiberty Bell,USA,1981

America’s two Ways of Waging War(discorso scritto per il sen,J.McCarthy)Renaissance Press,N.Zealand,s.i.d.

The Thompson/Yockey Letters to D.AchesonRenaissance Press,New Zealand,2004

America’s two Political FactionsRenaissance Press,N.Zealend ,2004

Altri autori

AAVV Le Prophète de l’Imperium-F.P.YockeyAvatar,Paris,2004p

AAVV Hitler y sus filosofos Ed.Bau,Spagna,s.i.d.

AAVV La Cultura de la “otra”EuropaEd.Bau,Spagna s.i.d.

Bardeche Maurice SouvenirsBuchet/Castel,France,1993

Bolton K.R. Varange ,the Life and thoughts of F.P.YockeyRenaissance Press,N.Zealand,1998

Bolton K.R.The Metaphysics of HistoryRenaissance Press.N.Zealand,2007

Bolton K.R.:Yockey and Russia Renaissance Press,N.Zealand,2009

Bolton K.R.Cold War AxisRenaissance Press,N:Zesaland.,2009-

Coogan Kevin Dreamer of the Day –F.P.Yockey and the postwar Fascist InternationalAutonomedia,USA,1999

De Filippi Alfonso Fascismo e nazionalismo in Gran Bretagna dal 1914 alla nascita del National Front

Gardell Mattias Gods of the Blood –The pagan Revival and White separatismDuke Un.Press,USA,2003

Goodrick Clarke Nicholas Black Sun,Aryan Cults Esoteric Nazism and the Politics of IdentityNew York Un.Press,USA,2002,(la traduzione italiana Sole Nero- Culti ariani,nazismo esoterico e politiche identitarie Settimo Sigillo,Roma,2007 è troppo mal fatta per essere utilizzabile)

Howard Stephen Europeanist Fascism/Radical Rigth, in C.P.Blamires (cura di )World Fascism a historical encyclopedia ABC-CLIO,USA,2006 Vol.I,pag.214.

Kaplan Jeffrey e Weinberg Leonard The Emergence of a Euro-American Radical Right Rutger Un.Press,USA,1998

Larsen Stein U.(a cura di ) Fascism outside Europe Boulder,USA,2001

Lee MartinThe Beast Reawakens Little-Brown,GB,1997


Lowell Norman Credo JPS Books,Malta,1999

Lowell Norman Europa:l’Imperium o la morte Idee in Movimento,Genova,2007

Lowell Norman Imperium Europa a cura dell’autore,USA,2008

Michael George The Enemy of My Enemy Un.Press of Kansas,USA,2006

Myatt David Vindex The Destiny of the West Liberty Bell,USA,1984-

Mosley Oswald Europa:una fede e un programma Polis,Vicenza,1960.

Norling Erik EurofascismoNueva Repubblica,Spagna,2006

Neulen H.W.L’Eurofascismo e la seconda Guerra MondialeVolpe,Roma,1982

Rees Philip Biographical Dictionary of the Estreme Right since 1890 Simon and Schuster,USA,1990

Soucek Theodor L’Europe Nous Appelle Ed.du Loire,Francia,2007

Sthaler ThomsFascismo Fascismi NazionalsocialismoIdee in Movimento,Genova,2006

Strommen Ovyind EurofascismLulu.com,2008

Thiriart Jean Un Impero di 400 milioni di Uomini .L’EuropaVolpe,Roma.,1965’r

Zeskind LeonardBlood and Politics Farrar Straus Giroux,USA,2009
INDICE

Appunti per una premessa

Cap 1 Uno yankee fuori dal gregge

Cap 2 Imperium :la filosofia della storia e della politica

Cap.3 Da Mosley all’ELF

Cap.4 Il SRP ed il Nemico dell’Europa

Cap.5Un rivoluzionario in cerca della rivoluzione

Cap.6 La fine del dramma

Appendici.

