mercoledì 30 giugno 2010
LA PRIMA VITTORIA POLITICA DEL CAPITALISMO CONSUMISTA IN ITALIA.
LA PRIMA VITTORIA POLITICA DEL CAPITALISMO CONSUMISTA IN ITALIA.
ANALISI DEI FATTI DI GENOVA 30 GIUGNO 1960.Prima parte
Ogni anno a Genova, il 30 giugno, un'accozzaglia di falliti, gli antifascisti genovesi, celebrano il fatto che ben determinate centrali economico-politiche li usarono per far cadere un governo permettendo loro di mettere a ferro e fuoco una città.
A volte queste manifestazioni non raccolgono manifestanti, se non i soliti quattro gatti, ad esempio la ridicola figura fatta il 30 giugno scorso dove saranno stati al massimo una cinquantina di sciamannati, altre volte come oggi, stante anche il tentativo dell'attuale giunta comunale di far dimenticare i propri fallimenti, usando la vecchia fola dell'antifascismo, possono,grazie al patrocinio delle giunte comunali, provinciali e regionali, raccogliere molta più gente.
Il fatto che molti di costoro si dichiarino anticapitalisti, non fa altro che sghignazzare, e si vedrà ora il perchè.
Chi scrive userà per quest'analisi gli scritti che vennero pubblicati nei primi anni settanta, dall'intellettuale marxista eterodosso e scomodo, e non solo per le sue tendenze omosessuali, Pier Paolo Pasolini. Detti scritti , raccolti dopo la tragica morte dello scrittore e pubblicati con i titoli Scritti Corsari e Lettere Luterane.sono un'analisi spietata degli anni sessanta e settanta e delle utopie che portarono.
Ma anche una descrizione della miopia delle classi politiche italiane degli anni settanta, che non avevano capito la trasformazione della società italiana.
Alla fine degli anni cinquanta resisteva in Italia una società, rimpianta da Pasolini, che ancora era totalmente impermeabile alle suggestioni del capitalismo consumista, una società che come guardava con sospetto le vendite a rate, per ragioni etiche (se non hai i soldi per comprarti una cosa non la compri, specialmente se è un bene superfluo. Indebitarsi è una catastrofe!) avrebbe totalmente rifiutato quelle carte di credito, che sono più che altro delle carte di debito! Secondo Pasolini questa società, rimpianta ed elogiata in una recensione al libro Un Po' di Febbre di Sandro Penna che inizia con queste parole “ Che paese meraviglioso era l'Italia durante il periodo fascista e subito dopo!”1 , era così bella malgrado il Fascismo, secondo chi scrive questa nota il fascismo aveva saputo invece comprendere questa società nella sua essenza, ma continuiamo. Nel 1960 il governo Tambroni e la presidenza della repubblica erano espressione di quella società ed ancora volevano tutelarne i valori. Il MSI di Michelini voleva essere un partito conservatore post fascista ma fortemente sociale, tanto da non disdegnare di appoggiare assieme al PCI di allora la giunta democristiana Populista Milazzo alla regione Sicilia. Il tema dell'antifascismo era così poco sentito allora che Palmiro Togliatti difese questa operazione in Parlamento. Quindi come scrive Ignazi ne Il Polo Escluso a “ da parte democristiana pesa la lotta per il controllo del partito e, più particolarmente, il pericolo delle "avventure milazziane". La strategia delle correnti "aperturiste" nella DC punta in primo luogo al rinvigorimento dello spirito antifascista delle sinistre per tagliare l'erba sotto i piedi ad una ipotetica alleanza tra le ali estreme che, sulla base di progetti di rinascita nazionale conditi con abbondanti dosi di populismo, mini il sistema di potere democristiano; e in secondo luogo mira allo screditamento di quelle componenti democristiane che ricercano una intesa con la destra. Nulla di meglio, quindi, che favorire lo "scatenamento della piazza" per liberarsi, ad un tempo, di un alleato scomodo e degli oppositori interni al progetto del governo delle "convergenze parallele”2 e d'altra parte al PCI ed alle centrali sindacali cominciavano a farsi sentire la paura di essere scvalcati a sinistra dalla mobilitazione sociale degli operai e dei contadini che in quegli anni cominciava a far sentire i primi prodromi di quello che si sarebbe scatenato sette/otto anni più tardi, con gli scontrti di Avola e Battipaglia e l'”autunno caldo”. Per il PSI, che ebbe in Pertini il protagonista indiscusso di quella canagliesca operazione, voleva dire invece accelerare quell'operazione che portò il partito stesso al potere con il centrosinistra. Ma tutto questo non sarebbe potuto avvenire senza l'appoggio di quelle centrali economiche che ieri come oggi e come sempre hanno condizionato la politica USA. Se dette centrali non avessero considerato il centrosinistra come il miglior cavallo di Troia per la penetrazione della mentalità consumistica, una svolta autoritaria tipo Grecia dei Colonnelli, non sarebbe stata così fantascientifica in Italia e le magliette a strisce dei “camalli” genovesi si sarebbero tinte del rosso del loro sangue. Il fatto è che la classe politica conservatrice in Italia era quanto di più avversa, anche se inconsapevomente, a questo tipo di mentalità consumistica. La cesura fra le due società italiane si attua in un decennio e comincia POLITICAMENTE appunto a Genova nel 1960. La caduta dei regimi paternalistico-autoritari, impropriamente detti fascisti, in Europa si attuerà nei primi anni settanta quando dette centrali economiche considereranno mature le società civili greca, spagnola e portoghese per entrare nel gioco consumistico, e lo faranno con un'accelerazione maggiore di quella italiana. Così come l'accelerazione arà ancora maggiore nei paesi del blocco spovietico dopo il crollo del 1989.
Riprenderemo il discorso più tardi.
1 Pier Paolo Pasolini , Scritti Corsari ed. Garzanti gennaio 2002, Sandro Penna Un po' di febbre, pp. 143 e seguenti.
2 Pietro Ignazi op.cit. pp.94-95
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Possono solo vantarsi dei sabotaggi e delle loro vittorie per favorire gli Stati Uniti, i principali rappresentanti di quel capitalismo che a parole dicono di voler combattere ma di cui sono una delle espressioni più chiare.
RispondiEliminaLasciamoli crepare. Sono destinati all'estinzione.
Un saluto