IO CHIEDO CASTIGO.
Queste uggiose giornate di novembre, nelle quali sembrano riversarsi sulla Terra le lacrime del Cielo, mi stanno riportando indietro di trentacinque anni.
Tutto è cominciato con l'anniversario della morte, per alcuni così simile alle vicende narrata i Ragazzi di Vita o di Accattone, di uno degli intellettuali più lucidi, acuti e chiaroveggenti che la cultura italiana del secondo dopoguerra potesse esprimere ma che era anche una delle figure più moralmente sporche e corruttrici che la società italiana avesse generato.
Nel mentre preparavo una serie di scritti appunto su Pier Paolo Pasolini, rileggevo Scritti Corsari, quella serie di articoli apparsi sui giornali borghesi dal 1973 al 1975 che catenarono furiose controversie fra i suoi stessi compagni di strada, per le posizioni contro corrente cche il Pasolini prendeva.
Ma mentre leggevo, venivo trasportato nel clima di quegli anni, quando adolescente avevo cominciato a fare politica. Mi sovvenivano le polemiche di allora, il clima di guerra civile strisciante che si respirava, gli scontri di pazza, e le piccole scaramucce di bande di sera. Le sere passate in sezione ad aspettare l'eventuale arrivo degli “altri”, per evitare di poter trovare il nostro punto di ritrovo bruciato da una molotov.
La lettura della risposta data a Pasolini da Italo Calvino, in cui il troppo sopravvalutato autore di libercoli diceva che non aveva voglia di parlare o di conoscere giovani fascisti, mi hanno portato vivide le stesse sensazioni che provavo allora. E si badi bene, non erano di odio o di rabbia verso i giovani dell'altra parte per quanto tronfi e vigliacchi sicuri di loro , sicurezza data dalla totale impunità e copertura che avevano dal PCI e dal PSI. Erano di autentica rabbia ed odio verso gli intellettualoidi borghesi radical chic, le Cederne, le Ginzburg , le Fallaci,gli Eco, i Bocca, i Nozza, i Moravia, le Maraini, tutti costoro scrivevano sui giornali e sulle riviste borghesi, organi di stampa dei quali i picchiatori marxisti, quelli di Potere Operaio,di Lotta Continua i Katanga del Movimento Studentesco, erano i cocchi.
I giornalisti borghesi che sotto la federazione di Padova, subito dopo l'assassinio di Mazzola e Giralucci straparlavano di faida interna. Quelli che dicevano che il rogo di Primavalle era stato causato dal padre delle due vittime. Quelli che applaudivano o perlomeno giustificavano l'assassinio di Carlo Falvella , quando i compagni scandivano UCCIDERE UN FASCISTA NON È REATO, quelli che consideravano manifestanti e ragazzi generosi gli extraparlamentari di sinistra che con caschi, spranghe e chiavi inglesi sfilavano ogni sabato per le vie delle nostre città, abbandonandosi a devastazioni di sedi di partito, di bar segnalati come ritrovi di militanti di destra, alle aggrssioni di presunti o veri militanti di destra. E questi ricordi mi fanno venire una rabbia tremenda.
Per quello che ho raccontato adesso, cronaca che adesso aatrentacinque anni sembra irreale, ma in me ed in altri è ancora vivida, IO CHIEDO CASTIGO.
Per il fatto che il libro di Antonio Santangelo, Analisi Del Comportamento Fascista, venisse stampato da Moizzi Editore nel 1975 e che fosse un libro in cui si affermasse la sub-umanità di coloro che professassero ideologia fascista, dando la giustificazione morale agli uccisori di Ramelli, di Mazzola Giralucci, di Ugo Venturini , Mantakas, Ciavatta, Bigonzetti, Cecchini, Mancia, dei fratelli Mattei ed anche la giustificazione a centinaia di aggressioni che portarono a gravi lesioni invalidanti ragazzi colpevoli solo non di essere militanti ma solo simpatizzanti di destra, per il fatto che questo libro sia ancora in giro e che i magistrati sempre pronti ad applicare la legge Mancino contro qualche ragazzino che fa stupidi cori razzisti allo stadio, di questo testo autenticamente inneggiante all'odio razzistico non si siano minimamente occupati, CHIEDO CASTIGO.
Per il fatto che in tempi non lontani venisse tranquillamente candidato a Milano per l'allora polo delle Libertà, con la totale acquiescenza di Alleanza Nazionale, dell'avvocato degli assassini di Sergio Ramelli, il quale aveva sostenuto che i suoi assistiti, proibendo la costituzione italiana la ricostituzione del Partito Fascista, colpendo un militante neofascista non avevano fatto altro che applicare la costituzione nata dalla resistenza, per questo e per il fatto che nessuno abbia reagito in aula o sulla stampa, IO CHIEDO CASTIGO.
Ma ancor di più per coloro che nelle file in cui militavo parlavano a cuor leggero di “scontro fisico”, per coloro che facevano i mangia fuoco nei comizi, lasciando l'onere dello scontro ai militanti, per coloro che quando i militanti, che dovevano sostenere lo scontro fisico da loro evocato a parole, nel respingere un assalto ferivano gravemente o uccidevano un assalitore, si affrettavano a sconfessali e a consegnarli alla solerte polizia, anche e soprattutto per costoro IO CHIEDO CASTIGO.
Non credo che le mie parole verranno ascoltate , anzi forse passerò dei guai, ma tanto, non ho nessuno di cui debba darmi pena ormai, quindi voglio togliermi alcuni sassolini dalle scarpe, sassolini che ora come ora son diventati dei Dolmen.
Il libro da te citato è a dir poco scandaloso. Non ne avevo mai sentito parlare, vedrò di saperne di più.
RispondiEliminaMai arrendersi alle suggestioni del presente.
Chiedere giustizia e vendetta per i nostri militanti è un atto sacrosanto. Non potremmo mai tradire, perchè sempre presente in noi il ricordo di chi ci ha preceduto ed è morto per le idee che noi oggi professiamo.
Nobis