Bibliografia

la società multirazziale BRAQUEMART 2

Il tramoNto Dell’occidente
La convergenza delle catastrofi
e la Rigenerazione della Storia
“Nella storia l’essenziale è sempre e soltanto la vita, la razza, il trionfo della volontà di potenza…” Oswald Spengler Il Tramonto dell’Occidente Longanesi, Milano, 1957 pag-1425.
“Friedrich Hielscher, discepolo di Junger, proclama….: “L’homo revolvens gioca un ruolo nel grande teatro del mondo;non conoscerà pace fino a che il contenuto dei musei non sarà cambiato. Allora, gli altari sacrificali in pietra si leveranno nuovamente nelle radure,e le croci si ritroveranno nelle vetrine dei muse…” Giorgio Locchi Definizioni Società Editrice Barbarossa, Milano, 2006, pag.150..
1
Questo è un tentativo di dare una forma seppur provvisoria, ad una serie di riflessioni che hanno occupato l’autore per molti anni, sperando di poter darvi, in futuro, maggiori dimensioni, maggiore organicità e ulteriori approfondimenti.
Codeste riflessioni si indirizzano a chi ha tentato di richiamarsi alle tendenze nazional-rivoluzionarie attive in Europa tra le due guerre mondiali e ai loro più o meno indegni epigoni post 1945: Chi scrive ritiene che nelle società plurirazziali e meticcie che, inevitabilmente, si installeranno in Europa non avrà più senso voler riproporre, più o meno riveduta e corretta, la sintesi di nazionalismo e socialismo che caratterizzò i Fascismi europei, mentre sarà, forse, ancora, o meglio di nuovo, possibile, richiamarsi a motivi e valori gerarchici e guerrieri presenti in quelle tendenze. Si potrebbero riprendere, mutatis mutandis, certe considerazioni di Julius Evola riguardo alla Repubblica Sociale Italiana, mentre, su un piano più ampio, riteniamo che certe posizioni di quest’autore su gerarchie e aristocrazie potrebbero venire rilette alla luce, appunto, dell’inevitabilità della società plurirazziale e meticcia. Possiamo chiederci se chi fosse rimasto legato a certe tematiche potrebbe tornare a parlare di “miti del sangue”,delle concezioni superomistiche nietzschiane , di lotte tra civiltà solari e telluriche,di Ordini,di Iniziazioni e di Aristocrazie,ma ,questa volta,con maggiore attinenza al mondo in cui toccherà vivere.
Sorgerà, forse, un radicalismo di destra reso più duro da una rimmersione nelle acque in cui fu tenuto a battesimo da Federico Nietzsche,e dalle condizioni stesse in cui si troverà ad agire..
Chi scrive ha, da decenni, posto al centro delle sue riflessioni storico- politiche il concetto espresso da Adriano Romualdi inJulius Evola: l’uomo e l’opera ( G. Volpe, Roma, 1968, pag. 26) “Il Fascismo, nel suo significato europeo fu .. la coscienza profonda della decadenza cui andava incontro l’Europa e la volontà di porvi rimedio con mezzi totali e violenti.” In effetti “I Fascismi hanno significato una specie di estate di san Martino, una reazione crepuscolare, autunnale, alla decadenza, semplicemente precorritrice dell’ delle culture-che per noi è l’inverno della modernità.” (Franco Freda Ar, Padova, 1996 pag. 119.
E’ ormai una nozione comune che: “Ogni civiltà è caduca, nel senso che è destinata a decadere, a spegnersi, in una parola: a morire. La civiltà occidentale, alla quale apparteniamo, non fa eccezione…. è caduca anch’essa. Un giorno si spegnerà, come si sono spente tutte le altre. Noi ci troviamo oggi, in quest’ultimo decennio del Novecento, nella fase di discendente della parabola, cioè nel periodo della decadenza. Già oggi, nonostante le grandi conquiste tecniche, nonostante l’esplorazione dello spazio, la civiltà occidentale è decadente. ….La civiltà occidentale sta avviandosi verso l’estinzione, verso la morte”Piero Ottone Mondadori, Milano, 1994, pag. 19.(1). Se è vero che “La caratteristica di una epoca di declino è di mascherare il declino stesso, di censurare quelli che annunciano la catastrofe…”(Guillaume Faye pag. 24) è pur vero che i sintomi stanno diventando sempre più evidenti.
Scriveva Giorgio Locchi pag. 11 “…ciò che è proprio di questa malattia della società che è la decadenza è la cecità che colpisce il malato a proposito del proprio stato. Più è malato più crede di essere in buona salute. Una società decadente è perciò tanto più “progressista”quanto più vicina all’esito fatale della malattia.” E a Pag. 12,questo compianto maestro rilevava:“..fenomeni sociali che nella lunga storia umana hanno sempre caratterizzato le agonie dei popoli e delle culture, dal femminismo alla folgorante scalata sociale degli istrioni e della gente di spettacolo, dalla disgregazione delle cellule sociali tradizionali, agli effimeri tentativi sempre rinnovati di rimpiazzarle con non si sa quali “comuni”, dall’universalismo masochista al crollo di ogni norma sociale costruttiva per l’individuo…”
Orbene, riguardo al cosi detto “tramonto dell’Occidente” Gianfranco De Turris nella sua premessa alla ed. 1998 de di Julius Evola cita quanto scriveva a proposito dei critici radicali della attuale civilizzazione Michela Nacci nel suo (Loescher, 1982): per costoro(2). Dal che si deduce che, sul piano sociopolitico, ogni posizione “conservatrice”è ormai obsoleta e controproducente “La società che abbiamo davanti agli occhi non può essere rabberciata, il sistema non può essere salvato cosi come è. Questa è l’illusione dei conservatori di tutte le tendenze. La soluzione, la salvezza non potranno venire che da una situazione di caos- guerra civile, crisi economica di proporzioni gigantesche, etc, che rovescerà le mentalità dominanti e renderà accettabile e indispensabile ciò che prima non era neppure immaginato. Ecco ciò che cambierà tutti i dati e, unicamente, permetterà la costruzione di un altro ordine, quello del dopo-caos”G. Faye pag. 67.
Di ciò si ebbe già un qualche presentimento ancor prima della disfatta europea nella Seconda Guerra Mondiale. Già Edgardo Sulis nella sua prefazione all’antologia ( riedita nel 1983 da “Sentinella d’Italia”Via Buonarroti 4 Monfalcone) aveva scritto “Ma quanto più saremo fedeli alla demolizione totale più libero sarà il terreno ove dovrà sorgere la nuova città”
Abbiamo da imparare, anche a questo proposito, dalla “Rivoluzione Conservatrice”tedesca. Giorgio Locchi in : scrive
pag. 151 “In fin dei conti, i “conservatori”della KR vogliono distruggere tutto di ciò che li circonda, perché tutto è già cadavere: ciò che essi vogliono conservare, lo vediamo oggi chiaramente, non è nient’altro che la storicità dell’uomo, cioè la possibilità di nuovi eterni ritorni, in opposizione alla progettata apertamente o meno, dai loro avversari. Essi aprono al ritorno del passato. Ma questo stesso passato non è il passato della memoria; è il passato di un’immaginazione che affonda le sue radici in una Sehnsucht in uno slancio nostalgico e passionario verso l’avvenire rigenerato che fa seguito al crollo di una civilizzazione.”
Passando ad anni a noi più vicini: questa società, sostengono alcuni, ormai, “ è inguaribile: non è più possibile alcuna terapia, ormai non sarebbe più efficace nemmeno un’operazione chirurgica. Bisogna accelerare l’emorragia e sotterrare il cadavere”Giorgio Franco Freda (AR, Padova, 2000, pag. 34, cfr anche Chiara Stellati , AR, Padova, 2001.) Sul problema dell’atteggiamento nichilista che si potrebbe opporre alla società in cui siamo costretti a vivere si possono trovare utili spunti in Armin Mohler (Akropolis, Napoli, 1990, purtroppo la traduzione non è molto buona!).
Non si potrebbe, a parere di chi scrive, essere ormai d’altro parere di quello, esposto nelle righe precedenti, non rimanendo, sempre a nostro parere, altro da salvare, prima che sia troppo tardi, quel poco che resta del retaggio indo-europeo. Ricordiamo che già F. Nietzsche “.. auspicava per l’Europa un’ultima catastrofica decadenza, affinché essa possa rinascere ”Giorgio Locchi<>(Akropolis-Lede, Roma. 1982, pag. 179) E a pag. 202 dello stesso testo: “Per Nietzsche….l’Europa è destinata a morire ed anzi deve morire, per potere rinascere- totalmente diversa- dalle proprie ceneri. La , la e comanda dunque di accelerare, con ogni mezzo possibile, il processo fatale di disintegrazione delle società europee cristiano –egalitaristiche: soltanto allorquando gli europei saranno diventati una massa di schiavi docilmente rassegnati(che l’ di prefigura mirabilmente), è potrà sorgere infine, come chiamata dal vuoto, la che saprà edificare un’Europa e fare della massa lo strumento capace di assicurarle la , per il bene dell’umanità intera, innalzata verso un ”.
Lasciamo, per ora, a chi legge il dilemma se si debba o no, e come, giungere ad agire per facilitare un eventuale crollo: il problema è se la modernità stessa debba o non portare ad una crisi risolutiva che, se non altro, offra possibilità di azione.
In ogni caso, al di là dell’irrimediabile decadenza di una civilizzazione in stato di inarrestabile putrefazione, e ormai dilagata a livello mondiale schiacciando i resti delle altre culture esse stesse ormai “spente” . vi è il pericolo, ogni giorno più incombente, che l’intera “razza bianca” venga definitivamente sommersa dalle masse delle cosiddette “razze di colore”.(3) Già Nietzsche aveva rilevato: “Chi ci garantisce che la democrazia moderna, l’ancor più moderno anarchismo, e specialmente la tendenza alla forma sociale più primitiva, che è propria oggi di tutti i socialisti europei, non rappresentino un mostruoso ritorno atavico, e che la razza dei conquistatori e dei signori, l’ariana non sia in procinto di soccombere anche fisiologicamente?” La Genealogia della Morale Libro 1, af.5 cfr A Romualdi .
In Italia, nel periodo precedente la Seconda Guerra Mondiale non mancò chi comprese quali pericoli avrebbe presentato il futuro (cfr Alfonso De Filippi Idee in Movimento, Genova, 2003.) Su “Il Popolo d’Italia ”, in data 9 giugno 1934, il Duce scriveva: “L’Europa muore. La razza bianca si va assottigliando con progressiva regolarità. Di qui a un paio di secoli i cartografi registreranno il vecchio continente fra le colonie degli imperi orientali.” E il 4 settembre 1934 “si tratta di sapere se davanti al progredire in numero e in espansione delle razze gialle e nere, la civiltà dell’uomo banco sia destinata a perire.”.”
Nell’Agosto 1935 Mirko Ardemagni scriveva su “Gerarchia” un articolo dal significativo titolo ”La Rivoluzione Fascista salverà la Razza Bianca”: egli vi sosteneva: ”Il risultato finale al quale tende la Rivoluzione Fascista è quello della difesa della Razza Bianca contro la balenante minaccia che per questa si presenta di essere sommersa dai popoli di colore.” Infatti per l’autore “…il socialismo e il liberalismo rappresentano ..per vie diverse 2 vere e proprie congiure contro la razza e contro i popoli che hanno retto finora i destini del mondo.”Due anni dopo lo stesso Ardemagni nel libro “La Francia sarà fascista?” (F.lli Treves, Milano, 1937, pag. 55) scriveva: “La rivoluzione italiana, che è veramente universale, …tende alla conservazione e al prestigio della razza bianca….Il Fascismo, che ha un senso gerarchico delle razze,…è inconciliabile con quei regimi che procedono alla degradazione qualitativa delle razze europee o a quegli inserimenti artificiosi delle popolazioni che pregiudicano le caratteristiche e le differenziazioni necessarie al perfezionamento umano…”
Dopo l’inizio della II guerra mondiale, il noto giornalista Virginio Gayda in un libro ancor oggi interessante (“Che cosa vuole l’Italia?” Ed. de “Il Giornale d’Italia” Roma, 1940, pag, 434 e segg. parlava di ” La Difesa Bianca” e scriveva: " Bisogna pensare alla difesa dell’Europa e delle razze bianche. La difesa sta anzitutto nella loro potenza demografica. Ma questa potenza, che varia nelle diverse nazioni europee, deve essere sostenuta e favorita da adeguate basi territoriali, ossia da sufficienti e liberi mezzi di lavoro e di vita. Perciò il comune interesse della civiltà europea e delle razze bianche è quello di riconoscere il supremo valore della capacità demografica, che sopravvive in alcuni grandi popoli europei, e dare spazio, alla sua libera e rigogliosa espansione” (ovvio che ci si riferisse ad Italia e Germania).Continuava il Gayda (pag. 438) ” Oggi, si può dire, molta parte della razza bianca è in crisi. Crescono invece vertiginosamente di densità le razze di colore e ascendono con tutte le armi della civiltà moderna apprese dai bianchi. Così disciplinata nelle nuove forme civili, la massa della loro popolazione non è più soltanto una forza bruta e passiva: diviene una forza d’espansione, di concorrenza, di dominio.”)
Su un piano più ampio Domenico Losurdo in in N. 17 Gennaio 2004, notava: “In ultima analisi, il terzo Reich si presenta come il tentativo, portato avanti nelle condizioni della guerra totale e della guerra civile internazionale, di reagire al pericolo del tramonto del suicidio razziale dell’Occidente e della razza superiore, realizzando un regime di white supremacy su scala planetaria e sotto egemonia tedesca.”
Oggi il “mondo bianco” viene invaso:
“ I nostri principi umanitari ci condannano a subire una crescente invasione di stranieri" così Gustave Le Bon: (Monanni, Milano, 1927, pagina 138) che aggiungeva (pag. 139) "I peggiori disastri sui campi di battaglia sono infinitamente meno temibili di tali invasioni."(Di questo noto poligrafo francese cfr. anche Les Amis de Gustave Le Bon, Paris, 1987).
Più recentemente Piero Ottone Mondadori, Milano, 1994, pag. 133 )scriveva: “La crescita demografica in Africa e in Asia, la pressione della gente di colore ai nostri confini, la comparsa delle loro avanguardie nei quartieri poveri delle nostre città, sono i segni premonitori del nostro destino;….Tutto fa pensare a un Terzo Mondo che sommerge, col suo immenso peso demografico, il mondo civile: è successo prima, in altri periodi storici e con altre civiltà; potrà succedere ancora”
E ancora
“Oggi, il nucleo etnico euro-americano è circondato da masse sempre più numerose, di cui si può dire, per usare l’espressione di Alessandro Herzen, che sono , perché non sono più portatrici di civiltà----masseche premono con la forza del numero, i barbari alle porte”Piero Ottone in 8 I 1997.
“Per la prima volta nella loro plurimillenaria storia, i popoli europei, non regnano più sul loro spazio, né spiritualmente, né politicamente, né etnicamente.”.( D. Venner pag. 11).Inoltre “Adottando il meticciato come orizzonte, la maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale hanno favorito i flussi migratori in provenienza dall’Oriente e dall’Africa. Riguardo alle nuove leggi, per un completo rovesciamento della morale vitale, il colpevole non fu più colui che distruggeva il proprio, popolo, ma chi, al contrario, operava per la preservarlo. Non esiste nella storia un altro esempio di civiltà che abbia spinto a tal punto il desiderio di non sopravvivere e la volontà di suicidarsi.”(ibidem pag. 38)
Ricordiamo: <...nei lunghi tempi della storia le uniche vittorie che contano sono quelle demografiche>Carlo Jean (Laterza, Bari, 1995, pag 81) “Non sono le bombe né le azioni militari che abbattono i popoli. E’la sommersione etnica. Le bombe e la violenza, al contrario, possono risvegliarli. L’arma di guerra più letale, in ogni tempo, sono state l’infiltrazioni di popolazioni straniere, le naturalizzazioni, le graduali prese di potere da parte degli stranieri”G.Faye pag. 44
Probabilmente è giusto quanto si poteva leggere in un profetico romanzo: Jean Raspail (Il Cavallo Alato- Ar, Padova, 1998 pag. 119.)
.Da parte sua il demografo francese Gerard –Francois Dumont sarebbe giunto a scrivere: ”L’uomo bianco è attualmente davanti a due scelte, suicidarsi o salvare il mondo salvando se stesso.”(cit. da Carlo Rossella in6/X/1985
Ancora peggio: di là da tutto questo, pare sempre più chiaro che la funzione del mondo moderno consiste nel ridurre il pianeta ad un inquinato immondezzaio e l’umanità ad una putrescente massa di bastardi senza patria, né razza, né fede soggetta ai più irrimediabili processi di contro selezione.
Ed entriamo nel nucleo delle nostre riflessioni partendo, appunto, da quella società “multirazziale” e, inevitabilmente, almeno in parte “meticcia”il cui avvento in Europa è ormai irreversibile. Riteniamo che se anche questo processo dovesse continuare senza scosse, garantendo anche, almeno nelle prime fasi, un certo relativo benessere materiale generale, esso stesso dovrebbe sollevare l’opposizione degli elementi migliori. Si annuncerebbe, infatti, come possibile quella “ fine della storia” profetata da alcuni, il trionfo di quel “ultimo uomo” intravisto da Federico Nietzsche. Ma proprio il filosofo della “Volontà di Potenza”aveva anche scritto. “La degenerazione collettiva dell’umanità fino a quel tipo d’uomo che gli stolidi socialisti e tutti gli imbecilli considerano il loro, il loro uomo ideale; la degenerazione e il rimpicciolimento dell’uomo fino a renderlo un perfetto animale da gregge o, come essi dicono, un uomo della; l’avvilimento dell’uomo fino a diventare una bestiola da gregge con uguali diritti ed uguali pretese, è possibile, non v’ha dubbio che possa avvenire! Colui che ha considerato le ultime conseguenze di tale possibilità, ha imparato a conoscere una nausea che gli altri uomini non conoscono….e forse anche un nuovo compito” (af. 203 Cfr. Newton, Roma, 1993, pag. 500)(4).
“L'ossessione di purezza di ogni teorico del razzismo finirebbe col riconoscersi lungimirante davanti allo spettacolo compiuto di un "Mischmaschvolk" di una umanità imbastardita e immemore" Giovanni Monastra in n. 10, 1998.
Inoltre “La mescolanza delle razze, l’imbastardimento che ne risulta costituiscono sempre una regressione, una dissipazione dell’eredità degli antenati e un rischio di indebolimento per i discendenti che nessun uomo responsabile ha il diritto di assumere”Alain Danielou(Ubaldini, Roma, 1980, pag. 173)
Cesare Mazza (Wage, Roma, 1993, pag. 16/17) prevedeva “L’ipotizzazione di società cosiddette plurinazionali, se diabolicamente realizzata, ridurrà la Nazione e l’Europa ad un consorzio di meticciato senza volto e senza anima, conseguendo in livellamento di Sangue e di pensiero agli stadi inferiori, per il quale ogni valore superiore di Civiltà sarà frantumato e definitivamente sepolto. Il degrado morale delle società nazionali europee ed extra europee, freneticamente impegnate in deliri mercantilistici e pseudo umanitari, fra scompensi sociali spaventosi, denunziando la fine di una era, se mai protratto ed alimentato ancora, segnerà il tramonto non di una Civiltà, ma della Civiltà.”.
--------------------------------------------------------------------------------------------
2
Parrebbe, però, sempre più difficile che questo mondo possa continuare a putrefarsi senza dover affrontare crisi sempre più gravi.
“Su di un piano generale: Rutilio Sermonti M.N.P., Roma, 2004, pagg 10-11.(5 )
Riportiamo da del 9-II-2001 un articolo non firmato, dal titolo alquanto inquietante sottotitolato vi si leggeva: "Riscaldamento della terra, carenza di acqua potabile, esplosione di malattie come l' Aids, cambiamento demografici, immigrazioni, mutamenti psicologici e attitudinali verso il ruolo e la funzione dei militari sono i denotatori di situazioni altamente a rischio in tutto il pianeta. Un pianeta disastrato."
Vi è anche chi ipotizza anche di peggio: “Per Martin Rees, un autorevole esperto di cosmologia e astrofisica, c'è solo una probabilità su 2 che la razza umana arrivi al prossimo secolo.”Giovanni Sartori in 17 VIII 2003.)
“I problemi razziali e quelli ecologici ormai configurano le due ganasce di una immane tenaglia che, irreversibilmente a quanto sembra, sta stritolando il mondo della modernità contemporanea”Silvio Waldner AR, Padova, 1998, pag. 11 -----
Dedichiamoci, per ora, solo ai problemi inerenti alla società “multirazziale” in se stessa:
“Non esiste un solo esempio storico di società plurietnica non conflittuale e che non sia stata crudelmente gerarchizzata e oppressiva” G. Faye SEB, Milano, 1999 pag. 160.
“Nell’impossibilità di selezionare o bloccare l’immigrazione non vi è altra prospettiva che quella di uno scontro etnico interno”Carlo JeanLaterza, Bari, 1995 pag. 100. (6)
“Nei conflitti tra civiltà a differenza di quanto avviene con quelli ideologici, si sta sempre dalla parte della propria razza. "(Samuel Huntington ( Garzanti, Milano, 1997, pag .319.)
“Per tentare di trarre in inganno, i governi europei evocano i benefici della società multiculturale, ma senza tener conto del fatto che la guerra civile è…il destino della maggior parte degli Stati plurietnici e/o multiconfessionali” Eric Werner Il Settimo Sigillo, Roma, 2004, pag. 60.
Possiamo citare dall’articoletto pubblicato su del 4 Settembre 2007: “Le differenze sociali ed etniche abbassano la fiducia reciproca: lo sostiene il ricercatore americano Robert Putman dell’Università di Harvard, al termine di uno studio, cominciato nel 2000, basato su un campione rappresentativo di circa 30mila americani raccolto dalla Social Capital Community Benchmark Survey. La ricerca indica che il livello di fiducia è inferiore tra i popoli provenienti da diverse etnie….L’alto livello di immigrazione nei Paesi industrializzati….(non sarebbe una buona cosa) dal punto di vista sociale: la diversità che produce mancanza di fiducia rende difficoltoso il rafforzamento comunitario” (cfr anche del 6-sett.2007
“L’etnologo americano Stanley J.Stuart sottolinea nel suoil fatto che le popolazioni più instabili sociologicamente si trovano nel Sud America, nel Maghreb e nel Medio Oriente, zone di grande meticciato”G.Faye A detta di alcuni, poi, la possibilità di futuri scontri etnici sul suolo europeo sarebbe resa più probabile dalla presenza tra le messe degli immigrati, di una forte componente islamica (7).
“Come notarono etnologi e antropologi come Jules Soury e Rene Martial, studiosi oggi disprezzati,censurati e dimenticati dai miserabili guardiani dei dogmi correnti,le civiltà durature e feconde non sono mai state antropologicamente eterogenee. Al contrario esse sono crollate una volta sorpassata un certa soglie di eterogeneità”G.Fayepag. 234
----------------------------------------------------------------------------------------------
3
Lasciando, per ora, da parte il tema della conflittualità, dedichiamo la mostra attenzione a quello della gerarchizzazione delle società multirazziali.
Scriveva Rutilio Sermonti in 13 Ottobre 2005- “La storia insegna anche che l’integrazione razziale non produce mai una fusione paritetica, bensì il dominio di una razza-padrona di serie A (come in America i famosi WASP) su razze di serie B (come latini, asiatici e negri) costretti ad adattarsi al letto di Procuste di una civilizzazione non creata dai loro padri e a cui non sono portati. La parola “libero”, per chi non lo sapesse, significa per etimologia millenaria “appartenente alla stirpe dominante “
Silvio Waldner Ar, Padova, 1997.pag.28, sosteneva: “Il problema razziale non viene eliminato neppure dal meticciato, contrariamente alle fantasie morbose di tanti utopisti egualitari. Nelle terre e nelle società a meticciato diffuso-……si incomincia a formare una stratificazione sociale nel cui ambito l’è formata da coloro che hanno un massimo di sangue degli antichi padroni.”
Un esempio “classico” di tale processo di stratificazione sociale sulla base delle differenze razziali è quello del sistema delle caste in India.
Un articolo apparso il 21 Maggio 2001 nell’edizione online del Times of India a firma di Chidanad Rajghatta, portava il titolo <>che potremmo tradurre: Vale la pena di segnalarne i contenuti; vi leggiamo infatti:”la componente maschile delle caste superiori indiane è geneticamente più simile agli Europei di quella delle caste inferiori, che sarebbe maggiormente asiatica.Tali idee erano sostenute in un saggio destinato ad essere pubblicato sulla rivista Human Genome. Gli autori di tale studio sostenevano, sulla base dei dati tratti dalle conclusioni delle loro ricerche, che gli eurasiatici occidentali immigrati in India durante gli ultimi 10.000 anni erano per lo più maschi e il materiale genetico mostrava come gli antenati degli uomini e delle donne indiani provenissero da diverse zone del mondo. Inoltre tali studi rilevavano che le differenze riscontrate offrivano una chiave per la comprensione dell’origine del sistema delle caste; risulterebbe infatti che gli invasori e/o immigrati maschi abbiano lasciato più discendenti nelle caste alte che in quelle basseInfatti il DNA mitocondriale (trasmissibile solo in linea materna) degli appartenenti alle varie caste è più simile a quello di altri popoli asiatici che a quello europeo, e tale somiglianza sarebbe maggiore nelle caste basse che in quelle alte. Al contrario, il cromosoma Y, che viene trasmesso solo in linea paterna, mostra in ogni casta una certa somiglianza con quello degli Europei, somiglianza che si accentua nelle caste superiori. Il che indicherebbe appunto che ad entrare nel subcontinente siano stati più uomini che donne.Michael Barmshad dell’Università dello Utah, capo di questo gruppo di studiosi, sostiene che, avendo ampliato lo studio ad altri 40 geni addizionali, ereditari sia in linea maschile che femminile, ulteriori risultati hanno confermato che gli appartenenti alle caste più alte sono maggiormente simili agli Europei di quelli delle caste inferiori, il che rivela come nell’antica India vi fosse una certa mobilità sociale per le donne dal basso verso l’alto.” Tali ricercatori sarebbero giunti a stabilire una gerarchia delle caste in base alla loro somiglianza genetica con gli Europei, e questa classifica vede al primo posto i Bramini, al secondo gli Kshatriyas, al terzo i Vaishyas. Nei mesi seguenti non abbiamo più avuto notizie di questi studi e dei loro risultati, le cui implicazioni antiegualitaristiche li avrebbero resi politicamente scorretti. Machael H.Hart (Washington Summit Publishers, USA, 2007, pag. 270, da parte sua, scriveva: “Verso il 1500 a.C.,l’India venne nuovamente invasa dal Nordovest. Questi nuovi invasori, gli Ariani appartenevano a tribù caucasoidi che parlavano linguaggi indo-europei parenti dell’antico Sanscrito. Ben presto gli invasori sottomisero i resti della civiltà della Valle dell’Indo, e gradualmente si sparsero per tutta l’India settentrionale. Come risultato, la maggior parte degli abitanti dell’India settentrionale parlano lingue imparentate tra di loro, derivate dal Sanscrito.(La maggior parte degli abitanti del Sud continua, invece, a parlare lingue dravidiche).Probabilmente gli invasori ariani provenivano dall’Afghanistan o forse dall’Iran orientale, e in precedenza dall’Asia centrale. Dato che essi erano alquanto più chiari di pelle, gli attuali abitanti dell’India settentrionale sono, in media, alquanto più chiari di quelli del sud. Dato che le regioni da cui gli Ariani provenivano erano molto più secche dell’India, e non potevano aver in precedenza ospitato una popolazione numerosa come quella dell’India settentrionale, è chiaro che gli invasori dovevano essere molto meno numerosi delle popolazione indigena. La più semplice spiegazione del loro successo è che essi avessero, in media, un’intelligenza maggiore degli abitanti precedenti…..ne consegue che una dei risultati laterali dell’invasione fu quello di innalzare il QI medio della popolazione indiana.”.
R.Biasutti UTET, Torino, 1967,Vol.II pag. 591 scriveva “Lo studio comparativo dei caratteri somatici delle caste, nelle varie regioni, ha dimostrato che alla gerarchia sociale ne corrisponde una fisica in quanto che della caste alte alle basse si fa di regola più scura la pelle, aumenta l’indice nasale e diminuisce la statura”
Alberto Ronchey inGarzanti, Milano1973, pag. 35 riassumeva “ Gli invasori indoeuropei, fratelli degli Iranici, imposero l’edificio delle caste social- religiose, non comunicanti tra loro, per garantire il dominio ariano- braminico e sbarrare la via al meticciato. In pratica non fu evitata una discendenza meticcia…”
Sempre sulle caste ebbe, ancora, a scrivere J. Evola (Mediterranee, Roma, 1995, pag. 30) che in India “Come arya valse essenzialmente una aristocrazia, opposta, nello spirito e nel corpo, sia a razze, primitive, ibride e quali quelle delle popolazioni kosaliane e dravidiche trovate nei territori.. conquistati, sia, più in genere, al substrato corrispondente a qual che oggi si chiamerebbe probabilmente la massa proletaria e plebea, nata in via normale per servire, la quale, in India come nel mondo greco-romano, fu esclusa dai culti luminosi caratterizzanti le caste superiori, patrizie, guerriere e sacerdotali.”
Inoltre “La gerarchia delle caste fa sì che la società tradizionale sia retta da uno stile di vita eroico ed aristocratico, essendo il dominio economico e materiale subordinato ai valori politici e religiosi”Antonio Medrano Raido, Roma, 2006, pag. 16>.(8)
---------------------------------------------------------------------------------------
4
E passiamo alla “Nuova Cartagine di oltre- Atlantico”: “Una delle tesi difensive più care alla sinistra-che i pessimi risultati scolastici dei negri siano da imputare a fattori sociali, al grado cioè di ricchezza familiare- è smentita da precise rilevazioni. Gli studenti negri appartenenti a famiglie con reddito annuo tra i 50 e i 60 mila dollari non riescono a tenere negli studi il passo dei colleghi asiatici, appartenenti a famiglie con reddito tra i 10 e i 20 mila dollari annui. E il dato negativo per i colorati, trova conferma bei test di intelligenza raccolti negli orfanotrofi. Tra gli ospiti delle varie razze, allevati tutti, come è ovvio, in condizioni di assoluta uguaglianza per i punteggi conseguiti i neri occupano saldamente la coda della classifica.” Così Piero Sella in n. 39 Gennaio 1995.
In realtà: “nessuno contesta nel mondo scientifico americano, o in quello politico, che i neri abbiano quozienti medi di intelligenza più bassi dei bianchi” ammetteva Arturo Zampaglione: in 10 X 1984. “Statisticamente, la media della popolazione negra appare meno intelligente della media della popolazione bianca” così Maurizio Blondetin 12 XI 1975.
Inoltre, sempre negli USA, “il colore della pelle si schiarisce presso i negri man mano che si sale verso categorie di più alto livello sociale, il che conferma che fattori genetici intervengono in un modo o nell’altro, nella determinazione di questo livello.”Arthur Jensen in n 8, Ottobre 1981.
Giuseppe Sermonti in 23 novembre 1994scriveva: "Dai tempi di Darwin, c' è sempre qualcuno che ha misuratol'intelligenza umana e sempre è arrivato alla stessa conclusione,l'inferiorità negra. Uno dei primi esperti di IQ(Coefficiente diIntelligenza, W. Dubois non esitò a concludere che i negri erano assolutamente al di là di ognipossibilità di civilizzazione ).Il recente libro di Herrnstein e Murray "LaCurva a Campana", che ha risollevato il caso, si guarda bene dall'usarequelle espressioni di tono così razzista, ma afferma che, all'estremoinferiore della curva di distribuzione dell'intelligenza, c'è unasottoclasse con basso coefficiente e propensione al crimine.Sono i negri.Le obiezioni che si sollevano a queste conclusioni sono di tre tipi. Laprima, più franca e sbrigativa, è questa: "questo è razzismo". La seconda,sociologica, è che la inferiorità negra dipende dall' ambiente misero dellagente di colore. La terza è che i test, di intelligenza (l'IQ ) valutanoattitudini marginali, cioè sono poco intelligenti. Queste obiezioni sonostate superate.La Scienza non può evitare la conclusione della bassa attitudine dei negri,perché non può permettersi di scartare una realtà per il solo fatto che èscomoda, né può concedersi di rinunciare alla massima efficienza produttiva.Il razzismo è l'inevitabile esito delle statistiche biologiche.”
Ancor prima che negli USA dilagassero i rapporti sessuali tra appartenenti a Razze diverse e il conseguente meticciato, i negri del Nord America avrebbero goduto di una certa qual superiorità nei confronti di quelli africani grazie agli incroci avvenuti al tempo dello schiavismo. “La proporzione dei geni provenienti dalla popolazione bianca e facenti parte del genotipo dei negri americani ‘ del 31%. Da ciò proviene la riconosciuta superiorità del negro americano rispetto agli altri componenti della stessa razza.”B.B.P. a in N23 Automne 1985.”. Tutto ciò per noi è particolarmente importante in quanto la più parte degli immigrati che stanno invadendo, per ora pacificamente, l’Europa appartengono a stirpi negre, negroidi o almeno più o meno negrizzate.(9)
------------------------------------------------------------------------------------------------
5
Potremmo tornare in futuro su altri casi, ad esempio, sui caratteri di molte società africane che appaiono anche esse gerarchizzate su basi razziali, limitiamoci per ora a pochi spunti..
“Certo, si può rimanere impressionati dal gran numero di tradizioni locali che riferiscono ai bianchi venuti dal Nord l’ iniziativa delle istituzioni egemoniche. Ci si è riferiti ai Semiti per l’Etiopia, ai Berberi per il Sudan mo non è stato ancora possibile (né forse mai lo sarà ) verificare la fondatezza di queste leggende o escluderle definitivamente. Al minimo, si può ritenere che, in un certo numero di casi, le tradizioni che riferiscono all’arrivo, in epoca molto antica, di bianchi l’introduzione di un sapere e di un’autorità, siano di creazione relativamente recente e abbiano lo scopo di accrescere il prestigio della dinastia, conferendole in Etiopia origini semitiche e nell’Africa sudanese legami con l’islamismo.”Pierre Bertaux Feltrinelli, Milano, 1968 pagg. 35/36.
Noi riteniamo che tutto ciò non sia solo leggenda.
Mario Canella (Sansoni, Firenze, 1942, pag. 144) scriveva: “…tutte le civiltà dell’Africa nera…sembrano o civiltà prettamente camitiche o civiltà sorte sotto l’influenza di elementi culturali e razziali camitici, la nigrizzazione progressiva dei Camiti, d’altra parte, ha provocato, in uno certamente con l’influenze climatiche e ambientali, la decadenza intellettuale e culturale” In particolare pag. 174 “ E’opinione comune che le cosiddette civiltà africane(Benin, Dahomey, Zimbabwe, etc)siano da attribuirsi ad influenze ed elementi prevalentemente camitici.”
Più recentemente riassumeva, forse con qualche forzatura, Silvano Lorenzoni in(Ghenos, Ferrara, 2005 pag. 77): sostenendo che le “..strutture tribali più consistenti(che, per esempio nel caso degli zulù dell’Africa meridionale assunsero a dimensioni quasi statali sotto qualche dirigente più dotato) furono dovute a meticciato culturale e anche biologico con elementi appartenenti all’ecumene artico. Nell’Africa Nera, in particolare, le famiglie dei capi erano invariabilmente di razza /etiopica, e quindi di origine meticcia contenente una componente europide……tutti i cosiddetti imperi africani (Mali, Ghana, Timbuctù ecc.)furono il frutto di intrusioni esogene provenienti dall’Africa settentrionale, dall’Arabia o dall’India, all’ interno dei quali i negri non fecero altro che da manodopera servile.”
Troviamo in Africa una caso tipico di società plurirazziale, stratificata etnicamente ed estremamente conflittuale: quella costituita da Tutsi ed Hutu. Gianfranco Simone in 28-8-1996 “Quando giusto un secolo fa la Germania conquistò il Ruanda Urundi, i Tutsi o Watussi ( significa ) pastori guerrieri di ceppo nilotico, alti, longilinei, e dal volto aquilino, costituivano la nobiltà che nella regione dominava gli Hutu, agricoltori bantu di bassa statura e dal naso camuso.”
Più succintamente Stefano Citati in del 20/8/1998parlava di “..rivalità tra le etnie- gli alti allevatori tutsi, dai diritti nasi , dominatori dei bassi agricoltori Hutu dal naso schiacciato”e Antonio Brindisi in 21 X 1990 scriveva: dei Tutsi “Provenienti dall’Etiopia, si insediarono nel Ruanda attorno al diciannovesimo secolo, quando sottomisero le altre razze Bantu, meno evolute e potenti, ma più numerose ….”
Citiamo anche Bernardo Bernardi <>Istituto Italo- Africano, Roma, 1976. Pag. 60 “Le monarchie interlacustri”-“le distinzioni etniche delle singole popolazioni che noi chiameremo si sono pressoché cristallizzate quasi in forma di casta perché ognuna conserva la propria organizzazione classista pur facendo parte di un’unica popolazione con lingua e costumi propri”…”La distinzione etnica stabilisce il principio strutturale di stratificazione sociale e politica. Le etnie Hima, Tusi, Bito rappresentano i dominatori la cui condizione di prestigio sociale e di dominio politico era mantenuta costante dalla gelosia con cui preservavano la loto attività pastorale: essi solo potevano possedere il bestiame, e solo chi possedeva il bestiame era uomo libero….”. “Gli agricoltori Hima e Iru non avevano diritti politici. In genere la loro condizione era decisamente di servitù e di inferiorità, -….L’attività militare era privilegio dei giovani delle etnie dominanti: gli Iru e gli Hutu adempievano soltanto al trasporto delle vettovaglie.”
Un altro esempio: i Fulbe,etnia dell’Africa Occidentale, leggiamo F. Ratzel (Vol.II.Utet,Torino,1986) pag. 195 “… costituendo in molti luoghi la razza dominante e distinguendosi talora dai neri per caratteri di razza prettamente caucasici.”. Pag.197 “ G.A: Krause giunse ad affermare che tra loro si potevano discernere 2 classi nettamente distinte:1)Fulbe bruni o rossi;2 Fulbe neri,…I Fulbe bruni avevano membra esili,pelle chiara e fattezze somiglianti e talora perfettamente eguali a quelle degli Arii(Indoeuropei),” pag.200 “…,al sommo della loro potenza null’altro che una minoranza in mezzo a schiatte soggiogate che hanno contratto con loro stretti vincoli di sangue,nella loro decadenza quasi assorbiti da questa maggioranza…”..
Interessante è anche il caso del Madgascar ove tribù di origine prevalentemente asiatico -malese signoreggiavano su quelle più negroidi.
Citiamo,a tale proposito, da Federico Ratzel (Vol. II Unione Tipografico Editrice, Torino, 1896 ),pag. 544 “Secondo ogni apparenza l’elemento malese si è conservato purissimo in quello che oggi è il più potente di tutti i popoli del Madagascar, cioè gli Hova”Purissimo è una esagerazione. Pag. 545 “Osservatori recenti sostengono che in genere negli Hova, per lo meno in quelli delle coste, sia una forte proporzione di sangue bianco, ed attribuiscono in gran parte a questo la superiorità di questo popolo.”. Pag. 562 gli Hova hanno sempre praticato la razzia delle donne e di conseguenza la poligamia. Pag 570”Gli Hova sono divenuti grandi mercè la guerra, e mercè la guerra conservano la loro potenza.”
Infine “In tutti i pesi eredi un un meticciato strutturale ,come l’America Latina, si istaura una implacabile stratificazione razziale della società. Il culmine è raggiunto ad Haiti e al Brasile dove il colore della pelle corrisponde quasi esattamente alla posizione sociale”G.Faye pag214
Su tutto ciò e specialmente sull’Africa, si potrà tornare più dettagliatamente in futuro.
Su di un piano più generale, I. Schwiderzky,G.Heber e G.Kurth in(Feltrinelli, Milano, 1966, pag. 62-63.) scrivevano riguardo alle “Società a stratificazione etnica.” : “La stratificazione è più facilmente riconoscibile dove coesistono popolazioni di razza diversa…..per grandi parti dell’Africa un individuo è di pelle tanto più chiara e si avvicina tanto più al tipo razziale europoide quanto più alto è lo strato sociale a cui appartiene…..,questo è il risultato della continua pressione demografica esercitata dalle popolazioni europoidi dell’ Africa Settentrionale, pressione che provocò una sovrapposizione di gruppi a carattere più marcatamente europoide a gruppi di caratteri prevalentemente negroidi. ….Probabilmente origine analoga hanno le differenze somatiche tra le varie caste in India, con statura relativamente alta, naso sottile e pelle chiara a favore delle caste superiori: qui conquistatori indoariani provenienti dal nord si sovrapposero ad una società indide- veddide probabilmente già stratificata. L’etnologia conosce numerosi casi di sovrapposizione a popolazioni contadine di popoli nomadi, che di norma sono più leptosomi e più intelligenti.”
-------------------------------------------------------------------------------------------
6
La storia sembra, dunque, dare molte smentite ai difensori della tesi dell’eguaglianza tra le varie razze umane.”Alcuni antropologi han voluto insegnarci che tutte le razze umane sono egualmente dotate, ma noi abbiamo aperto il libro della storia e abbiamo risposto loro: E’falso. Le razze umane sia dal punto di vista della qualità che del grado dei loro doni naturali, sono inegualissimamente dotate” cosìHouston Stewart Chamberlain citato da Julius EvolaAr, Padova, 1994, pag. 58.
Ebbe, poi, a scrivere Gustave Le Bon ( (Monanni, Milano, 1927, pag. 9-10 )“Appena un secolo e mezzo fa, taluni filosofi, molto ignoranti, del resto, della storia primitiva dell’uomo, delle variazioni della sua costituzione mentale e delle leggi dell’eredità, hanno lanciato nel mondo l’idea dell’eguaglianza degli individui e delle razze. Seducentissima per le folle, questa idea finì per fissarsi saldamente nel loro spirito e diede presto i suoi frutti. Ha scrollato le basi delle vecchie società, ha prodotto la più tremenda rivoluzione, e ha gettato il mondo occidentale in una serie di violente convulsioni, di cui è impossibile prevedere la fine .>
E a pag. 191 dello stesso libro:“Le grandissime differenze anatomiche che separano le diverse razze umane sono accompagnate da differenze psicologiche non meno notevoli. Quando si paragonano soltanto le medie d’ogni popolo, le differenze sembrano spesso abbastanza tenui. Diventano immense appena il paragone vien fatto tra gli elementi di quei popoli. Si constata allora che ciò che soprattutto differenzia le razze superiori dalle inferiori, è che le une hanno un certo numero di cervelli sviluppatissimi, mentre le altre non ne hanno affatto.”
Frank H.Hawkins in(Payot, Paris.1935, pag. 27-28 )aveva sostenuto :“Le differenze fra le razze si manifestano in maniera evidente sul piano fisico, il che permette,come minimo,di presumere che ci possano essere differenze sul piano mentale” e pag. 268 “le razze sono ineguali quanto alla loro capacità mentali.. ..di conseguenza differiscono nelle loro capacità culturali.”
In sintesi “Ogni tentativo di limitare le differenze razziali a quelle fisiche è tanto arbitrario quanto scientificamente ingiustificabile. Linneo espressamente incluse le differenze psichiche nelle sue classificazioni. Le differenze psichiche ereditarie sono molto più impostanti di quelle fisiche” Fritz Lenz cit. da Robert KuttnerNew York 1967.pagg.XXIV-XXV).
In (Ar, Padova, 19978pag.22)Silvio Waldner scrive. “Un alto livello di intelligenza è senz’altro un presupposto indispensabile per lo sviluppo di qualsiasi civiltà. In modo particolare per quel che riguarda la dimensione tecnica di ogni agire umano. Per la valutazione quantitativa dell’intelligenza si sono sviluppate tecniche statistiche altamente complesse, che non hanno mancato di confermare quello che ognuno, impiegando la propria capacità ragionativa, sapeva già ….Ossia che le razze dalla pelle scura_-i Negri in particolare, sui quali esistono numerose rilevazioni statistiche-dimostrano una capacità intellettuale media drasticamente inferiore a quella non solo degli Europei ma degli est- Asiatici, degli Indiani d’America ecc.(Dal lato intellettivo, al di sotto dei Negri stanno soltanto gli aborigeni dell’Oceania). Questi risultati appaiono tanto più significativi quanto si ricordi che la maggior parte dei dati relativi ai Negri sono stati ottenuti negli Stati Uniti, dove i sono in realtà dei mulatti. I (relativamente scarsi) risultati riguardanti i Negri africani indicano un’intelligenza ancora minore che presso i Negri americani: nell’Africa meridionale in particolare, dove la popolazione negra risulta meticciata con elementi capoidi (boscimani e ottentotti), essi segnalano un’intelligenza di grado ancora inferiore.”.
Aveva già scritto Gustave Le Bon<>MeB,Milano,1996,pag-87-88)
Ripetiamolo: nonostante quello che ci viene continuamente ripetuto molti studiosi ammettono che esitano disuguaglianze tra le varie razze, un esempio: HENRI LARCHER PER NOVO PRESS FRANCENovopress info-belgique-http://be.novopress.infobe.novopress.info/wp-email.php?p=4343 - 20k -
Si potrebbe oggi scrivere che sosterrà in un editoriale da pubblicarsi nel Novembre 2008.
Gli autori di tale scritto, che in alcuni paesi li porterebbe davanti alla “giustizia", non sono dei qualsiasi “teste rapate neo naziste!” che tanto spesso i media ci presentano. Si tratta di Jean .Philippe Rushton, professore di psicologia all’Università canadese dell’Ontario e di Arthur Jensen professore di psicologia all’Università di Berkeley in California, entrambi scienziati di fama internazionale.
Costoro affermano:
1 Il quoziente di intelligenza medio è di 106 per gli asiatici, 100 per i bianchi, 85 per i negri americani e 70 per i negri dell’Africa –
2 Il meticciato tra negri e bianchi produce figli il cui Q I (quoziente di intelligenza) è inferiore, in media, a quello dei figli di copie bianche non meticciate.
3 i bambini negri adottati dai bianchi hanno un QI più vicino a quello della media dei negri che a quello dei bianchi.
4 La teoria secondo cui l’ambiente socioculturale spiega le differenze della media di QI è stata più volte messa sotto esame e infine confutata.
5 La differenza media di Q I tra negri e bianchi non é causata dalla differenza tra le scuole frequentate, in quanto essa compare già tre anni prima che il bambino inizi ad andare a scuola.
6 Negli Stati Uniti n la differenza di 15 punti tra il QI medio dei bianchi e quello dei negri è per l’80 % ereditaria
7 Le razze con un QI inferiore hanno anche un cervello mediamente più piccolo: 1364 cm3 per gli asiatici, 1347 cm3 per i bi8anchi, e 1267 in media per i negri.
8 Le razze che hanno un QI medio inferiore reagiscono più lentamente agli stimoli, gli asiatici hanno in media un tempo di reazione(misurato in millesimo di secondo)più rapido dei bianchi mente i negri reagiscono meno velocemente dei bianchi
9Gli asiatici sono mediamente meno aggressivi dei bianchi, mentre i negri sono mediamente più aggressivi e impulsivi dei bianchi.
10 Gli asiatici sono, in media, più dispettosi della legge dei bianchi e i negri sono, mediamente, meno rispettosi dei bianchi.
I due scienziati citano ben 68 articoli scientifici pubblicati su riviste scientifiche in appoggio alle loro tesi. Nel 2005 un articolo dei due concludeva con gli stessi risultati con 229 referenze bibliografiche. Un premio Nobel della fisica, William Shockley, lo scopritore dei transistor, e un premio Nobel della biologia, James Watson scopritore del dna, sostennero pubblicamente le stesse tesi, il che provocò loro vari"fastidi”
Secondo Jean –Philippe Rushton e Arthur Jensen, quelli riportati .>(8)
Riguardo alla relativa superiorità di certi asiatici (soprattutto Giapponesi e Cinesi del Nord) rispetto agli Europei possiamo notare come taluni gruppi orientali siano stati, almeno in parte, risparmiati da taluni fenomeni di contro selezione che, per secoli, hanno favorito la decadenza dei popoli bianchi.
Citiamo, a codesto proposito, da Roger Pearson (Scott Townsend, USA, 1996, pag. 117: “come conseguenza dell’attività colonizzatrice e della cecità del cristianesimo cattolico nei riguardi delle differenze razziali, molti individui che in Europa o Nord America passano per bianchi o caucasoidi, hanno, in realtà, ereditato geni negroidi da altre popolazioni con un QI medio inferiore. Al contrario i Cinesi del Nord, i Giapponesi ed i Coreani non sono stati affetti da mescolanze con popolazioni geneticamente diverse nella proporzione in cui lo sono state le popolazioni caucasoidi del Nord America, dell’Eurasia Occidentale e del resto delle Americhe. Si può ritenete che un tempo gli Eurasiatici occidentali siano stati ugualmente e anche maggiormente creativi ed egualmente ed anche maggiormente intelligenti degli Eurasiatici dell’Est. Il più antico sviluppo culturale della Cina fu largamente stimolato da influssi dell’Eurasia occidentale giunti attraverso le steppe dell’Asia. Soprattutto gli Eurasiatici d’Occidente avrebbero precorso un cammino geneticamente più negativo specialmente dopo aver adottato la religione cristiana. l’autore allude al celibato ecclesiastico che impediva la riproduzione di molti elementi intellettualmente più dotati della media)--.. mentre, al contrario, le influenze di Confucianesimo, Taoismo e Scintoismo avrebbero contribuito a mantenere gli Eurasiatici Orientali più legati alle leggi eugenetiche fissate dalla natura, e così si sarebbero,tra loro,meglio conservate quelle abilità mentali di cui la selezione evolutiva che aveva agito durante l’ultima erra glaciale aveva dotato gli ominidi della Eurasia Settentrionale>8Cfr anche Yves Chrisyen in Febbraio 1998, Si tratterebbe perciò di attuare una politica di miglioramento del materiale umano europeo. (9)
Possiamo,comunque,ricordare che sono stati i popoli bianchi a dominare,nel bene e nel male, e ,riguardo al l ruolo egemonico svolto nella storia dalla razza bianca possiamo citare da Julius Evola in 6 genn. 1937 ora in Ar, Padova, 2002, pago 222)"Lo spirito di avventura, l'amore per il rischio e per l'ignoto, il puro piacere del dominio e della preda, il desiderio della grandi distanze furono più di qualsiasi forma razionale, mercantile e utilitaria, ai primordi dell'espansione bianca, legandosi indicibilmente a precise doti di carattere: ad una volontà più dura, a freddezza, a tenacia, a disprezzo per la vuota e per la morte, ad un inconcusso sentimento di superiorità."
Adriano Romualdi (Ed. Vie della Tradizione, Palermo,s.i.d. pag. 48) scriveva : “ L’ordine dell’uomo bianco può aver prodotto molti colpevoli effetti, ma è una macchina troppo delicata perché altri possa pensare a ripararla. Il fardello dell’uomo bianco-- la responsabilità per le razze impure, senili o superstiziose-- insieme con l’ingratitudine degli assistiti e l’incomprensione dei chierici traditori-non ci è ancora risparmiato.”
Citiamo anche dal capolavoro del grande Francis Parker Yockey (Noontide Press, Usa, 1991).Pag. 279 “Alcune stirpi sono indubbiamente più dotate di altre riguardo a talune caratteristiche spirituali. Le qualità spirituali differiscono altrettanto di quelle fisiche. Non solo l’altezza media dei corpi è differente, ma anche l’altezza media delle anime. E a pag. 277 “Razza in senso oggettivo, è la comunità biologico-spirituale di un gruppo " D’altra parte,”..il basare una gerarchia delle razze sulla forza della volontà di potenza è in relazione alle realtà storiche. Necessariamente tale gerarchia non ha validità eterna”(ibidem, pag. 285. –cfr.anche Alfonso De Filippi Idee in Movimento, Via XX Settembre 13-3/ 16100 Genova )
Su questo ultimo aspetto cfr. Lev Gumilev , Progress Publishers, Mosca, 1990).
Possiamo, dunque, far nostro quanto scriveva Roberto Jonghi Lavarini: “Razzisti per amore di verità e civiltà Sì, siamo orgogliosamente e chiaramente razzisti, nel senso vero ed etimologico del termine, cioè crediamo nelle differenze e nelle gerarchie naturali fra i popoli, le razze e le etnie, ognuna delle quali ha le sue specifiche caratteristiche, fisiche e psicologiche, che ne hanno determinato lo sviluppo sociale ed il grado di civiltà, attraverso i secoli. Non siamo mossi quindi da odio per i diversi ma, al contrario, da vero e sincero amore per tutte le differenti identità e quindi, anche e sopratutto, per la nostra specificità di Italiani (ariani, bianchi e latini). Il Colonialismo fascista, imperiale e romano, fu portatore di civiltà e progresso per i popoli africani. Con questo spirito, nobile e solidale, coscienti della nostra evidente superiorità, siamo disponibili ad aiutare il nostro prossimo, contribuendo al progresso dell’intera umanità. La decolonizzazione dell’Africa, ha creato solo la farsa della democrazia ed il miraggio della libertà ma in realtà ha abbandonato il continente negro allo sfruttamento economico e sociale delle multinazionali, alla miseria ed alla fame, alle guerre tribali ed al genocidio. Parliamoci chiaro, gli stati negri africani sono assolutamente incapaci di autogovernarsi, vanno aiutati, seguiti, educati alla civiltà, alla libertà ed alla propria autodeterminazione che devono dimostrare di volere e meritare. Sono tragicamente in ritardo di duemila anni! Dopo cento anni di democratico “lavaggio del cervello” sul falso mito della uguaglianza, ammettere le motivazioni razziali ed antropologiche di questo evidente ritardo, è il primo passo necessario per aiutare veramente queste genti.” ( (da DESTRA INFO www.ladestra.info?
Da parte sua notava Julius Evola (Ar, Padova, 1979, pag. 27) “Le reazioni dell’una o dell’altra persona di fronte all’idea razzista sono una specie di barometro che ci rivela la di razza presente nella persona in discorso. Dir sì o no al razzismo non è un divario intellettuale, non è cosa soggettiva e arbitraria. Dice sì al razzismo colui nel quale la razza ancor vive: si oppone invece ad esso e cerca in ogni campo degli alibi che giustifichino la sua avversione e che discreditino il razzismo, colui che è stato interiormente vinto dall’anti-razza, colui nel quale le forme originarie sono state soffocate da detriti etnici, da processi di incrocio e di degenerazione ovvero dallo stile di una vita borghese fiacca e che ha perduto da generazioni ogni contatto con tutto ciò che è veramente originario.”NOTA DE GOBILEAU CONTINUARE
7
Su queste considerazioni si inserisce il problema delle aristocrazie:
Crediamo che il concetto di aristocrazia debba venire riesaminato e essere posto al centro della nostra visione del mondo, in tal senso si troveranno molti spunti nel libro di W G:Simpson
Premettiamo: “Qualsiasi pretesa alla superiorità , per i popoli come per gli individui,deve tradursi in un aumento di doveri.” Abel Bonnard (AR,Padova,1992).
Si può leggere nel fondamentale testo di A James Gregor ( Ed de Il Borghese, Milano, 1974 pag. 214 ): “l’uomo, sottratto alla tutela ferma e precisa di una aristocrazia ispirata e illuminata, non ha più un fondamento e affonda nelle sabbie mobili degli interessi materiale sensuali. Soltanto un’aristocrazia della volontà e dell’intelligenza può disciplinare le masse informi e indirizzarle a fini morali che trascendono la sfera dei loro interessi immediati. Una tale aristocrazia educa le masse a quella virtù che esse non potrebbero mai raggiungere da sole.” Citiamo da P-Ottone (pag. 109) “Per sua natura una civiltà è un fatto di minoranze, non di masse, di qualità, non di quantità” e a pag. 100 “Il governo egli uomini è compito della nobiltà, cioè di quella classe di proprietari terrieri e di guerrieri che si ritrova in tutte le civiltà.” Lo possiamo vedere nelle vicende della Civiltà Occidentale (pag. 102) “..il compito di governo egli uomini rimane costante,Ministri,ambasciatori,generali,ammiragli sono usciti fin quasi ai nostri giorni dai ranghi dell’aristocrazia… C’è molto di vero nella tesi secondo la quale la aristocrazia ha continuato a governare l 'Europa ,in maniera più o meno palese anche dopo la Rivoluzione Francese… Unico mestiere che si addice ai nobili è governare.” Dopo Nietzsche sappiamo quale è il compito (quello più difficile) : creare una nuova aristocrazia.”,e un autore d’obbligo riguardo a tale problema è senz’altro Julius Evola; come ha scritto Daniele Lembo<> (Grafica Ma.Ro.editrice, Copiano, 2007 pag. 115) “Evola propose una concezione della vita nella quale, contro il diritto democratico delle masse amorfe, che nasceva da una presunta eguaglianza degli uomini, si ergeva il dritto tradizionale che voleva i migliori al comando. La sua dottrina era la negazione del principio di parità tra gli uomini. Una concezione gerarchica ed aristocratica dello Stato secondo la quale solo i migliori, capaci di individuare e di realizzare le necessità reali della nazione,avevano il diritto di decidere e guidare gli altri.”
Ma non dobbiamo mai dimenticare: “L’elemento razziale costituisce un fattore di primo piano nell’evoluzione dei popoli e delle nazioni come in particolare della formazione delle classi dominanti e delle aristocrazie.” così R. Battaglia in a cura di R. Biasutti, UTET, Torino 1967, Vol I pag. 333“Faremo osservare…,come la classe cosiddetta aristocratica rappresenti qualche volta un elemento antropologico estraneo, almeno originariamente, alla compagine razziale nazionale, poiché può essere immigrata per ragioni politiche, militari, e perciò i suoi rappresentanti si distaccano, come tipo, dalla massa della popolazione. Questo fatto può generare degli errori di interpretazione antropologica, facondo credere ad una differenziazione prodotta da una particolare selezione nell’ambito della compagine razziale, selezione che non esiste per la ragione detta.”. G Pullè (Cedam, Padova,19398Vol.I pag. 43)
8
Possiamo dedurre, da quanto esposto fino ad ora ,che “L’imperativo supremo è la difesa della Razza. Non di una razza protostorica e problematica. Non della razza attuale,corrotta e degenerata. Ma della razza di domani:quella che portiamo nel nostro cuore e che forgeremo con la lotta”G.A. Amaudruz in gennaio 24,1959 Anche J. Evola (”AR, Padova,2004, pag. 36” ) aveva scritto “,….la razza come razza superiore e pura la si costruisce. Essa non esiste di fatto, che come una potenzialità impedita da varie altre. Essa sorge attraverso un’azione creatrice ed evocatrice, avente per centro un’idea e un ideale, una immagine umana superiore ed esseri, che tale immagine davvero incarnino.”
E dal problema delle aristocrazie si passa a quello dell’origine degli “stati”; anche qui Federico Nietzsche rimane un impareggiabile maestro.
“…un branco… di biondi animali da preda, una razza di conquistatori e di padroni, che organizzata militarmente e con la forza di organizzare, abbatte senza riguardo le sue orribili zampe su una popolazione forse enormemente superiore per numero, ma ancora priva di forma… Così ha inizio in terra lo ..”(in Newton,Roma,1993,pag. 621-)(8)
Potremmo,in futuro,comparare le concezioni del Nietzsche a quelle di importanti sociologi: “Per il concetto sociologico dello Stato, l’origine dello Stato è un avvenimento storico, prodotto dalla superiorità di un gruppo umano belligero e organizzato di fronte a un altro gruppo imbelle”L.. Gumplowicz ( AR,Padova,2007,pag. 72).Si può dunque giungere a pensare che a causa di crisi ambientali e lotte razziali si arrivi ad un nel processo storico quale si è svolto nei secoli passati ed ad un conseguente <>: a quella che Giorgio Locchi definisce “la rigenerazione della storia”.
Sarà anche utopistico, ma possiamo anche pensare che gruppi rimasti bianchi potrebbero essere la sorgente di unadestinata a dare ordine al caos ritrovandosi in una situazione da paragonarsi, mutatis mutandis, a quella dei gruppi indoeuropei all’inizio della loro grande espansione . In
Primis occorrerebbe ”Evocare e richiamare alla vita l’antenato ario che è in noi” G.F.Freda pag. 15
J.Evola”I Testi de”La Stampa”(”AR, Padova2004 pag. 36) scriveva “ ,….la razza come razza superiore e pura la si costruisce. Essa non esiste di fatto, che come una potenzialità impedita da varie altre. Essa sorge attraverso un’azione creatrice ed evocatrice, avente per centro un’idea e un ideale, una immagine umana superiore ed esseri, che tale immagine davvero incarnino.”
In tal caso,come dicevamo, potrebbe esservi un riferimento agli aspetti gerarchici e guerrieri dell’epopea dei fascismo europei,aspetti che ,talvolta,sono soprattutto gli stessi avversari a sottolineare Giorgio Bocca, scriveva su del 5/11/1996 “Vi è tutta una letteratura che è arrivata ai nostri Rauti ed Evola e di cui si sono nutriti i neofascisti, in cui libertà e democrazia sono considerate dei mali, delle cose oscene ed avvilenti, in cui si predica la politica come violenza della razza eletta inquadrata in ordini religioso-militari. Idee professate in buona fede, magari consacrate con il sacrificio della vita.”.
Avversari ebbero.inoltre, a definire i fascisti come <... devoti ad una sorta di religione pagana in cui le divinità della violenza incendiavano l’universo per purificare con le fiamme l’umanità corrotta.> A. Del Boca e M. Giovana (Pantheon Books, New York, 1969, pag.51). (13)
“E’finita l’epoca delle guerre civile europee, sta per cominciare quella delle guerre razziali. Sotto l’urto di imponenti immigrazioni extraeuropee, gli Stati nazionali su dissolveranno. Il futuro sarà teatro di scontri razziali…”Franco G. Freda 1992 cfr.AR, Padova, 2007.pag.79
(14)
“La parte che la prepotenza e la violenza hanno nella storia dell’umanità viene spregiata troppo da coloro che credono di poterle eliminare dal mondo sociale. In esse vi è una forza elementare, senza la quale non si possono né fondare né conservare gli Stati. Essa si sprigiona con inesorabile necessità dal cozzo degli elementi sociali eterogenei.”pag. 156 “..l’eterna guerra tra le razze è la legge della storia mentre la pace perpetua non è che il sogno degli idealisti”Luis GumplowiczLa Espana Moderna,.Madrid,s.i.d.pag.284
In ogni caso “ “Tutte le civiltà debbono le loro origini al guerriero;…”J. Keegan Mondadori, Milano, 1994, pag. 6
“Gli dei hanno voluto l’uomo cacciatore e guerriero.”Alain Danielou (Ubaldini,Roma,1980,pag.163)
Vedremo se il futuro confermerà ciò che scrive G.Corvus (pag. 51)”la natura guerriera dell’uomo non può essere sradicata, perché è di natura genetica. Un tempo, quando le civiltà erano più o meno separate tra loro e si mescolavano poco, i conflitti tra loro erano limitati: Ai nostri giorni, in questo primo secolo globale, in cui le civiltà, le identità, gli interessi contrastanti non solo non sono scomparsi, ma al contrario, accresciuti, e in cui la tecnica fornisce strumenti bellici devastanti, si può prevedere una litigiosità generale in seno al genere umano; noi vivremo in uno stato di conflitto permanente e multiforme, di cui ora non vediamo che gli inizi, e che sfocerà automaticamente, per effetto di perturbamenti locali legati l’uno all’altro-, tenendo anche conto del carattere assai fragile dell’economia globalizzata- nel collasso, nell’affondamento dell’attuale ordine mondiale”
Inoltre,come scriveva M.F. Canella (Sansoni, Firenze, 1941.pag.103) “ …è un vecchio luogo comune che sono soltanto le situazioni difficili o disperate che possono rivelate tutte le energie, le risorse, le possibilità innate di un individuo, come di una collettività.”:
Edoardo Longoin n-400- juin 1998. Alain Danielou nel suo scrive (pag. 170) <..la crudeltà è uno degli elementi costituenti fondamentali del mondo, essa rientra nella natura di ogni essere vivente, dell’uomo, di ogni uomo più o meno segretamente. Oltre che nelle necessità alimentari, si esprime in forma di difesa di un territorio vitale tanto negli animali quanto negli umani; permetta anche di assicurare la supremazia e la “purezza”di una specie, di una razza, di una religione, di una cultura.>
Come abbiamo già accennato la possibilità di grandi scontri in Europa, a dire di molti, sarebbe incrementata dalla presenza tra le masse degli immigrati di un forte e prolifica componente islamica .Vi è che attribuisce a settori dell’Islam un vero e proprio progetto di conquista dell’Europa anche grazie all’immigrazione
Dante Matelli in 25-2.1994 Gli Iman delle moschee algerine “ora che è il Ramadan…disegnano scenari oscuri; indicano negli Europei i nemici dell’islam.. e, tra le altre cose, invitano i fedeli armi alla mano:tutti i paesi della conquista musulmana intorno all’anno 1000,Andalusia,Sicilia,Provenza incluse”
Sul n .216 1/15 maggio 2006 la rivista Faits et Documents pubblicava un estratto del discorso pronunciato il 10 Aprile a Timbuctu dal presidente libico Gheddafi: "Tutto il mondo deve diventare musulmano. Oggi, qui a Timbuctu, noi ridefiniamo la storia. Noi abbiamo 50 milioni di musulmani in Europa. Vi sono segni che attestano che Allah ci accorderà una grande vittoria in Europa: senza spade, senza fucili,.... ......I 50 milioni di musulmani dì Europa ne faranno un continente islamico. Allah mobilita la Turchia, nazione musulmana, e permetterà il suo ingresso nell´ Unione Europea. Vi saranno allora 100 milioni di musulmani in Europa. L' Europa è oggetto del nostro proselitismo come l´America. Essa ha la scelta tra il diventare musulmana e dichiarare la guerra ai musulmani"A questo proposito si può ricordare che George Michael Un Press of Kansas2006 pag. 254 rilevava come alcuni osservatori esaminando la politica statunitense in medio Oriente notano come in molti casi di conflitto tra arabo islamici e non islamici, gli USA si schierarono a fianco degli islamici: con la Turchia contro la Grecia, con Bosnia e poi Kosovo contro la Jugoslavia, con il Pakistan contro l´India, con i guerriglieri afghani contro i sovietici, con L´Azerbaijan contro l´Armenia. Unica eccezione fu il sostegno ad israele contro gli Arabi.>
Concludendo:“Essere o non essere: questo è il nostro problema. Noi saremo o schiavi o padroni, e dato che non siamo adatti ad essere schiavi dobbiamo agire per ottenere una indiscutibile supremazia mondiale della nostra razza. Non vi è altra possibilità di scelta. E’ un dovere verso noi stesi e ancor più verso quelli che verranno dopo di noi.”A Jacob”White Man think again”pag.277.
Si tratterebbe, probabilmente, di combattere per stabilire zone “riservate”agli Europei degni di tal nome, e per stabilire in zone ormai popolate da masse di quelli che Nietzsche e Von Liebenfels, adoperando un antico termine indiano definivano : esseri ormai senza razza, senza patria, senza fede, o quelli che Spengler chiamava : discendenti, più o meno degenerati, di creatori di civiltà ormai spente.
9
Su di un piano più generale, anche se non condividiamo molte delle posizioni “futuriste” di G.Faye crediamo di dover far nostra la “filosofia”della storia che espone alle pagg68 e 69 del suo : ”Immaginiamo una sfera, una palla di biliardo che si muove in modo disordinato su un piano, oppure mossa dalla volontà (necessariamente imperfetta) del giocatore: fatalmente dopo molte rotazioni, lo stesso punto della palla entrerà in contatto con il tappeto. E’l’ “eterno ritorno dell’identico”, ma non dello “stesso”. Perchè la sfera non è immobile e anche se quello “stesso”punto è tangente al tappeto, la posizione non è più la stessa. E’il ritorno di una situazione “paragonabile”, ma in un luogo diverso. La stessa immagine vale per il succedersi delle stagioni ……: il ritorno dei valori arcaici non va inteso come un ritorno ciclico al passato(un passato che è fallito perché ci ha dato la catastrofica modernità), ma come un riemergere di configurazioni sociali arcaiche in un nuovo contesto. In altri termini l’applicazione di soluzioni antichissime a problemi del tutto nuovi, o il riapparire di un ordine dimenticato ma trasfigurato in un diverso contesto storico”(15)
E di fronte alle catastrofi possibili .acquistano nuove valore le parole di Friedrich Hielscher “L’Homo revolvens gioca un ruolo nel grande teatro del mondo non conoscerà pace fino a che il contenuto dei musei non sarà cambiato. Allora, gli altari sacrificali in pietra si leveranno nuovamente nelle radure. e le croci si ritroveranno nelle vetrine dei musei..”Cit da Giorgio LocchiSocietà Editrice Barbarossa, Milano2006, pag-150).
Renè Freund in Lindau, Torino, 2006, pag. 154,scrive:.
Se vi sarà quella che G. Faye definisce la, dunque, per noi l’unica speranza è che sorga e si affermi una aristocrazia guerriere bianca che non potrà che formarsi nella lotta. Essa potrà avere come “modelli”storici oltre alle invasioni indoeuropee, la reconquista della Penisola Iberica e la liberazione ad opera dei Normanni della Sicilia dal giogo afro-islamico.Inutile qui, per ora, fare considerazioni su quello che potrebbe essere il suo dominio su masse ormai irrimediabilmente meticciate. (16) Sarebbe anche utile che tale venisse “motivata” anche da una ripresa di elementi spirituali indoeuropei “pagani”visto che, ormai, il cristianesimo è diventato una quinta colonna dell’invasione dell’Europa da parte delle razze di colore. (17) “Desideriamo una religione europea. Il cristianesimo è eroso dal contagio semita. Quello in cui noi veramente crediamo si trova negli elementi precristiani che il cristianesimo non ha potuto espellere” Ezra Pound citato da Miguel Serrano Ed. Il Settimo Sigillo, Roma, 2007, pag. 103) “Allo scopo di assicurare l’avvenire degli ariani abbiamo bisogno di una religione ariana”David Myatt Ed. du Marteau, Francia, 2002 pag. 17) Si possono anche tenere presenti, a codesto proposito, certe considerazioni di Savitri Devi sull’Induismo e l’esempio dei guerrieri statunitensi di (cfr Mattia Gardell Duke University Press, USA, 2003). “Indra….sgomina i Dasa cioè gli aborigeni dalla pelle nera e diviene così in Dio nazionale degli Ari…Egli è grande e biondo…”Nicola Turchi(Sansoni, Firenze, 1962, vol. II, pag. 66.). In ogni caso,su un piano più ampio,“.. la barbarie in quanto non fa pervenire a uno stadio superiore di vita, accumula miserie e distruzioni e d è causa di sofferenze infinite. Solo il ferro di una razza superiore può cauterizzare la piaga e far cessare la rovina e il dolore.”Luca De Sabelli Ed. Roma, 1936.vol.II pag. 229. 9 G.F. Freda in “Il Fronte Nazionale”pag. 3 scriveva: “Non alle sue masse degenerate, ma alle compagini spiritualmente ed eticamente più pure della razza bianca va riconosciuto il compito di ordinare, attraverso la diseguaglianza delle razze, e di governare, mediante la differenza delle stirpi, il movimento di unificazione complessiva del genere umano.”.
10
Per ora, preparandosi a tali eventuali crisi, i “contestatori del mondo moderno”dovrebbero, a parere di chi scrive,dedicarsi allo studio della cosiddetta “ecologia profonda”(compresi quegli autori che ritengono inevitabile e necessario un ridimensionamento radicale del numero degli esseri umani che pullulano nel pianeta, gli avversari attribuendo, ancora una volta, ad una certa “parte”quello che essa stessa dovrebbe arrivare a pensare, parlano di un concetto tutto da approfondire!)e a quello delle differenze fra le varie razze umane.( Riguardo soprattutto a quest’ultimo punto, a causa delle legislazioni vigenti e future è fin troppo facile prevedere che sarà necessario agire tramite quello che Evola avrebbe chiamato un “fronte delle catacombe”).
Sul numero 29 (2008) della rivista francese Reflechir & Agir si poteva leggere un dossier dei cui riportiamo qualche punto: “Solo una catastrofe planetaria e una rivolta dei popoli contro il meccanismo che ci sta maciullando potrebbero farci uscire dai guai: A condizione che in precedenza tutti gli uomini coscienti del dramma che si sta per svolgere sotto i nostri occhi riescano a far condividere ad un più gran numero possibile un nuovo paradigma nuovo di società,basato sull’identità,il radicamento,l’ecologia , la decrescita e la giustizia sociale…”
Per finire alcune considerazioni sul senso di una lotta per la “rigenerazione della storia”, lotta che i possibili disastri provocati dalla modernità potrebbe rendere possibile.
F.. Nietzsche La Gaia Scienza 377 ”in Opere”G.Casini ed. Sancasciano Val di Pesa 1955 pag. 346”Noi nonniente, e non vogliamo nemmeno tornare al passato, non siamo affatto, abbiamo bisogno di turarci le orecchie per non udire sul mercato le sirene dell’avvenire. Le loro canzoni: , , , non ci attirano! Assolutamente non ci teniamo che sia fondato su questa terra il regno della giustizia e della concordia(perché in tutti i casi sarebbe il regno delle più squallida mediocrità…); ci rallegriamo con tutti coloro che, come noi, amano il pericolo, la guerra, l’avventura, che non si lasciano né fuorviare, né accalappiare, né blandire, né tarpare; noi ci poniamo fra i conquistatori, noi pensiamo alla necessità di nuovi ordinamenti, magari di una nuova schiavitù, poiché ogni irrobustimento e innalzamento dell’ esige una nuova specie di schiavitù.”
Scrive Francesco Germinario (Bollati-Boringhieri, Torino. 2001, pag. 98): “ Per Evola la lotta contro la modernità diventa tutto uno con un processo di rinnovata differenziazione e gerarchizzazione delle razze: ciò che era incrociato e imbastardito andava nuovamente isolato e determinato con estremo rigore, nel senso che ciascuna razza, una volta differenziata rispetto alle altre, era destinata a coltivare la propria specificità”. “La migliore protezione per i popoli di colore è e resterà sempre un mondo gerarchizzato e controllato dagli indo-europei e non nona pseudo società egualitaria e onusiana controllata e diretta da mercanti cosmopoliti semitizzati.".”Sam Izdats Vol.II pag.591.
“Anche la scelta totalitaria, autoritaria e maschilista, additata come riprovevole pregiudizio, è in realtà nella norma. Essa risulta infatti assolutamente in linea con quell’intelaiatura selettiva e gerarchica che è riscontrabile in tutto il vivente. Ogni gruppo ha bisogno di un capo cui fare riferimento, un capo nel quale identificarsi e che ne esalti i sentimenti di forza e compattezza. Non vi è organizzazione che possa prescindere da una struttura dirigente. Nessuna massa è concepibile senza una elite.” Piero Sella in N. 39, gennaio 1995
“Quando alla fine del Kali Yuga, l’ultima era vitale della presente specie umana, si creerà una mescolanza irrimediabile di razze e di caste e le più alte forme del sapere cadranno nelle mani di individui che non possiedono valori morali corrispondenti, l’umanità cesserà di interpretare il suo ruolo e verrà distrutta. Il solo mezzo per evitare l’ecatombe, la distruzione che ci minaccia, sarà un ritorno alle caste, al rispetto delle differenze e delle razze, cioè all’opera del Creatore>. Alain .Danielou 1)Giorgio Locchi pag. 110-111 scriveva “La civiltà occidentale è condannata non a causa del progresso tecnico, ma perché l’utopia egualitarista che la ispira da duemila anni è entrata in contraddizione con le esigenze della società moderne. Assuefatto a questa utopia, l’uomo europe(o non è più in grado di farsi carico del destino del mondo, di essere il “creatore” di un nuovo avvenire. Ma è sempre in Europa, e solamente in Europa, che una nuova metamorfosi è ancora possibile, che il rifiuto dell’egualitarismo e del ritorno alla specie si è manifestato .e si manifesta tuttora, al di là di ciò che sono stati il Bene ed il Male durante due millenni di “decadenza”spirituale.”
Su un piano più generale: “Il declino delle civiltà antiche è il fatto più eclatante della storia,e poiché i periodi di splendore nei grandi centri di civiltà sono spesso iniziati con l’invasione di dominatori stranieri,è chiaro che la causa immediata della decadenza deve essere la degenerazione o la distruzione delle calassi dominanti”R.A. Fischer Claridon Press,Oxford, 1930,pag. 237
2) “La posizione estrema, che nella topografia fascista è centrale perché più lontana dall’estremità del campo egalitaristico, è prettamente nietzschiana: e ritiene che , rigetta in blocco duemila anni di per non ritenere che il esemplare (cioè le manifestazioni di sopravvivenza e resurgenza del paganesimo greco- romano-germanico), si fae vuole ricostruire sulle rovine dell’Europa un , ….”Giorgio Locchi Ed. de Il Tridente, La Spezia, 1981, pag. 11).
3)Non dimentichiamo mai: Guillaume Faye Società Editrice Barbarossa, Milano, 1999, pag. 103 “..se le razze occidentali muoiono demograficamente, ciò accade perchè esse già da secoli sono entrate spiritualmente in agonia,..”J. Evola (Hoepli, Milano, 1934, pag. 220).
4) Alle parole di Nietzsche si possono affiancare quelle di Oswald Spengler (vol. I, Ar, Padova, 1996, pag. 49): “Ciò che vi è di grande nella storia sono le potenti passioni delle razze, dei popoli, delle famiglie, delle caste, dei singoli individui. Il loro prezzo, fiumi di sangue, incendi di città, macerie, non è troppo caro. E solo quando l’arida ragione tracima dalle città, come una sudicia marea su cui galleggiano, , o , gonfia di plebei esigenti felicità per il maggior numero: comodità, divertimenti, pane e vino a sazietà, un’immensa noia si stende allora sul mondo, sicché gli uomini capaci di forti passioni fuggono in altri continenti, diventano criminali, commettono suicidio-o riducono in macerie questo mondo.”.
“Il non vuole questa proposta dall’egualitarismo ed agisce per renderla impossibile, e del resto quasi sempre crede o più raramente si sforza di credere che essa sia5) Se non altro Guillaume Faye Società Editrice Barbarossa, Milano,1999,pag. 152.
riportiamo: “ QuadrantEuropa 10/12/2007
A Bali esperti ecologisti in un rapporto affermano che il riscaldamento globale potrebbe scatenare una guerra civile mondiale
In un rapporto reso pubblico il 10 dicembre a Bali esperti ambientalisti affermano che il riscaldamento climatico potrebbe scatenare una “guerra civile mondiale”, esacerbando tensioni latenti tra le popolazioni.Lo studio, dovuto al
Programma ambientale dell’Onu, ritiene che la fusione dei ghiacciai e l’esplosione del numero dei “rifugiati climatici” dovuta alla crescita degli oceani, rischia di destabilizzare regioni intere, affermano gli autori della ricerca per i quali “agire a favore dell’ambiente, è agire a favore della pace”.Numerose le zone ritenute a rischio: Africa australe, Sahel, Mediterraneo, subcontinente indiano, Cina, Carabi, Golfo del Messico, Ande e Amazzonia. Hans Schellnhuber, direttore dell’Istituto di ricerche sul clima di Postdam e coautore dello studio, in una conferenza stampa ha affermato che lo scenario tracciato dal rapporto è credibile. “Se il riscaldamento climatico non verrà stroncato” lo studioso ritiene che, “Stati che sono già fragili, vulnerabili e malamente gestiti potrebbero implodere sotto la pressione del riscaldamento globale e generare onde d’urto verso altri paesi”.Riguardo il sud del bacino Mediterraneo, il rapporto indica che il potenziale intreccio tra crisi politiche e pressione migratorie aumenterà in conseguenza della interazione tra mancanza d’acqua, crollo dei rendimenti agricoli, aumento della popolazione e precarietà delle istituzioni politiche locali.”
Silvano Lorenzoni in <>pag53 e segg. Traccia le “linee di catastrofe” che minaccerebbero il mondo attuale . Ci limitiamo,qui,alle prime due A:
B
6) Sulla conflittualità insita alle società plurietniche cfr Elmer Glaister ed Evelyn The Immigration Control Foundation USA, 1988 Lo storico Walter Laqueur scrive ne Milano, 2008, pagg.172- )”L’odio etnico è un fenomeno globale. Se tutsi ed hutu, induisti e musulmani, greci e turchi, temile cingalesi, arabi ed ebrei, serbi e bosniaci, armeni e azeri, irlandesi e irlandesi, non riescono a convivere in pace, è irrealistico pensare che solo l’Europa, fra tutti i continenti, possa essere l’eccezione.”
Thomas W.Chittum (American Eagle Publications, USA, 1996,pag. 77 )scrive “..più differenti sono le forze nemiche come razza, nazionalità, religione, lingua e cultura, di norma più feroce è la lotta tra di loro”.
7<>di Pino Rauti
“Bisogna leggere con attenzione le cifre che riguardano il "flusso" islamico verso l'Europa. Che si accentua a ritmi sempre più notevoli e che poi è seguito (inevitabilmente) da nascite assai più elevate di quelle su cui contano gli europei. La domanda è semplice: come staranno le cose fra una ventina d'anni? Come "staremo" fra due o tre decenni, visto che niente e nessuno riescono a invertire la rotta? Qualche cifra, anzitutto. In Inghilterra, siamo all'11% di islamici. Ma ci sono zone dove la percentuale è più alta; a Birghingham, sale al 14,3%; a Londra, al 17%. Anche in Francia, forti oscillazioni; dal 7,38% di Parigi al 20% di Marsiglia. In Belgio, abbiamo a Bruxelles, il 20% di islamici mentre in Danimarca si sta nella media del 6,4% con punte assai più alte in molte zone. Siamo al 20% a Stoccolma, al 12,6% a Copenaghen, al 5,9% a Berlino. Ci sono "punte" elevatissime; pochi sanno che c'e' un quartiere "più musulmano di tutti". In Svezia; è a Malmö - per singolare coincidenza, che certamente ricordiamo in pochi, dove si tenevano negli anni '48 e seguenti i raduni dell'ultradestra extraparlamentare europea - dove il 60% della popolazione è islamico; e dove, se si aggiunge la seconda generazione, si arriva all'80%! Ma il "vero malato" - scrive in un documentato servizio Riccardo Stagliano nel Venerdì di "Repubblica" - " è il modello svedese di integrazione". Siamo a Malmö, dunque : 270 mila residenti, 164 nazionalità, cento lingue. Biciclette come a Pechino ma aria pulita come in Val Gardena, tanto che la rivista ambientalista americana "Grist" l'ha nominata quarta città più verde del mondo. Dove, pero' i pompieri chiamati a spegnere gli incendi sono regolarmente accolti a sassate; e dove, leggiamo ancora, "Gli autori delle sassaiole contro i vigili del fuoco hanno tra gli otto e i sedici anni. «Li trovi in strada, nel bel mezzo della notte, in bande compatte di quaranta o cinquanta» racconta il capo della brigata Jonas Jonsson, «vivono in dieci in appartamenti da tre. Un genitore su due è senza lavoro, non sanno che fare né dove andare. E attaccano noi in quanto rappresentanti della società che li ha fatti entrare ma non si occupa a sufficienza di loro». Un giudizio severo, almeno per gli standard nostrani, dal momento che a migranti e rifugiati viene offerto un pacchetto che comprende, tra l'altro, venti ore la settimana di corso di lingua, casa e sussidio di 300 euro al mese (lo prende il 18 per cento delle famiglie Da notare che la situazione si sta aggravando: Questa rivolta a bassa intensità ha cominciato a bruciare nell'aprile 2007, quasi in contemporanea con le banlieues francesi. Da allora è andata sempre peggio. Al punto che, alla fine di giugno, dopo l'ennesima imboscata in una notte in cui i pompieri erano intervenuti sette volte nello stesso edificio per domare piccoli roghi appiccati dalle gang, la municipalità ha deciso che i brandman non entreranno più nel quartiere se non con la scorta della polizia...”( Dal sito del Movimento Idea Sociale www.misconrauti.it/ 27X2008 9.
8 Si può ancora citare da James e Margaret Stutley (Ubaldini, Roma, 1980, pag. 30) “ I Signori della Terra ariani erano il prototipo dei re e dei nobili vedici… ,come pure della classe dei cavalieri… e la differenziazione di costoro dagli indigeni indiani veniva accentuata dalle caratteristiche etniche ariane, tanto che essi chiedevano agli dei di preservare i loro capelli biondi e la loro carnagione chiara…. Dal pericolo di una contaminazione per i matrimoni con gli indigeni di pelle scura (Nota ) Ma nonostante queste preghiere, la fusione tra gli ariani e alcuni degli indigeni ci fu, e tanto bastò per far scomparire il significato etnico del termine arya. Questo conservò comunque parte del suo prestigio come sinonimo di , , ecc. Gli Ariani erano anche contraddistinti dall’organizzazione patriarcale della società, nonché dal culto di divinità maschili come Indra, Agni e Mitra in contrapposizione al concetto di dea-madre comune a tutte le società indiane. Ma dalla fusione di gruppi etnici corrispose la formazione di un pantheon di divinità tanto maschili che femminili e l’istituzione di un complesso rituale, effetto quesito, della crescente autorità dei gruppi sacerdotali…. Si può ipotizzare che si stata la componente indiana più che quella ariana a orientare il processo di fusione ,e a divenire così la base del moderno induismo.”,
M.F.Canella Sansoni, Firenze, 1942 pag. 238 …ma mentre in Persia il biondismo è frequente, con pelle bianca e occhi chiari, in India tale supposta componente nordica è ormai mascherata dalla pigmentazione:non mancano tuttavia bramani quasi biondi>. Ed aggiungeva in nota >Non si creda che le caste abbiano costituito in India dei veri compartimenti stagni sotto l’aspetto delle mescolanze razziali, anche se la loro prima e fondamentale finalità è stata quella di evitare la contaminazione degli Indo-ari conquistatori da parte delle popolazioni indigene melanodermiche,dravidiche e veddaiche>
Come scriveva H. Schreiber in Sugarco, Milano, 1988, pg. 118, "...non è ancora nata una organizzazione capace di impedire matrimoni misti fra vincitori e vinti e contatti sessuali tra dominatori e assoggettati". (In Julius Evola faceva considerazioni molto interessanti sul ruolo del maschio e della femmina riguardo al meticciato. (cfr. pg. 100 e seguenti dell’ediz. Hoepli, Milano, 1941). Potremo ritornare in futuro su codesto vitale argomento.
Logicamente, il sistema delle caste, non può eliminare del tutto la conflittualità che suscita, sempre e dovunque, la presenza di gruppi diversi in stesso territorio. “Le rivalità etniche, come quelle tra caste, sono una delle ragioni del fallimento della strategia contro la crescita demografica perché tutti i gruppi, temendo di essere sopraffatti dagli altri, tendono ad aumentare il proprio numero.”Vanna Vannucciniin 2 IV 1993.
Val la pena, comunque, di ascoltare un moderno difensore del sistema:
Alain Danielou
-Pag.209-210 Pag. 211 Milano, Società Editrice Libraria, 1919, Vol.I Pag.381 Nell’India settentrionale ove si sarebbero meglio conservare le tracce dell’influenza ariana, si sarebbe notata”la quasi totale assenza di aborigeni(?) come classe speciale e la minore influenza dei Bramini che qui è pareggiata e talora anche superata, da quella dei guerrieri Csatria.”.
Concludendo : "L'unico in cui crediamo e che non perdoneremo a nessuno èil peccato contro il sangue e la stirpe, il peccato di meticciato che fa dinoi un mischmaschvolk" (Carlo Terracciano in n. 2l-anno II n. 6 giugno 1986
Cfr J.P: Rushton (Transaction ,USA,1995,se ne può trovare una abriged edition su Internet in varie lingue www.charlesdarwinresearch.org/reb.html - 32k Cfr anche N.263 .15-31 X 2008
Per un primo approccio al problema delle differenze tra le razze umane sono ancora utili alcuni capitoli (specialmente pagg. 227-235)di di Alain De Benoist(Akropolis, Napoli, 1981).
10 Su il numero datato 8 XI 1979 de <>citiamo da Alain De Benoist <“Sì, l’intelligenza è ereditaria “intervista al Prof. Eysenk> “… possiamo dire che l’intelligenza è determinata geneticamente per il 75-80%, intervenendo l’ambiente solo per circa il 20-25 %... Negli Stati Uniti…. Si erano attribuiti i risultati statisticamente meno buoni dei negri nei test di Q:I: (differenza di 15 punti circa..) al fatto che i test erano strati messi a punto da dei bianchi. In realtà , ci si è accorti che i test messi a punto dai negri danno esattamente gli stessi risultati…. Non c’è dubbio che vi sia una tollerazione tra il livello intellettuale e l’appartenenza ad un gruppo sociale dato. Tutte le ricerche finora effettuate concordano su questo punto. Più si sale nella gerarchia, più il Q.I: medio è elevato. Se si ammette che l’intelligenza sia largamente determinata dall’eredità, si può considerare che in questo fatto si trovi una base alla diversificazione sociale…”:
,, “
(11)Vi sarebbero state delle componenti “bianche” all’origine della civiltà cinese cfr.Giovanni Monastra in Percorsi III (1999), n. 23 e anche “Gli Arii alle origini della civiltà cinese? di Alfonso de Filippi; in n. 12, giugno 1999, Per un successivo periodo storico, come scriveva C.D. Darlington in (Longanesi, Milano, 1969 pag. 734) “Stando a Coon ..gli Shang avevano capi occidentali e anche stando a Wissmann un Dio Sole occidentale e ariano. Inoltre la loro casta patrizia, aveva una forma di culto degli antenati che ricorda le religioni ariane del mondo classico occidentale.”.
Riguardo al Giappone citiamo Mario Canella pag. pag. 204 “I giapponesi costituiscono il prodotto d’incrocio di vari tipi somatici: Ainu, Tungusi, Mongoli, Coreani, Cinesi settentrionale e meridionali, Indocinesi, Malesi. Indonesiano con prevalenza però dell’elemento sud mongolico.come è dimostrato dal tipo grossolano o della maggioranza del popolo. Nelle classi elevate, inverse, è frequente, più negli uomini però che nelle donne, un tipo somatico più fino detto , di statura più alta e slanciata, con faccia allungata, occhi orizzontali, naso più prominente, stretto e diritto od anche convesso, zigomi poco sporgenti.”
I
12) Sul pensiero del Nietzsche cfr Domenico Losurdo(Bollati Boringhieri,Torino,2002 )e il simpatico libro di Abir Taha (Autorhouse,USA,2005), rimane indispensabile: Adriano Romualdi (AR,Padova,1981)
af 1053 : “La mia filosofia apporta il pensiero vittorioso che finisce per mandare in rovina ogni altro modo di pensare: è questo il grande pensiero educatore: le razze che non lo sopportano sono condannate; quelle che lo considerano come un grandissimo beneficio sono scelte per dominare.”
13)Possiamo qui fare anche un cenno ai tentativi e alle velleità dei passati regimi “fascisti”di giungere a creare una aristocrazia andando oltre la stessa formula del partito unico. Per quanto riguarda l’Italia: “i.. principi della Rivoluzione Fascista.. tendono alla creazione di una nuova aristocrazia”,Mario Carli Bemporad, Firenze, 1926, pag. 15. “E’una nuova epoca aristocratica che deve affermarsi al di là dalla decadenza borghese della civiltà occidentale.”Julius Evola>in >Giugno 1940( ora in <>Ar,Padova,2005,vol. II, pag. 179).Anche a questo proposito il Nazionalsocialismo tedesco si spinse molto più avanti.
14 Si potrebbe ricordare,se non altro come curiosità,l’autore ebreo omosessuale Benedict Friedlander autore nel 1904 di che era ossessionato dall’ascesa del potere femminile nella cultura e nella politica che, a suo giudizio, minava la civiltà occidentale. Basandosi sul<>del Bachofen univa l’ascesa della democrazia all’affermarsi di una “morale da schiavi”, e prevedeva un ritorno ad una sorta di matriarcato in cui la spiritualità virile sarebbe stata schiacciata. Per lui un vero progresso era possibile solo quando società segrete maschili(mannerbunde) avessero spezzato le catene del matriarcato, grazie a delle guerre che avrebbero portato al soggiogamento sia delle donne che delle”razze inferiori”.
15 ) J.F.C. Fuller Stato Maggiore dell’Esercito, Roma, 1988, Vol.I pag. 111 “La storia ci insegna che il destino di ogni nazione virile è determinato da due tipi di eventi, i conflitti esterni e quelli interni, le guerre e le rivoluzioni. Soltanto quando un Paese invecchia e tramonta subentra un periodo di pace e ciò che più fa invecchiare una nazione è il suo senso di sicurezza.”.
Zeev Sternhell Baldini e Castoldi, Milano, 1993 pag. 346 “.il Fascismo.. esprime la volontà di vedere una civiltà eroica innalzarsi sulle rovine di una civiltà bassamente materialistica,grazie ad un’umanità nuova, attiva, dinamica.”
E non dimentichiamo l’antico sapiente: “La guerra di tutte le cose è padre e di tutte è il re, e gli uni rivela dei, gli altri uomini, gli uni fa schiavi, gli altri liberi”(Eraclito).
Riguardo all’Evola,Giovanni Damiano in J.Evola AR, Padova, 2000 pag. ricorda il “....significato dell’età eroica, età che, come sa qualunque lettore di Rivolta sconnette e disarticola la altrimenti progressiva e irrevocabile . Il punto essenziale sarà allora cercare di comprendere il senso da attribuire all’età eroica, ossia se intenderla come una sorta di Kathecon, di forza in grado unicamente di frenare, di ritardare la ripresa del movimento regressivo, oppure come la reale possibilità di un effettivo, stabile e duraturo ritorno all’età aurea dei primordi.”.
16) Il maltese Norman Lowell,leader del movimento Imperium Europa, ha esposto, seppur brevemente, la sua "filosofia"della Storia nel saggio http://www.nationalvanguard.org/story.php?id=1014
"...noi della Destra Radicale Razzialista abbiamo una Vìsione Sferica della Storia, opposta a quella lineare. La marcia storica delle razze umane è come una palla da biliardo che può venire messa in moto improvvisamente in qualsivoglia direzione. La decadenza dell'Uomo Occidentale ha raggiunto il culmine con la rivoluzione francese e, poi, con quella bolscevica, entrambe furono dei cataclismi satanici: Ora siano al punto ZERO. Un interregnum, un deserto spirituale. In esso ha luogo una progressiva sparizione delle diversità e noi siamo trascinati in catene verso una "civilizzazione mondiale", creazione infernale dei manipolatori internazionali... .Un mondo in cui l'Uomo Bianco ..,.verrà sommerso dalle prolificanti masse del Terzo Mondo. Ma come passa una notte senza Luna, una nuova era inizia ad albeggiare.
L' UMSLAG, la SVOLTA (in italiano nel testo N.d.T.) può avvenire in ogni momento, improvvisamente, come un cataclisma, come ci ha chiaramente mostrato 1'1l-IX-2001...”
Per un approfondimento della concezione sferica della Storia e del concetto di "interregnum",cft. Giorgio Locchi Ed. del Tridente, La Spezia, 1981 e Armin Mohler <> Akropolis, Napoli,1990.
17) “Nel quadro di un vero Stato il compito sarà duplice: arginare il proliferare canceroso di una massa promiscua e anodina e realizzare i presupposti per l’enucleazione e il consolidamento di uno strato nel quale si stabilizzino qualificazioni tali da rendere capace degni di tenere saldamente il potere” Julius Evola Mediterranee, Roma, 2002.pag.213.
18) Ricordiamo quanto ebbe a scrivere Adriano Romualdi AR-Padova -1981 Pag.14
“..Nietzsche intuì la sostanza eversiva celata nel fondo originario del cristianesimo, e la funzione dissolvitrice svolta all’epoca dell’impero romano. Oggi che queste essenza, sgretolate le strutture della civiltà romano-germanica che la imprigionavano, torna allo stato libero, e il cristianesimo torna a manifestarsi come fenomeno sovversivo antieuropeo, la diagnosi di Nietzsche tocca lo zenith della sua attualità”. “la gerarchia cattolica..mette tanto impegno nell’ardore di sfigurare la civiltà europea quanto ce ne mettevano i primi cristiani a distruggere il patriottismo romano” G.Faye pag.39,vedi dello stesso pag.263 e segg.
Scriveva Piero Sella in ( N. 61 Marzo 2006-pag.7-8 ): respinge e disprezza il sentimento nazionale, fa suo il progetto di un’umanità indifferenziata e globalizzata. I popoli europei, la cui esistenza stessa è messa in discussione dall’immigrazione di massa, vedono così le istituzioni ecclesiastiche e il clero schierato contro di loro, dalla parte di chi si propone di rovesciare il quadro demografico e culturale d’Europa.>.(cfr. anche Braquemart in n. 48 sett. 1988,) . “Per noi la decadenza della civiltà europea e il suo imminente sfiguramento etnico sono l’esito finale di un processo innescatosi molti secoli prima, con la soppressione …. degli antichi culti patrii e la colonizzazione spirituale dell’Europa” Luca Cancelliere in N 1-2000.
Per quel che riguarda l’epopea dei Fascismo europei possiamo citare da Richard Noll <>(Mondadori,Milano,1999,pag. 36)”Il filosofo della storia Robin George Collingwood ha interpretato l’ascesa del Fascismo e del Nazional Socialismo quale risultato diretto della popolarità alla fine del XIX secolo del neopaganesimo,che venerava la potenza della volontà umana e che,a sua volta,era sorto per riempire il vuoto spirituale generato dal crollo della fede nel cristianesimo …”
BIBLIOGRAFIA
AAVVed.Bau,Barcelona, s.i.d.
AAVV Idee in Movimento,Genova,s.a.i.
Brandeis Georg AR,Padova,1995
Buchanan Patrick JSt.Martin’S Press.New York,2002.
Buchanan Patrick JSt.Martin’s Press,New York,2006
Corvus Guillaume DIE,Paris,2004
Daniélou Alain Società Editrice Barbarossa,Milano,1977.
Darlington C.D. Longanesi,Milano,1969
De Gobineau Arthur Rizzoli,Milano,1997.’
De Reynold Gonzague Idee in Movimento,Genova,2008
De Filippi Alfonso (a cura di )Idee in Movimento,Genova,2008.
Elmer Glaister ed Evelyn The American Immigration Control Foundation,USA,1988.
Evola Julius Ar,Padova,1994
Evola Julius Ar,Padova,1994
Evola JuliusAr,Padova,1994
Eysenk Hans J.Armando,Roma,1977
Faye Guillaume Società Editrice Barbarossa,Milano,1999
Faye Guillaume L’Aencre,Paris,2000.
Faye Guillaume L’Aencre,Paris,2001
Faye Guillaume L’Aencre,Paris,2002
Freda Franco G ”Ar,Padova,1994
Freda Franco G.Ar,Padova,1996
Freda Franco G. Ar,Oadova ,2001
Freund Julien Sirey,Paris,1984.
Gini Corrado Libreria del Littorio, Roma, 1930
Gregor James A Edizioni del Borghese,Milano,1974.
Gumilev Lev Progress Publishers,Mosca,1990
Gumplowicz Ludwig Guillaumin e cie.Paris,1893
Gumplowicz Ludwig AR,Padova,2007
Hankins Frank H.Payot,Paris,1935.
Hart Michael H.,Washington Summit Publishers,USA,2007.
Hebert Jean.Pierre Copernic,Paris,1977
Keegan John Mondadori,Milano,1994
Kemp Arthur Ostara,USA,2006
Kemp Arthur Ostara,USA,2008
Jacob A. “White Man think again” New Christian Crusade Church USA s.i.d.
Le Bon Gustave Monanni,Milano,1927.
Longo Edoardo Serarcangeli,Roma,1994
Lorenzoni Silvano Ed. Ghenos,Ferrara,2005
Lorenzoni Silvano Ed. Ghenos,Ferrara,2006.
Lowell Norman Idee in Movimento,Genova,2007
Luna Laureano e Aguilar Juan AntonioMohler Arnin Akropolis-_La Roccia di Erec, Napoli-Firenze,1990
Mussolini BenitoAR,Padova,2006
Nietzsche Friedrich Newton,Roma,1993,2 voll.
Nietzsche Friedrich Bompiani,Milano,1992
Nietzsche Friedrich W. e <.-L’agone omerico>Ar,Padova,2006
Pullè Giorgio Cedam, Padova,1940,2 volumi
Redbeard Ragnar Wotansvolk,USA,1999.
Romualdi Adriano Vie della Tradizione, Palermo,1973
Romualdi Adriano Ar,Padova,1981
Segal Ronald Mursia, Milano,1968.
Simpson Willian Gayley National Vanguard Books,USA,2003
Spengler Oswald Longanesi,Milano,1957.
Spengler Oswald Ar,Padova,1994-
Stellati Chiara Ar,Padova,2002
Sthaler Thomas Idee in Movimento,Genova,2006
Stoddard Lothrop C. Scribners’S Sons,New York,1921
Stoddard Lothrop Freelands Products Co, New Orleans,1950.
Taha Abir Autorhouse,USA,2005.
Tarchi Marco Laterza,Bari,2003.
Valois V. Henri .Garzanti, Milano, 1957
Waldner Silvio Ar, Padova,1997.
Waldner Silvio Arti Grafiche Urbani,Sandrigo,2001
ARTICOLI
An <”Inizia la decadenza del genere umano”>in 6/12/1988
An in 6/12/1988.